La denuncia di Dana Rohrabacher, uno dei soli dieci parlamentari USA che non approvano la legge che trasforma la russofobia in nuovi poteri di guerra del Presidente.
Introduzione a cura di Piotr
Pubblichiamo questo commento del deputato americano Dana Rohrabacher riguardo l'apertura unilaterale da parte degli USA della nuova Guerra Fredda con la Russia. È un documento che non condividiamo nella sua logica, ma che risulta interessante per diversi motivi.
Per prima cosa svela la volontà dei palazzi del potere statunitense di creare artificialmente il "nemico Russia" e il modo in cui lo fanno.
In secondo luogo documenta la differenza tra i vecchi conservatori, ai quali si può riconoscere una certa idealità anche se non condivisibile, e i neocon, maestri inarrivabili di cinismo, la cui strategia di governo della crisi sistemica opera invariabilmente quegli avvitamenti della crisi che la rendono sempre più grave e pericolosa.
Si potrebbe pensare che i neocons abbiano buttato a mare le vecchie idealità conservatrici americane perché si sono trovati a gestire la supremazia degli USA in condizioni sistemiche del tutto cambiate, in peggio, rispetto agli anni di Reagan....... In parte è vero. Non sfuggirà infatti al lettore una certa superficialità nelle analisi di Dana Rohrabacher che legge il mondo in termini di minacce ai valori, una minaccia essendo il fondamentalismo islamico e l'altra la "tirannide comunista" in Cina. Un discorso più approfondito e di più largo respiro sulla crisi non traspare. La sua stessa attività legislativa ha aspetti di questo tipo, e pur sembrando a prima vista contraddittoria, in effetti riflette una mentalità formale vecchio stampo. Ad esempio, da una parte la legge che nega la Social Security agli immigrati illegali (la H.R. 2745) e dall'altra parte la legge che impedisce ai federali di perseguire l'utilizzo di marijuana negli Stati in cui essa è legalizzata (la H.R. 1523).
Chi segue le critiche di Paul Craig Roberts, un altro ex membro dell'Amministrazione Reagan, alla politica estera di Washington, si accorgerà delle differenti visioni del problema.
Roberts è infatti preoccupato dall'incapacità dei governanti statunitensi di venire a patti con la nuova realtà geopolitica che si è creata e dalla loro indisponibilità ad ammettere un mondo multipolare dove il Dollaro sarebbe una moneta come le altre e non più fondamento di un potere esorbitante ed eccezionale.
Dana Rohrabacher sembra invece legato a classici schemi nei quali esisteuno stato centrale, gli USA, per il quale però oggi la minaccia statualeprincipale non sarebbe più la Russia, bensì la Cina, laddove il fondamentalismo islamista sarebbe la maggior minaccia non statuale. Con ciò rivelando di avere un pensiero più arretrato di un altro vecchio conservatore d.o.c. come Henry Kissinger.
Un'eventuale interpretazione è che Rohrabacher rappresenti la vecchia strategia del divide et impera, che sembrerebbe essere per ora accantonata da Washington a favore di un disegno che si focalizza sull'indebolimento della Russia come primo passo necessario e non eludibile per un riordino del mondo subordinato agli USA.
L'anno appena iniziato sarà caratterizzato da grandi manovre, aperte e sotterranee, che prepareranno la strategia che dovrà essere seguita dal prossimo presidente statunitense che verrà eletto nel 2016.
Innanzitutto assisteremo all'acuirsi del conflitto tra il soft-power di Obama e l'hard-power della Clinton. Le manovre antirusse e la volontà di isolare l'Europa dall'Est, sembrano segnali che l'hard-power sta conquistando terreno, così come il convergere sulla Clinton dei favori dei Democratici.
La senatrice Elizabeth Warren ha invece annunciato che non correrà per le presidenziali. Ad oggi non abbiamo elementi per capire il motivo della rinuncia. Peccato, perché la senatrice Warren è di gran lunga meglio della Clinton, sia per gli statunitensi sia per il resto del mondo. Un altro colpo a favore di banksters e warmongers.
Ritorneremo di sicuro su queste dinamiche, perché sarà la visione strategica che avrà la meglio che sceglierà il futuro presidente o la futura presidentessa, anche se moltissimi credono che sia il contrario.
L'articolo che segue dimostra ad ogni modo che gli Usa non sono monolitici, come non lo sono mai state nemmeno le élites.
[Piotr]
H.Res. 758:
La costruzione della Russia come nostro nemico
8 dicembre 2014
Sono stato uno dei soli 10 membri della Camera che hanno rifiutato di saltare a bordo di questo passo basilare per la riaccensione della Guerra Fredda. La risoluzione contiene una lunga lista di misfatti e azioni malvagie perpetrate da Putin. Alcune delle accuse erano accurate, alcune erano esagerate altre erano provocatorie ma errate. In altre parole con questa risoluzione il Congresso degli USA ha intrapreso una strada che volge le relazioni tra Russia e Stati Uniti in aperta ostilità . questo quando entrambe le nostre nazioni beneficerebbero moltissimo da una cooperazione contro i nostri nemici comuni. Negli anni passati l'Unione Sovietica era la maggior minaccia mondiale al governo democratico e alla pace nel mondo. Sono orgoglioso di aver preso parte della lotta contro questo impero diabolico da quando ero adolescente ai sette anni che passai alla Casa Bianca come scrittore dei discorsi di Ronald Reagan e Assistente Speciale del Presidente. Ma Reagan non ha mai pensato che il popolo russo fosse nostro nemico, né che lo fosse la Russia stessa. Il nemico era l'Unione Sovietica e una volta che il comunismo fu messo da parte Reagan volle che diventassimo amici e alleati.
Invece, quando Reagan lasciò l'incarico e il muro della tirannia rovinò a terra, molti in Occidente hanno continuato a suonare il tamburo della paura e dell'odio per la Russia. Certamente, i popoli nell'Europa Orientale che avevano vissuto sotto la tirannia comunista hanno ragioni per essere paranoici riguardo alla Russia, ma questa non può essere la base della politica americana. Oggi ci sono gravi minacce per gli Stati Uniti e i popoli liberi del mondo e noi abbiamo bisogno che la Russia sia attivamente al nostro fianco. Queste minacce sono: il terrorismo degli islamismi radicali e una Cina emergente, potente arrogante e totalitaria. Queste due minacce sono i pericoli principali non solo per noi, ma anche per la Russia. La Russia sta aiutando i cittadini ucraini filo-Russi che vivono nella parte orientale della nazione e ha annesso la Crimea, che è la sede della sua più importante base navale. La H. Res. 758 chiede che la Crimea sia restituita al controllo ucraino. Avrebbe invece dovuto richiedere elezioni con osservatori indipendenti per permettere agli abitanti della Crimea di decidere se vogliono essere Russi o Ucraini. Questo compromesso avrebbe calmato le acque. Invece il Congresso ha deciso di gettare sabbia negli occhi della Russia e ricoprire Putin d'insulti.
Ebbene, abbiamo bisogno della Russia, leader imperfetto compreso, dalla nostra parte. Invece di risoluzioni unilateralmente aggressive dovremmo riconoscere le nostre preoccupazioni ma equilibrarle sottolineando le aree per una cooperazione mutuamente vantaggiosa. Non dobbiamo allontanare la Russia, dobbiamo cercare di stabilire un rapporto. Abbiamo trattato la Russia come se fosse ancora comunista e Putin come se fosse Hitler. Questa è una nociva assurdità. Crea barriere alla buona volontà piuttosto che percorsi di collaborazione. Pagheremo un caro prezzo se saremo riportati indietro alla Guerra Fredda.
Avevamo incontrato le originali posizioni del parlamentare statunitense Dona Rohrabacher già in questo articolo del 2008:
Pino Cabras, Mercenari al tempo dei media, 15 settembre 2008.
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