PS: Vatti a fidare degli ex-finti-comunisti!
umberto marabese
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LA LOGICA
«Ho preso 521 voti, la maggioranza assoluta. Il problema non è
se Marini si ritira o meno», ha argomentato l’ex segretario della Cisl
dopo aver incontrato a palazzo Giustiniani il capogruppo del Pdl, Renato
Brunetta, «il problema è che l’intesa sottoscritta dal segretario del
partito con Berlusconi e Maroni ha avuto la maggioranza dei grandi
elettori del Pd e il 53% del Parlamento in seduta comune. E’ vero che
per ora non basta, ma alla quarta votazione consentirebbe l’elezione del
nuovo capo dello Stato. In più gli altri contraenti del patto, il Pdl e
la Lega, confermano la disponibilità. Ebbene, se le cose stanno così, e
stanno così, perché rinnegare l’intesa?!».
LO SFOGO
Inutile dire che Marini non ha apprezzato affatto come Bersani
si è mosso. «Non ha capito nulla di come si doveva gestire la
candidatura», si è sfogato, «Pier Luigi non è riuscito neppure a
portarmi i voti degli elettori emiliani. Mi chiedo, se non controlla
neppure i suoi, perché mi abbia voluto candidare». In sette parole:
«Sono stato vittima di grave insipienza politica». Dure anche le parole
dedicate a Matteo Renzi, il guastatore: «Non ha cuore il bene del Paese,
ha a cuore solo i suoi interessi». Poi, prendendosela con «certi
giornali»: «Sono uno del popolo, venuto dal popolo. Siccome non
appartengono a una delle grandi famiglie della borghesia di sinistra, mi
impallinano. Che tristezza...».
«ERRORI IMPERDONABILI»
Per Marini, abruzzese risoluto e testardo, è una questione di
principio. Non di poltrona. Nel giro di contatti e di incontri con
Sergio D’Antoni, Beppe Fioroni, Raffaele Bonanni, suoi amici e
sostenitori, non ha nascosto il disappunto. Non ha gradito essere
considerato «la bandiera dell’inciucio». Non ha apprezzato affatto le
manifestazioni davanti Montecitorio dei militanti del Pd che chiedevano
ai parlamentari di non votarlo. «Sono stati compiuti gravi errori di
comunicazione», ha confidato, «sono stato fatto passare come il
candidato della vecchia politica, del patto scellerato con Berlusconi.
Non è stato chiarito all’opinione pubblica il valore di una candidatura
condivisa per la pacificazione del Paese. Qui siamo davanti a una
dimostrazione palese di incapacità. Si è giocato sulla mia pelle».------
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