Colpo di scena a Tripoli. Ciò che è successo il 10 febbraio 2022 è qualcosa di inimmaginabile fino a poco tempo fa ed è un qualcosa di così perentorio da mettere al tappeto persino l’UE e la NATO.
Ebbene sì.
Chi ha pensato questa mossa è poco meno di un genio del male, ma tant’è. Ormai Fatih Bashagha è il nuovo premier della Libia e questa è già storia.
RICOSTRUIAMO GLI EVENTI
Cominciamo dalla fine dunque. Se i perdenti sono UE e NATO, i vincitori sembrano essere Turchia e Russia e, in qualche modo, ad oggi, il popolo libico. Ciò che ha fatto saltare il banco è la frattura ormai evidente tra Turchia e il resto della NATO in Libia. In questa frattura si è inserita la Russia. Di sua iniziativa? Su invito della Turchia? Ad oggi non si sa.
Ma ricostruiamo gli eventi. All’inizio del dicembre 2021, a poche settimane dal giorno fissato per le elezioni presidenziali, il 24 dicembre, paiono ormai chiare a tutti alcune cose: Saif Gheddafi sta per stravincere (mentre ora che le elezioni non si sono tenute sembra essere momentaneamente fuori dai giochi); se le elezioni non si tengono e pertanto il governo in carica prosegue, gli Stati Uniti, grazie all’infaticabile opera di Stephanie Williams, spingeranno la Turchia a ritirarsi militarmente dalla Libia. Se infatti Richard Norland, ambasciatore americano a Tripoli, aveva affermato che senza l’intervento militare turco nel gennaio 2020 sarebbe stato impossibile difendere Tripoli dall’Esercito Nazionale Libico, che significa mantenere la capitale sotto influenza della NATO, allo stesso tempo però, come di suo costume, Erdogan ha tirato un po’ troppo la corda, continuando incessantemente da allora fino ai giorni nostri a trasferire armi e mercenari verso la Tripolitania. E questo alla NATO non andava bene a tal punto che nei mesi scorsi sono state reiterate ma inascoltate le richieste di ritiro della Turchia dalla Libia espresse dai paesi NATO.
L’INCONTRO TRA ACERRIMI NEMICI
Ritorniamo a inizio dicembre 2021. Visto lo scenario, succede qualcosa di inspiegabile. Fatih Bashagha, uomo forte di Misurata e uno dei pilastri della Fratellanza Musulmana legata alla Turchia, si reca a Bengasi, nell’est del Paese, per incontrare Khalifa Haftar, capo dell’Esercito Nazionale Libico.
A noi non era sfuggito e ne avevamo parlato in questo articolo: https://www.
Aggiungiamo qualche dettaglio. Nell’aprile 2019, quando Haftar lancia la campagna militare “Inondazione di dignità”, per liberare Tripoli dalle milizie, dichiara che quando la capitale sarà liberata tutti gli affiliati alla Fratellanza Musulmana sarebbero finiti in carcere e il movimento politico sciolto. Due acerrimi e irriducibili nemici dunque.
Questo è il motivo per cui, quando il 21 dicembre scorso sono apparse le immagini della visita di Bashagha a Bengasi e la sua stretta di mano a Haftar (vedi foto), un po’ tutti hanno strabuzzato gli occhi.
Ebbene, oggi sappiamo cosa è successo.
LA TURCHIA CAMBIA GIOCO
Ma nemmeno dobbiamo dimenticare che in quelli stessi giorni molti deputati della Casa dei Rappresentanti, il parlamento libico, volavano in Turchia. Probabile che Erdogan abbia provato a convincerli con quale regalia, alla sua maniera, sta di fatto che ieri il parlamento, quello stesso che nel maggio 2015 aveva istituito l’Esercito Nazionale Libico, ha scelto Bashagha come prossimo primo ministro.
E se la Turchia ha deciso di cambiare gioco, pur di rimanere in Libia, aprendo di fatto un conflitto diplomatico all’interno della NATO, per altro già strisciante, con il cerino in mano è rimasta l’UE e la NATO stessa.
E tutto ciò Hala portata di cambiare persino le carte in tavola delle alleanze della Fratellanza Musulmana nel Mediterraneo, a questo punto, con conseguenze (chissà, magari positive) anche in Tunisia.
La Fratellanza Musulmana quindi, giocattolo nelle mani dell’UE, non sta più rispondendo ai comandi, al contrario sta seguendo Erdogan che, nella sua disperazione di fronte alla caduta dell’economia turca, ha bisogno di fonti energetiche a tutti i costi, disposto a rivedere ogni precedente alleanza, pur di non mollare la presa sulla Libia.
Non dobbiamo stupirci quindi se qui in Italia e in Europa sentiremo parlare di “golpe soft” o di “doppio premier” in Libia. Per l’Italia oggi in Libia è notte fonda. L’UE è rimasta con il cerino in mano e questi sono i suoi giannizzeri che strillano in soccorso.
PER L’ITALIA E PER L’UE IN LIBIA E’ NOTTE FONDA
Non c’è stato nessun golpe. Come in tutti i paesi del mondo il premier riceve la fiducia del parlamento e quello definito “parlamento di Tobruk” è l’unico parlamento esistente in Libia, eletto dal popolo nel lontano 2014, che si è dovuto insediare lontano da Tripoli, a Tobruk, perché le milizie si sono rifiutate di riconoscerlo e di lasciarlo insediare nella capitale, come da prassi.
Ma quelle milizie che nel 2014 impedirono al parlamento di insediarsi a Tripoli erano proprio le milizie di Bashagha. Quindi, ancora più chiaro è forse adesso il triplo salto carpiato avvenuto in Libia.
La pressione diplomatica degli americani che ha portato alla cancellazione delle elezioni presidenziali dello scorso 24 dicembre, ha persino spinto Turchia e Russia ad avvicinarsi in Libia per far fronte comune, arrivando a portare due pezzi grossi, come Haftar e Bashagha, acerrimi nemici, ad allearsi l’un l’altro.
Ashraf Shah, ex-consigliere dell’Alto Consiglio di Stato libico, ha commentato: “Sconfitti nell’offensiva militare di due anni fa, Saleh e Khalifa Haftar stanno cercando di entrare a Tripoli con Bashagha. Non sono riusciti a entrare a bordo di un carro armato, provano sulle spalle di Bashagha”.
Esattamente. Ricostruzione perfetta. Ma va ricordato che Bashagha due anni fa combatteva contro Haftar e ora ci si è alleato.
L’ONU ha fatto sapere che non riconosce Bashagha e continuerà a riconoscere premier Abdel Hamid Dabaiba. Incredibile. La missione dell’ONU in Libia, contingentata dalla diplomazia statunitense, si permette di interferire fino a questo punto nelle vicende interne libiche. Del resto, finora i premier succedutisi a Tripoli avevano l’avallo dell’ONU, ma non del parlamento. Pertanto ora che il parlamento si apprestato a votare la fiducia a Bashagha, l’ONU si sente scavalcato.
La NATO e l’UE risultano ancora più confuse. Per ora i loro organi di stampa reagiscono male. Per i passi concreti vedremo prossimamente.
Puntuale è arrivato un finto attentato a Dabaiba nella giornata del 9 febbraio, il giorno prima della seduta del parlamento che ha designato Bashagha premier. E subito la nostra stampa ci si è buttata, riportando la notizia dell’attentato al vecchio premier e con molto ritardo quella della nomina del nuovo premier.
Non c’è nessun doppio premier. Uno è scelto dall’ONU, l’altro dal parlamento libico. Oggi Dabaiba conta poco più di un Guaidó qualsiasi.
E I LIBICI CHE DICONO?
Possibilmente sono ancora più sorpresi di noi, ma al tempo stesso sentono che nel Paese è successo qualcosa. Se Bashagha e Haftar non si fanno più la guerra, se la milizia di Misurata, una delle più preparate, e l’Esercito Nazionale Libico non si fanno più la guerra, lo scenario è tra i migliori di quest’ultimo martoriato decennio.
Le elezioni? Possibilmente si faranno. Quest’anno o il prossimo.
Tuttavia ci sono diverse sfumature. Qualcuno non accetta che questa operazione politica sia stata condotta a freddo e avrebbe preferito che fosse stato il popolo, esprimendosi nelle elezioni, a decidere.
Per questo motivo riportiamo di seguito due corrispondenze di cittadini libici dalla Libia, entrambi, appunto, con una sfumatura diversa nell’accogliere questo nuovo evento di portata storica in Libia.
<<Bashagha premier. Haftar e l'LNA lo sostengono così come la Turchia, mentre gli USA si sentono traditi.
Sinceramente, qual è la tua sensazione? Come la vedi?
Non c'è nessuna parola sulla turchia, non ancora. Beh, le cose stanno andando abbastanza bene.
Per la prima volta tutti i libici si sono riuniti. Tutti. Partiti politici, comunità sociale, i comuni e le milizie. Tutti sono per Bashagha, il che significa anche per l'LNA.
E’ un brutto colpo per l’ONU. La porta per la sua interferenza nell’unità dei libici si è appena chiusa.
L'ONU è confusa. Non sanno come reagire, come affrontare la volontà di una nazione.
Sono ancora attaccati a Dabaiba, non per troppo tempo credo. Dabaiba rifiuta ancora di lasciare, ma i suoi ministri sono pronti ad abbandonare nave che affonda>>.
Un altro libico però non è altrettanto soddisfatto.
<<E’ un gioco di troni e di alleanze. Mi sento tradito.
L'unica vera soddisfazione sono le elezioni. Che ora dovrebbero tenersi dopo un altro periodo di transizione di 14 mesi.
Stanno estendendo il mandato scaduto e aprendo un altro capitolo di incertezza.
Tradito da chi? Dal Parlamento di Tobruk, dall’Esercito Nazionale Libico?
Dal parlamento. Dal governo. L’unico compito di questo governo di unità era quello di unire e fare le elezioni. Ha dirottato la scena e ha preso un percorso totalmente corrotto, con Dabaiba che fa di tutto per ostacolare le elezioni regolari. Il Parlamento è stato corrotto.
Non hanno nemmeno detto in modo equo che le elezioni non sono avvenute.
L’Esercito Nazionale Libico è una barzelletta in questo momento. È più una milizia per Haftar che un esercito della Libia.
Quindi è ovvio che senza elezioni gli stessi corrotti sono al potere.
Nessuno che sia stato eletto o scelto. 2,5 milioni di persone si sono registrate per le elezioni. È una dittatura totale con chi ha più milizia o potere. Come Bashagha
La Turchia ha avuto un approccio morbido con Haftar e l’Est e ora ha tutto in tasca il governo, gli accordi sono stati fatti sottobanco.
Esattamente. Come se i Fratelli Musulmani e l’Esercito Nazionale Libico si alleassero insieme contro la Nato. Con l'appoggio della Russia. Non credi?
In questo momento lo scenario è pace e diplomazia. Ma potresti avere ragione. Le alleanze si stanno formando. La guerra è un capitolo dimenticato. Ora si divide la posta sul tavolo e ci si stringe la mano.
Tutto va bene con le milizie che sostengono Dabaiba? Tutti accetteranno Bashagha ora?
Tutti sulla scena hanno dimostrato il loro valore militare e guadagnato la loro parte di ricchezza ed è in piedi forte sul proprio terreno. Dabaiba ha pochi miliziani che non sono pronti a combattere. Giureranno fedeltà a Bashagha e abbandoneranno la nave di Dabaiba. Non sono stupidi.
Salutate il nuovo re, come dicono. Abbiamo un detto arabo: “se tuo padre muore e tua madre si risposa, il nuovo marito è tuo padre”.
Quindi niente di cui preoccuparsi.
Pensi che cambierà qualcosa riguardo ai centri di detenzione per i migranti, la schiavitù, il traffico di esseri umani?
Ne dubito, ma a Bashagha piacerà lucidare la sua figura. Così i migranti potrebbero ricevere servizi migliori. Bashagha ha il potenziale per unire il paese. Ma non posso confermare nulla fino a che non vedrò i prossimi mesi. Per ora sono solo slogan.
Non credi che Bashagha stia cambiando cavallo e che ora sia lo strumento di un conflitto all'interno della Nato tra USA e Turchia con i russi che sostengono quest'ultima. A causa dell'Ucraina la situazione tra la Russia e la NATO è calda.
Sono sorpreso di quanto Haftar abbia sostenuto Bashagha in modo rapido e convinto.
La Nato ha chiesto alla Turchia di ritirarsi dalla Libia, loro non hanno accettato, al contrario.
Haftar ha bisogno di un cavallo di Troia per l'ovest della Libia. Bashagha è quel cavallo di Troia. Ha un'enorme milizia sotto di lui e questa alleanza dà l’accesso (a tripoli) ad Haftar. Misurata e la Fratellanza Musulmana ascolteranno Bashagha e cercheranno di unificare l’esercito.
La Turchia vuole la ricchezza della Libia, ora può ottenerla pacificamente, non c'è bisogno della guerra.
Quindi una alleanza Russia-Turchia in Libia contro l’UE. È possibile?
Molto probabile.
Sì
Penso che i russi siano più morbidi in Libia. La crisi della Nato in Ucraina è prioritaria. E la Turchia e la Russia sono sulla stessa lunghezza d’onda.
Sì, ma è una questione complessa (in Ukraina, i Russi) hanno bisogno di un approccio multiplo.
L'ironia è che il popolo non ha voce in capitolo in niente. E’ tutto uno scherzo.
Vero>>.
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