Con le regole attuali l’ex premier non può guidare M5S. L’idea di creare un’altra associazione per evitare ricorsi.
«Il problema è legato ai tempi e alle modalità»: nei Cinque Stelle l’ingresso di Giuseppe Conte nel Movimento viene atteso quasi come un passaggio necessario, a tratti «salvifico». Praticamente tutti i big al completo si sono già spesi in endorsement di benvenuto all’ex premier. Nel gruppo parlamentare l’ingresso viene accolto da percentuali bulgare in termini di assenso. La diplomazia pentastellata sta lavorando ancora senza sosta: negli ultimi giorni sono stati diversi i contatti tra Roberto Fico e Conte,ci sarà anche un vertice domenica prossima con Beppe Grillo. Il garante ha deciso di riunire lo stato maggiore del Movimento domenica a Marina di Bibbona: un summit che dovrebbe vedere tra i partecipanti Luigi Di Maio, Roberto Fico, Davide Casaleggio e probabilmente anche l’ex presidente del Consiglio (che oggi torna in cattedra a Firenze per una lectio magistralis). Perché tanta fretta?
Perché nel Movimento cresce l’ansia sull’iter. Il clima incandescente che c’è nei gruppi è un problema. E così pure la necessità di una conferma del nuovo disegno politico, che ha in Conte «un perno essenziale».«Dobbiamo chiarire se possibile prima della nascita del comitato direttivo l’impronta che l’ex premier ha in mente», dicono nel Movimento. Il vertice di domenica — voluto dal garante — servirebbe proprio per mettere nero su bianco il progetto e le modifiche statutarie da proporre. Ecco perché un conclave Cinque Stelle. Una mossa proprio per dipanare dubbi ed evitare di alimentare tensioni. Conte, da norma, non può correre per l’organo collegiale e una nuova modifica dello statuto allungherebbe di nuovo i tempi, posticipando il suo ingresso tra i Cinque Stelle a primavere inoltrata. «Meglio anticipare il percorso», hanno ragionato i big. Il Movimento vorrebbe avere Conte con sé «presto» come ha sottolineato Luigi Di Maio, anche per poter ricostruire l’immagine e «pesare» in vista delle alleanze future.
C’è anche un problema di modi. Si studia come superare lo status quo attuale. «Conte deve entrare in qualcosa di nuovo, senza grattacapi pendenti», dicono sibillini nel Movimento. E si fa strada di nuovo l’ipotesi messa nel cassetto qualche tempo fa di confluire ancora in una nuova associazione, che riparta da zero e che abbia anche un rapporto«più chiaro e netto» con Rousseau. Un progetto — c’è chi puntualizza — «che potrebbe anche vedere l’ex premier tra i nuovi fondatori. Insomma, una idea al momento anche per «ingolosire» l’ex premier e nobilitare il suo passo verso i Cinque Stelle.
«Se dobbiamo costruire una nuova casa — è il ragionamento che fa un pentastellato — è meglio farlo dalle fondamenta, senza pendenze con il passato: un solco che prosegua ciò che è stato fatto, che metta anche al riparo il suo leader dai strascichi in tribunale». Il summit da Grillo servirà proprio per dipanare questi dubbi e portare avanti il progetto di un Movimento 5.0, con le cinque stelle declinate in chiave «più moderna». Facile anche che tra i nodi toccati si guardi al terzo mandato, un totem che in un Movimento che ha bisogno di strutturarsi e che è profondamente cambiato non sia più intoccabile: un’altra spina da risolvere per il premier prima di entrare nella complessa sfera dei Cinque Stelle. La sensazione è che all’orizzonte ci possano essere altri scossoni e mal di pancia. Ma c’è chi lo tiene in considerazione. «Ripartiamo in fretta, ma soprattutto ripartiamo convinti: senza dover accapigliarci a ogni passo. Meglio pochi, ma buoni», chiosa un pentastellato.
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