(Un lettore scrive:)
Scoperto a fine del 2011 che purtroppo non potevamo avere figli, sono andato al Tribunale dei minori di Roma per chiedere informazioni per la procedura di adozione. Una scocciatissima dipendente presso l’Ufficio informazioni mi dice che come pre-requisito dovevamo avere due incontri con una associazione denominata “pollicino” che è un centro per l’affidamento familiare e per l’adozione del Comune di Roma (Roma Capitale | Sito Istituzionale | Adozioni
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) . Faccio presente che i due incontri in questa struttura (giugno e settembre 2012)– che avrebbero dovuto fungere da prima scrematura, ovvero capire se veramente la coppia era pronta ad accogliere un bambino – sono stati gli unici con personale che aveva una certa empatia col pubblico, anche se le loro informazioni non sono servite assolutamente a nulla per il proseguo.
A fine dei due colloqui ci è stato dato un attestato di partecipazione che abbiamo portato in Tribunale dove nell’ottobre del 2012 ci fu dato un prestampato per la richiesta di essere considerati per il percorso adottivo ovvero un questionario informativo per adozione di minorenni con l’elenco di tutte le visite mediche e psichiatriche da fare, chiaramente in strutture pubbliche, il nulla osta del commissariato di zona e il percorso con i Servizi Sociali.
Nel novembre il tribunale ci comunica il protocollo della domanda e ci fornisce gli uffici dove presentare la documentazione ovvero la A.S.L., la Medicina Legale e il Commissariato P.S. di zona.
Verbalmente ci fu detto che saremmo stati chiamati.
Passati diversi mesi mi recai di nuovo in Tribunale chiedendo quali erano i tempi di attesa e la stessa “signorina” mi disse: “Caro signore ma se lei non si attiva per fare queste cose, mai!”, chiaramente a mia rimostranza ero io a non aver capito!.
Richiesta lastra al torace e visita psichiatrica
Iniziamo col Commissariato di PS e qui in 24 ore avevamo fatto; dopo, abbiamo iniziato a prenotare una valanga di visite ed esami – per fortuna gratis, l’unica cosa che non abbiamo pagato – tra cui la lastra al torace??!!?? – presso strutture pubbliche con attese che lei può immaginare tant’è che per fare la visita psichiatrica da Roma siamo dovuti andare a Frosinone e già siamo arrivati a primavera inoltrata del 2013.
[ovviamente il Sistema si preoccupa che i genitori ialiani, sani e benestanti aspiranti all’adozione non abbiano la TBC – cosa che non lo preoccupa riguardi agli africani subsahariani, fra i quali infuria. Ineffabile l’obbligo di visita psichiatrica – che non viene richiesta invece alle affidatarie lesbiche di Bibbiano, palesemente squilibrate) NDR.
Nel frattempo ci siamo attivati presso i Servizi Sociali che hanno voluto sapere tutti gli affari nostri e della nostra famiglia (per esempio dove si sono conosciuti i vostri genitori?) e hanno voluto il nulla osta dei nostri genitori all’adozione, perché altrimenti il percorso si fa difficile (ma la privacy? Qui non vale!).
Sono venuti a vedere la nostra casa – portandosi pure gli allievi assistenti sociali – chiaramente criticando tutto e domandandosi perché non avevamo già attrezzato la camera per il bambino e volendo vedere pure lo sgabuzzino delle scope e dicendo che certo ci fosse stato il giardino sarebbe stato meglio…..
Presso la locale ASL un solerte infermiere ha allertato il dottore dicendo che dagli esami si vedeva che mia moglie aveva la “Sifilide”. Mia moglie quasi sviene – ma comunque partono una serie di accertamenti clinici presso l’Ospedale Spallanzani di Roma dove ci viene spiegato che quel tipo di esame è vecchio più di 50 anni e da tanti falsi positivi, ma comunque a parte lo spavento sottopone mia moglie e esami clinici e visite al fine di avere una certificazione che consentisse di andare avanti con la pratica di adozione, sui costi di tutti gli esami e visite soprassiedo.
Dopo aver perso molti mesi, per via di questa disavventura, con tutta questa montagna di documenti chiediamo appuntamento al Tribunale dei minori di Roma che dopo la consegna della relazione dei servizi sociali nel Marzo del 2014 ci accordano nell’Aprile del 2014 per il colloquio finale con il magistrato.
Subiamo una inquisizione da parte di una solerte dottoressa che prima di augurarci il buongiorno esordisce dicendo che bambini da adottare non ce ne sono e che comunque quei pochi vanno alle coppie giovani di ventenni sposate – mi dica carissimo Direttore quante coppia ventenni conosce che si sposano attendono 3 anni dal matrimonio e si fiondano a fare domanda adottiva, e già qui…. (http://www.commissioneadozioni.it/media/1619/report-annuale-cai-2018.pdf)
Comunque il Tribunale nel Maggio del 2014 ci fa idonei e ce lo notifica nel luglio sempre del 2014.
In conseguenza ci consiglia di fare richiesta di adozione internazionale, e qui comincia la seconda parte dell’avventura….
Iniziamo a informarci su quale fosse l’ente più serio e affidabile e soprattutto su quale paese potesse rivolgersi la nostra attenzione.
Guardiamo allora agli enti autorizzati ad operare in Romania (mia moglie è Romena e speravamo che questa cosa potesse essere d’aiuto ) e puntiamo dritti su ARAI (LAZIOADOZIONI – Servizio Pubblico Adozioni-Convenzione Arai
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) che tra parentesi è l’unico ente pubblico (della regione Piemonte) che si occupa di adozioni internazionali e questa cosa mi dava una certa fiducia, ma avevano la licenza sospesa e non era mai il momento del rinnovo. Dopo un po’ abbiamo capito capito che non era una cosa che si sarebbe sbloccata in tempi brevi e il nostro sguardo va su Ai.Bi. – ASSOCIAZIONE AMICI DEI BAMBINI (Scheda Ente – Commissione per le Adozioni Internazionali
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) che le statistiche indicano come il secondo ente per numero di abbinamenti e successive adozioni. Telefoniamo per un appuntamento e già li le cose iniziamo a mettersi male non c’era mai il responsabile per poter aver un colloquio con lui e pure fare un mini corso orientativo era un problema, non c’era mai la possibilità di farlo. Qui diciamo che ci arriva in soccorso lo Stato Rumeno perché blocca le adozioni con l’Italia, mi sembra di ricordare per qualche brutto episodio di cronaca nera che coinvolgeva il nostro paese.
Allora nel voltiamo lo sguardo sulla Russia forti delle statistiche che affermavano che quasi il 50% dei bambini adottati provenivano dalla Repubblica Russa e che la stragrande maggioranza li abbinava la onlus CIFA (Scheda Ente – Commissione per le Adozioni Internazionali
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) .
Ente interessante fondata da un ex dirigente fiat (CIFA | Centro Internazionale per l’Infanzia e la Famiglia ✓ Scheda Verificata
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) ha il più altro numero di bambini adottati (Adozioni internazionali, ecco come è andato il 2016
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) e aveva una parvenza di serietà (FEDERAZIONE RUSSA
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) .
Io e mia moglie andiamo in sede in un elegante palazzo dietro piazzale Flaminio in Roma dove ci vengono magnificati tutti i loro brillanti risultati e ci viene sottoposto un contratto per il conferimento incarico all’Ente (gennaio 2015)!!!
I Costi sono € 3.800 acconto spese di gestione e corso di formazione (obbligatorio) all’atto dell’incarico…. Così sulla fiducia a scatola chiusa!!!
E sono comprensivi di un corso di due giorni, una full immersion di un fine settimana – effettuata nel marzo del 2015 – dove una psicologa e un operatrice CIFA ci hanno “spiegato” tante cose….
Io caro direttore non mi sono mai rotto i c. come in quei due giorni dove ci ripetevano che i bambini negli orfanotrofi stavano bene!!!! E che comunque loro erano i protagonisti della vicenda e come a noi ci stavano facendo un piacere. Le assicuro che molte coppie – era palese – si sarebbero fatte fare qualsiasi cosa pur di arrivare ad adottare un bimbo, ma tralascio questo fatto.
Dopo 6 mesi dalla fine del sedicente obbligatorio corso nell’ottobre 2015 del chiedo se occorre ancora molto tempo per l’abbinamento che non si capisce chi lo fa e con quali criteri, tra l’altro. Curiosità: io e mia moglie non amiamo volare e avevamo chiesto se possibile un posto con non tante ore di volo….
Ad inizio novembre ricevo una telefonata, io ero in strada, dove mi si dice che c’era una bimba di 6 anni e se accettavo l’abbinamento, così su due piedi , altrimenti c’era pronta la concorrenza…..e questo in una città siberiana vicina al confine con la Cina.
Accetto e con mia moglie moglie andiamo presso la sede dell’ente – dove paghiamo altri € 3.000 come acconto per pratica di adozione estera Russia – dove ci fanno vedere le foto della bimba, una bimba bellissima, ma dove in una foto aveva uno sguardo un po’ spento e nel filmato di una trentina di secondi che l’orfanotrofio aveva fatto pervenire all’ente mia moglie aveva visto la piccola con qualche problemino motorio. L’ente ci informava che la piccola aveva la “Fenilchetonuria”, (Orphanet: Fenilchetonuria
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) ma era una stupidagine tipo la celiachia e che avremmo potuto parlarne con il loro pediatra di riferimento del policlinico “Gemelli”, e comunque ce l’avrebbero abbinata ma scrivevano che bontà loro avevamo qualche giorno per decidere visto la problematica della bimab. Noi invece siamo andati all’Ospedale Bambin Gesù e abbiamo parlato con la dottoressa che si occupa di questa malattia. La dottoressa ci ha indicato che la malattia è molto seria e porta a ritardi mentali importanti, che presumibilmente mia moglie già aveva visto nel filmato.
Tutto ciò ci porta a rifiutare l’abbinamento nonostante l’insistenza dell’ente che ci invitata a partire per vedere la situazione di persona perché probabilmente mal consigliati o esageratamente spaventati, magari se ne parlavamo con il loro medico…. Il tutto chiaramente finalizzato al pagamento di più di € 17.000 per i costi di procedura all’estero, che chiaramente andavano a finire tutti in Russia per spese burocratiche , mentre il viaggio e il soggiorno di una decina di giorni mio di mia moglie e dell’interprete era tutto a spese nostre!
Noi non ce la siamo sentita di buttare tutti questi soldi dopo aver già speso € 6.800. praticamente a fondo perduto perché di corrispettivo non ce n’è stato e ci siamo rifiutati di partire.
Dopo circa 10 giorni ci è stato proposto un altro abbinamento ma mia moglie già provata psicologicamente e io rispondemmo che avevamo bisogno di un po’ più di tempo per superare lo shock. La segretaria dell’ente allora pure seccata ci rispose che forse dovevamo parlarne con il loro psicologo per superare il problema.
Dopo questo problema abbiamo messo in mezzo l’avvocato affinché la cifa ci risarcisse di questo deprecabile episodio, alla fine hanno fatto un offerta di circa € 1.500 che abbiamo accettato tanto se andavamo in causa sicuramente la perdevamo, ci avrebbero fatto passare come epigoni di Hitler!
In conclusione Direttore ho tutte le ricevute dei pagamenti dei verbali ecc, ma avendo fatto la transazione con l’avvocato dove rinunciavo a qualsiasi altra richiesta futura le chiederei di essere cauto con i nomi degli ENTI…. Sono peggio del KGB
In conclusione: questa storia mi ha messo sotto gli occhi che i bambini sono merce da vendere e comprare.
Dalle adozioni in Italia impossibili a meno che non sei una persona importante, a quelle internazionali che a quanto ho visto sono delle vere e proprie macchine mangiasoldi dove gli enti ti propongono il materiale di scarto, quello dove gli istituti locali dovrebbero spendere per curarli mentre i bambini sani se li tengono gelosamente oppure vanno in casa famiglia a fare chissà che , e poi vorrei sapere quale è il loro destino dopo che hanno raggiunto la maggiore età….
Carissimo direttore questa vicenda mi ha dato una amarezza che a distanza di anni aumenta invece di diminuire e il mio pensiero va a tutti quei poveri figli di Dio considerati quarti di bue da vendere e comprare, e su questo attendo la vendetta di Dio, perché altrimenti dubiterei veramente tanto della sua esistenza.
Per qualunque chiarimento resto a sua disposizione
Con Stima
Bruno B.
Ps. Mi perdoni eventuali errori: l’ho scritto di getto e non ho avuto il coraggio nemmeno di rileggerlo.
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