Il 21 di Gennaio l’esercito israeliano ha demolito un edificio nel villaggio di Ar Rifa’iyya e una cisterna d’acqua nel villaggio di Hawara. L’esercito ha inoltre danneggiato l’unica strada che collega il villaggio di At Tuwani e i villaggi attorno la citta di Yatta nelle colline a sud di Hebron. I trevillaggi si trovanonell’Aria C.
Attorno alle 8:30 due bulldozer e tre veicoli del District Coordination Office (DCO) sono entrati nel villaggio di Ar Rifa’iyya scortati da cinque veicoli della polizia di frontiera.Le forze israeliane demoliscono due villaggi e danneggiano una strada cruciale nelle colline a sud di Hebron I trevillaggi si trovanonell’Aria C......
Attorno alle 8:30 due bulldozer e tre veicoli del District Coordination Office (DCO) sono entrati nel villaggio di Ar Rifa’iyya scortati da cinque veicoli della polizia di frontiera. Hanno demolito la casa di Amed Mohammad Jaber Amor e la sua famiglia di 20 persone. Suo fratello Sabbri ha dichiarato che la casa era stata demolita altre due volte perché si trovava a tre metri di distanza rispetto il piano regolatore del villaggio. Alle 9 del mattino le forze israeliane si sono spostate presso il villaggio di Hawara dove hanno distrutto la cisterna di Musa Abu Aram. La cisterna era piena d’acqua, per cui la sua distruzione rappresenta un grosso danno dato che le risorse idriche della zona sono piuttosto scarse.Entrambi i villaggi si trovano lungo la strada 317.
Più tardi il convoglio militare si è fermato all’entrata del villaggio di Tuwani per danneggiare la strada che connette i villaggi della zona di Massafer Yatta con la città di Yatta situata più a nord. I bulldozer hanno distrutto il muretto lungo la strada ed hanno ammucchiato le macerie al centro per ostacolare il traffico. Tuttavia le autorità locali sostengono di aver mai ricevuto un ordine di demolizione per quella strada e che anzi avevano chiesto all’Amministrazione Civile Israeliana che regola le attività in Cisgiordania, un’autorizzazione per quella strada senza però ricevere risposta.
“Il proposito delle demolizioni è quello di espellerci da qui e portarci dall’altra parte della strada 317”, ci ha detto Sabbri M. J. Amor del villaggio di Ar Rifa’iyya.” Ciò nonostante ricostruiremo questa casa un’altra volta. La resistenza palestinese è come l’erba: si secca, ma quando piove ritorna a crescere.”
Background
La politica portata avanti dalle autorità israeliane nella zona C restringe la possibilità d’accesso ai bisogni essenziali dei residenti e impedisce lo sviluppo delle comunità palestinesi. Una ricerca dell’OCHA Occupied Palestinian Territories dimostra che “in alcune comunità, alcune famiglie sono obbligate ad abbandonare le loro case a causa delle politiche nell’ Area C. Dieci su tredici comunità visitate dall’OCHA hanno dichiarato che le famiglie abbandonano la zona perché le politiche realizzate nella zona rendono impossibile ai residenti di rispondere alle necessità quotidiane e mantenere la loro presenza nel territorio.”
La maggior parte della zona C è stata progettata come zona militare e come zona per espandere le colonie israeliane, diminuendo lo spazio e le opportunità di sviluppo delle comunità palestinesi. Mentre è praticamente impossibile per i Palestinesi ottenere un permesso di costruzione, le colonie israeliane ricevono un trattamento preferenziale in termini di allocazione delle risorse naturali e idriche, approvazione di piani di sviluppo e applicazione della legge.
Secondo la Quarta Convenzione di Ginevra, le Convenzioni dell’Aia, la Corte di Giustizia Internazionale e diverse risoluzioni dell’ONU, tutte le colonie israeliane e gli avamposti nei territori palestinesi occupati sono illegali. La maggior parte degli avamposti come quello di Havat Ma’on (Hill 833) sono considerati illegali anche dal diritto israeliano.
L’operazione Dove opera internazionalmente a At Tuwani e nelle colline a sud di Hebron dal 2004.
traduzione: Luciano Martorana
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