Mosca ha convocato gli ambasciatori Inglesi e
Francesi.
E Londra e Parigi si sono rimangiati le minacce…
Maria Zakharova: Sulla convocazione dell’ambasciatore britannico Nigel Casey presso il Ministero degli Esteri russo
Il 6 maggio l’ambasciatore britannico a Mosca, N. Casey, è stato convocato presso il Ministero degli Esteri e gli è stata espressa una forte protesta in relazione alla recente dichiarazione del primo ministro britannico D. Cameron, che in un’intervista all’agenzia di stampa Reuters, affermava il diritto dell’Ucraina di colpire il territorio russo utilizzando armi britanniche.
- Casey ha sottolineato con fermezza che lo sfogo ostile di Cameron contraddice direttamente le precedenti assicurazioni fornite dalla Gran Bretagna, durante la consegna dei missili da crociera a lungo raggio al regime di Kiev, secondo cui in nessun caso [gli StormShadow] sarebbero stati utilizzati sul territorio russo. Pertanto, il capo del Foreign Office ha sconfessato la posizione assunta in precedenza, riconoscendo il suo Paese come parte de facto del conflitto.
All’ambasciatore è stato detto che la parte russa considera le parole di Cameron come la prova di una grave escalation e la conferma del crescente coinvolgimento di Londra nelle operazioni militari al fianco di Kiev.
Nigel Casey è stato avvertito che la risposta agli attacchi ucraini con armi britanniche in territorio russo potrebbe essere rappresentata da tutte le strutture ed equipaggiamenti militari britannici situati sia in territorio ucraino che oltre i suoi confini.
L’ambasciatore è stato invitato a riflettere sulle inevitabili conseguenze catastrofiche di tali passi ostili da parte di Londra e a smentire immediatamente nel modo più deciso e inequivocabile le bellicose dichiarazioni provocatorie del capo del Foreign Office.
Londra, perchè provocare il Poseidon?
Il conduttore di Rossija 1:
Sembra che ci sia una cospirazione in corso nelle isole britanniche. Perché minacciare la Russia infinita con armi nucleari mentre si è seduti su una piccola isola? L’isola è così piccola che basta un missile Sarmat per affondarla una volta per tutte. Questo è solo un lancio e l’Inghilterra se ne andrà, una volta per tutte!
Un’altra opzione per far precipitare la Gran Bretagna nell’abisso è il drone robot russo Poseidon. Non c’è modo di fermare questo drone sottomarino. La testata su di essa ha una capacità fino a 100 megatoni. L’esplosione di questo siluro termonucleare al largo delle coste della Gran Bretagna solleverà un’onda gigante alta fino a 500 metri. Una simile raffica d’acqua è anche portatrice di dosi estreme di radiazioni. Passando sopra le isole britanniche, trasformerà ciò che ne resta in un deserto radioattivo”: gli inglesi devono guardare con più attenzione la televisione russa
Per Macron:
Convocato al Ministero degli Esteri russo, l’ambasciatore francese Pierre Levy ha lasciato il palazzo dopo circa 40 minuti (di sonora lavata di testa) rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni alla stampa
Macron “La Francia non è in stato di guerra con la Russia”.
Subito dopo la visita dell’ambasciatore francese al Ministero degli Esteri russo, Macron si è affrettato a fare retromarcia Evidentemente al Sign. Levy era stato trasmesso un messaggio analogo a quello fatto pervenire poco prima al collega britannico Casey.
Maria Zakharova: In quale Stato si trova allora il presidente francese che fa dichiarazioni così contraddittorie e compie passi così aggressivi? [allusione al ciclo mestruale, se non l’avete capita, ndr.]
Per Washington:
La Russia interpreterà la presenza di aerei F-16 in Ucraina, indipendentemente dalla loro configurazione, come potenziali portatori di armi nucleari, secondo il Ministero degli Esteri russo. Il ministero ha inoltre affermato che la Russia mantiene il diritto di rispondere simmetricamente se i missili INF terrestri di fabbricazione americana emergono, indipendentemente dalla posizione.
Il termine “missile INF” si riferisce ai missili delle forze nucleari a raggio intermedio (INF). Si trattava di missili balistici o da crociera lanciati da terra con una gittata compresa tra 500 e 5.500 chilometri (da 310 a 3.417 miglia circa).
Il Trattato INF, firmato tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica nel 1987, mirava ad eliminare questi missili e i loro lanciatori. Il trattato fu un importante accordo sul controllo degli armamenti durante l’era della Guerra Fredda e contribuì a ridurre il rischio di una guerra nucleare in Europa rimuovendo una classe di armi che potevano raggiungere obiettivi in tempi relativamente brevi. Tuttavia, nel 2019, gli Stati Uniti si sono ritirati dal Trattato INF, citando presunte violazioni russe e preoccupazioni per le crescenti capacità missilistiche della Cina. Questo ritiro ha sollevato preoccupazioni circa il potenziale di una nuova corsa agli armamenti e un aumento delle tensioni tra le maggiori potenze.
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