Medici, avvocati, magistrati, ricercatori, insegnanti tutti uniti per chiedere a Giorgia Meloni, al Ministro della Salute Schillaci e al sottosegretario Gemmato una cosa sola: poter aver accesso a campioni di vaccini anti-Sars-Cov2 delle case farmaceutiche Pfizer-Biontech, Moderna, Johnson&Johnson, Astrazeneca e Novavax per condurre delle ricerche indipendenti.
Nella lettera i ricercatori, tra cui spiccano i nomi di Giovanni Frajese, Laura Teodori, Alessandra Chiavegatti e molti altri, chiedono di poter acquisire i campioni dei vaccini in maniera indipendente presso farmacie, Asl o presso medici di medicina generale adibiti alla vaccinazione negli ultimi due anni:
“Come scienziati, medici e professionisti che operano per il bene dei pazienti e della collettività”, si legge nella lettera, “riteniamo nostro dovere etico e morale eseguire in modo indipendente e senza conflitto di interesse quelle prove sperimentali che possano approfondire i meccanismi di azione, di dimostrare la sicurezza e mancanza di effetti nocivi degli stessi, dati che ad oggi a noi risultano mancanti o assolutamente non esaustivi”.
Come ben sappiamo, infatti, i farmaci anti-covid approvati in via condizionata sono stati somministrati a chiunque, donne incinte, bambini, fragili e anche guariti ma nel contempo resi indisponibili a ogni richiesta di analisi indipendente perché protetti da “riservatezza”. Una logica che sfuggiva prima e che ad oggi non ha più alcuna ragione d’essere.
L’appello finale va al Governo, a cui i firmatari della lettera chiedono una “rapida modifica delle disposizioni” così da poter esercitare liberamente il diritto di studio e ricerca indipendente anche sui vaccini anti-covid, così come accade per ogni altro farmaco immesso sul mercato.
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