Cari amici e nemici di Stilum curiae, il nostro Arrendersi All’Evidenza ci offre questa disamina molto ampia e completa su quello che chi ha ricevuto una o più dosi di siero ha in corpo, con tutte le possibili conseguenze, anche pericolose. Fra l’altro AAE cita uno studio di recentissima pubblicazione, che potete trovare a questo collegamento. Buona lettura.
NIENTE DA DICHIARARE?
No, non siamo in dogana, ma quantificare serve per capirsi ed essere credibili nelle intenzioni. Facciamo un ripassino prima di addentrarci nelle dichiarazioni fatte ai vaccinati ai quali è stato richiesto di dichiarare, con firma, che erano consapevoli di tutto quel che stavano facendo accettando la somministrazione del siero.
CHE COSA VIENE INIETTATO NEL BRACCIO
Dopo aver diluito il contenuto della fiala, una dose per adulti del siero sperimentale Pfizer-Comirnaty inietta 0,3 millilitri di liquido contenenti 30 microgrammi di istruzione mRNA. Nel caso di Moderna-Spikewax la dose inoculata è di 0,5 ml, contenenti 100 microgrammi. L’apparente differenza di dosaggio non confonda, perché il Tozinameran (Pfizer) e l’Elasomeran (Moderna), i due principi attivi di istruzione genica, si equivalgono come capacità di produrre la risposta immunitaria desiderata.
Per il vaccino Pfizer ogni filamento mRNA codificante la spike consta di 4284 nucleotidi suddivisi in sei sezioni. Nell’elasomeran Moderna i nucleotidi della catena sono 4101. Insieme a questi principi attivi, sostanzialmente un mRNA modificato (non c’è uracile, ma metil-pseudouridina) vengono iniettati gli eccipienti, i più critici dei quali sono i nanolipidi cationici.
PUO’ ESSERCI DELL’ALTRO?
Le quantità implicate in questo esperimento sono talmente piccole che non ci si capacita del rischio. Si è infatti portati a pensare che, al più, anche un’eventuale impurezza del 1% sarebbe veramente poca cosa. Anche degli eccipienti si potrebbe dire lo stesso: del PEG per esempio si sa che può dare anafilassi, mentre dei nanolipidi cationici (il cui uso sarebbe è ammesso solo per laboratorio e non accettabile nemmeno in veterinaria) si sa che, veicolando l’istruzione genica, la concentrano in certi organi più che in altri. Ma, anche in questo caso, parliamo di qualche centinaio di milligrammi.
La parola chiave di questa tecnologia però è la parola nano: ovvero 10 alla meno nove. Un miliardesimo di qualcosa (il grammo) che siamo abituati a considerare come normale o potenzialmente pericoloso. Se la farmaceutica aveva spinto a curare con milligrammi o microgrammi per le molecole farmacologicamente più attive, adesso qui stiamo muovendoci in un ambito mille volte più piccolo ma altrettanto capace di produrre effetti. E, in un esperimento, milioni di esseri umani fanno da cavie.
E’ risaputo che la maggior parte degli effetti avversi gravi è concentrato su un certo numero di lotti di vaccino. Che cosa vorrà dire? Non sembra essere in relazione con la successiva movimentazione, il rispetto della catena del freddo, la manualità dei somministratori. E se i lotti non sono tutti uguali, sarà per caso (problemi di produzione, lotti differenti di materie prime, procedure di purificazione non condotte con il medesimo scrupolo, controlli finali incapaci di intercettare il problema) oppure per scelta (un esperimento nell’esperimento)? Tra la prima, la seconda, la terza e la quarta dose, un vaccinato riceve davvero sempre la stessa cosa? E che cosa potrebbero contenere quei lotti che hanno provocato gli effetti avversi gravi?
L’OSSIDO DI GRAFENE
E’ certamente la sostanza più citata da chi nutre sospetti sulla possibile presenza di sostanze indesiderate nei vaccini. Si sa che può disperdersi in una soluzione acquosa o addirittura sciogliersi in acqua (ha una solubilità in acqua pari a 6 nanogrammi per millilitro: torna il nano, quel piccolo che non si vede se non si cerca con la lente di ingrandimento). In 100 (Moderna) o in 30 (Pfizer) microgrammi di istruzione attiva per dose, qualche centinaio di nanogrammi di ossido di grafene potrebbe starci benissimo senza farsi notare. L’equivalenza è presto fatta: 300 nanogrammi sono 0,3 microgrammi, 1/100 dell’attivo in Tozinameran.
ED ECCO UN CASO DI APPLICAZIONE DI QUESTI DUBBI
Downloads/2022-Analisi-
I ricercatori hanno studiato il sangue dei vaccinati. Al microscopio sono state osservate in campo oscuro gocce di sangue periferico fresche prelevate mediante pungidito dal polpastrello di 1006 soggetti sintomatici dopo inoculazione con vaccino a mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna), di una, due o tre dosi.
In 948 casi (il 94%), a distanza media di un mese, erano visibili alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti e la presenza nel sangue periferico di particelle di varia forma e dimensione di dubbia natura. A 12 soggetti sono state eseguite analisi del sangue con la stessa metodica prima della vaccinazione, con quadri ematologici assolutamente normali.
Un effetto che vale per il 94% dei casi è da attribuirsi alla “normalità” di questo tipo di vaccinazione e non a sue singolarità. Di 4 di questi casi vengono presentati nel dettaglio tutti gli approfondimenti che ne sono seguiti. I ricercatori hanno osservato la presenza nel sangue di aggregati a scaglie, cristallini, fibro-tubulari che definiscono “presumibilmente grafenici”. Questi agglomerati, osservati circa due medi dopo l’iniezione genica, assumono le forme più strane. Le dimensioni misurate sono di circa 160 micron. Teniamo presente che un globulo rosso ha un diametro di circa 8 micron e quindi il mostricciattolo è 20 volte più grosso di lui.
Viene mostrata un’immagine a 2 mesi dall’inoculo definita emblematica della tendenza con cui le inclusioni presumibilmente grafeniche tendono ad assemblarsi. Le alterazioni a carico degli eritrociti evidenziate nei quattro casi studiati approfonditamente mostrano una tendenza alla aggregazione/disgregazione, impilamento, emolisi… causati dalla nota tossicità vascolare della proteina Spike prodotta dai soggetti inoculati con vaccini a mRNA, ma la presenza di aggregati “strani” si aggiunge a questo dato ormai accertato.
Questo studio si aggiunge a quelli più celebri del Dr. Noacks e del Dr. Campra, poi replicati in altre nazioni.
IN DEFINITIVA
Potrebbe essere presente dell’Ossido di grafene nei vaccini sperimentali? Si.
E’ ufficialmente dichiarata la sua presenza nella formula approvata? No.
E’ stata riscontrata la sua presenza? Sì (in microscopia elettronica per le nanoporaticelle, in spettroscopia Raman e altri modi). https://www.enea.it/it/
C’è in tutti i tipi di vaccini circolanti? Ci sono dimostrazioni forensi per Pfizer, Moderna, Astra Zeneca.
http://ukcitizen2021.org/Case_
L’ossido di grafene (o altre sostanze carboniose in nanoparticelle ad esso correlate, oltre all’ossido di ferro) c’è in tutti i lotti di vaccino mRNA in commercio? Non si sa.
E’ vero che queste strutture, dove osservate, mostrano una capacità di auto-ricombinarsi nel tempo? Sì.
L’ossido di grafene è tossico? Sì. I nanomateriali a base di ossido di grafene possono superare tra l’altro la barriera ematoencefalica. Sono dannosi per i mitocondri e per il DNA e agiscono negativamente anche sull’apparato riproduttivo. Possono essere causa di disfunzioni geniche e promuovere l’infiammazione. Si veda l’interessante articolo qui citato, del 2016.
https://
La presenza di queste sostanze potrebbe spiegare la differente pericolosità dei lotti? Se fosse verificata una risposta affermativa alla domanda precedente, si aprirebbero scenari molto inquietanti.
CHI DOVREBBE OCCUPARSENE UFFICIALMENTE?
In Italia innanzitutto il Centro Nazionale per il Controllo e la valutazione dei Farmaci (CNCF), che ha il compito di valutare la qualità dei farmaci disponibili al pubblico, al fine di garantire la certezza di ricevere un medicinale di primaria qualità e conforme a quanto descritto nel dossier autorizzato dall’Agenzia regolatoria nazionale o internazionale in linea con gli obblighi di legge.
Nessun commento:
Posta un commento