In testa il presidente Puigdemont, il vicepresidente Junqueras, i ministri e la presidente del Parlamento regionale, Carme Forcadell. Poi decine di migliaia di manifestanti...
In corteo, a Barcellona, per protestare contro la decisione del governo centrale spagnolo di commissariare la Catalogna dopo il referendum indipendentista del primo ottobre. La manifestazione era stata organizzata per chiedere la scarcerazione dei due leader indipendentisti Jordi Sanchez di Asamblea nacional catalana (Anc) e Jordi Cuixart di Omnium Cultural, ma dopo le parole di oggi del premier Mariano Rajoy e la sua decisione di applicare l’articolo 155 della Costituzione, l’evento ha assunto un significato ben diverso. Al grido di “indipendenza” e “libertà“, il senso della marcia convocata dal gruppo di associazioni Mesa por la Democracia, di cui fanno parte anche Anc e Omnium Cultural, è tutto nello slogan: ‘In difesa dei diritti e delle libertà‘...
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In un appello rivolto all’Ue, le decine di migliaia di manifestanti riuniti in Paseig de Gracia a Barcellona hanno chiesto all’Unione di “aiutare la Catalogna, salvare la Spagna, salvare l’Europa”.
Un testo letto dal palco ha avvertito che “oggi non è morta l’autonomi catalana, è morta la democrazia in Spagna”. Nel frattempo, la Cup – ala sinistra della coalizione indipendentista catalana – ha chiesto una “proclamazione immediata” della repubblica in risposta al “colpo di stato” del premier spagnolo Mariano Rajoy. Il parlamentare Carles Riera ha detto che “l’unica risposta possibile è la proclamazione immediata” dell’indipendenza e della “Repubblica catalana”.