MONTE SAN GIUSTO (Macerata)- Anche lo striscione che sventola sulle mura del centro storico ha qualcosa di antico. La richiesta di avere più carabinieri e meno ladri è accompagnata dal disegno delle due categorie. I primi sono rappresentati con il cappello a pennacchio, gli altri hanno sembianze da Banda Bassotti. Come si faceva una volta. Monte San Giusto è uno di quei posti dove la ferocia e i dilemmi della vita moderna non sembrano avere diritto d’asilo. Le botteghe nelle vie strette, le piccole chiese e il palazzo comunale che è la copia più piccola del municipio di Urbino, lo rendono uno di quei paesini da idillio dell’Italia profonda e di mezzo. «Siamo un’isola felice ai margini del grande caos nostrano» dice il sindaco Andrea Gentili. «Almeno ci illudevamo di essere così».
Un colpo solo
È successo la notte del 25 febbraio. Nei giorni precedenti c’erano stati alcuni furti in casa. I carabinieri in borghese vedono un ragazzo che corre velocemente verso una Fiat Bravo. Gli urlano di fermarsi. Secondo la versione dei militari, lui mette in moto e punta verso di loro a grande velocità. L’appuntato capo pattuglia viene strattonato dal collega che lo vuole togliere dalla traiettoria. E in quel movimento dalla sua pistola parte un colpo, uno solo. Un calibro 9 parabellum che prima trapassa la lamiera e poi colpisce alla testa l’uomo al volante. Si chiama Klodjan Hysa, ha 34 anni. Morirà dopo due giorni di agonia. La magistratura ha ordinato una perizia balistica. Nel bagagliaio della Bravo vengono trovati una mazza da baseball, un piede di porco, oggetti trafugati da alcune case della zona...
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