Fassino non paga la quota Anci...e si manda il sollecito da Equitalia
Pubblicato Lunedì 14 Settembre 2015, ore 18,50
La storia ha dell'incredibile. Da sindaco risulta moroso verso l'associazione dei Comuni che presiede e a Palazzo Civico arriva l'istanza di pagamento. Se per Salvini è un ente inutile, per i tanti clientes sistemati è una buona sinecura.
Piero Fassino l’esattore contro il Piero Fassino moroso. In piena crisi d’identità il sindaco dei sindaci si ritrova a fronteggiare la rivolta dei colleghi leghisti, pronti a seguire le orme del primo cittadino di Padova Massimo Bitonci e uscire dall’associazione dei comuni, giudicata troppo “filogovernativa”. E proprio in questi difficili giorni in cui tenta di rivendicare il suo lavoro di lobbyng presso il governo, si scopre che il Fassino sindaco di Torino nei mesi scorsi si è visto recapitare a Palazzo Civico una sollecitazione di pagamento, addirittura tramite Equitalia, dal Fassino presidente di Anci. Incredibile ma vero. Il corrispettivo da versare “entro due giorni”, come si legge nella determina dirigenziale di febbraio, è di 152mila euro e si riferisce alla quota annuale del 2015. Questo vuol dire che per ogni legislatura il Comune subalpino paga all’Anci oltre 750mila euro, non proprio bruscolini in tempi di vacche magrissime.....
Qualche esempio? Al vertice di Ancidata – che “assiste i comuni per tutte le esigenze tecniche e tecnologiche” come si legge sul sito internet - c’è il consigliere comunaleGioacchino Cuntrò, già segretario del Pd subalpino e oggi tesoriere, lo stesso che nei giorni scorsi organizzava la cena di
Futuro Democratico – la corrente che fa capo a Fassino – allaFesta dell’Unità. Vero e proprio factotum del Lungo, al punto da ritagliarsi uno spazio nel cuore del primo cittadino accanto all’eminenza grigiastra Giancarlo Quagliotti. Una fedeltà, quella di Cuntrò, premiata anche con la vicepresidenza di un’altra società della galassia Anci, come Ancitel, che “da 27 anni supporta gli enti locali nella gestione di tutti i processi di innovazione” si legge anche in questo caso sul portale della società. Alla presidenza c’è invece l’ex deputato forzista Osvaldo Napoli, oggi sindaco di Valgioie, nel Torinese, e rappresentante azzurro nella lobby dei comuni, il primo a schierarsi a difesa di Fassino dagli attacchi di Salvini (e uno dei pochi a lanciare Piero al Quirinale). L’amministratore delegato Ancitel è inveceStefano De Capitani, già direttore generale del Csi Piemonte, promosso al vertice della multiutility alessandrina Amag grazie ai buoni uffici della sindaca di Alessandria Rita Rossa, fassiniana di ferro dal giorno del suo insediamento. Certo sembra impossibile che con un tale dispiegamento di forze Ancitel possa avere conti in rosso per un milione di euro che zavorrano anche il bilancio di Anci chiuso con un disavanzo di 400mila euro (quasi quanto lo stipendio del direttore generale Veronica Nicotra, figlia dell’ex parlamentare Dc Vincenzo Nicotra, che percepisce 232mila euro annui, alla faccia della spending review).
Questo solo per citare alcuni nomi di un carrozzone che a livello nazionale conta 80 dipendenti, venti sedi regionali, ognuna col suo ufficio di presidenza, segreteria generale, dipartimenti, revisori dei conti. Fassino, però, come il suo predecessore Sergio Chiamparino ha rinunciato a compensi e gettoni, previsti per i vertici in caso di trasferte, convegni o incontri richiesti dall’Anci.-----------
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