mercoledì 19 agosto 2015

Siberia, Russia estrema. Una fotografa in viaggio sull'autostrada dell'Amur, l'ultimo tratto della Transiberiana

Russia estrema


FOTOREPORTAGE Una fotografa in viaggio sull'autostrada dell'Amur, l'ultimo tratto della Transiberiana che collega le regioni più orientali con il resto del paese:

 Da PROOF - di Becky Harlan fotografie di Louisa Marie Summer





L'estremo Oriente russo non è esattamente una delle destinazioni più gettonate per i viaggi "on the road". E il motivo principale è che fino a poco tempo fa non c'erano strade degne di tal nome su cui viaggiare.

La costruzione dell'autostrada federale M58 dell'Amur, che copre un tratto di circa 2.000 chilometri tra Chita e Khabarovsk, cominciò nel 1966 come parte dell'autostrada Transiberiana. Per molti anni però rimase poco più di uno sterrato. Nel 2004 fu ufficialmente inaugurata da Putin, ma in effetti venne completamente asfaltata, diventando del tutto transitabile, solo nel 2010. 

La tedesca Louisa Marie Summer è stata tra i primi fotografi a percorrerla nel luglio del 2013, accompagnata dal suo fixer Leonid, un abitante della regione che ha conosciuto attraverso un'agenzia stampa russa. Leonid, spiega la fotografa, le è stato di grande aiuto, soprattutto nel cautelarla contro i potenziali rischi: “Per esempio, è facile restare senza acqua o senza benzina”, racconta la fotografa. “Non ci sono posti per dormire lungo la strada, e si rischia di restare isolati; a volte guidavamo per ore senza incontrare neanche un'automobile”......

 

"Abbiamo percorso 2.111 chilometri in sette giorni”, continua. Il viaggio, dice, è stato inaspettatamente caldo, pieno di zanzare e “splendido, per quanto non particolarmente caratteristico”, con ampie praterie aperte punteggiate di foreste e di boschi di betulla. 

Ma Louisa era attratta da questa strada soprattutto perché era così nuova, e così isolata. “Era fantastico vedere questa strada così moderna nel mezzo del nulla, con tutte quelle stradine sterrate che si diramavano dall'asfalto”, racconta. “Era come se l'autostrada fosse un corpo estraneo nel mezzo del paesaggio”. 

"L'idea era percorrere la strada e capire in che modo sta cambiando la vita delle persone che vivono nella zona, capire se porterà prosperità o meno ai villaggi che tocca. Lo scopo di questa strada è proprio portare ricchezza alla parte orientale del paese, che è rimasto isolato molto a lungo”. 

La fotografa girava senza appuntamenti o itinerari prestabiliti, ma dice che non se la sarebbe mai cavata senza l'aiuto della gente del posto. “A volte bastava conoscere una persona, e questa ti conduceva in giro per il suo paese”, dice. "Da quelle parti non vedono molti forestieri, e quando accantonano la loro naturale timidezza diventano davvero persone aperte e amichevoli. Sono stata invitata in molte case e ho sentito molte storie. Immaginate essere avvicinati da unbo straniero con la macchina fotografica che vi domanda se la nuova strada vi ha cambiato la vita o meno...”.  

Alcuni di coloro che ha incontrato lungo la strada sognavano la vita in grandi città come Mosca, o di trasferirsi in Giappone. Un territorio così duro può essere difficile per la gente, aggiunge. “Quasi tutti si coltivano il cibo di cui hanno bisogno. Molti lavorano per la ferrovia, che fornisce gran parte del reddito da queste parti. E se vivono in un paese c'è il macellaio,il supermercato, insomma hanno tutto ciò che serve per vivere. Ma non hanno molta possibilità di scelta”.

Ma per quanto non vi siano industrie o molte possibilità economiche, c'è una grande diversità per quanto riguarda le comunità umane che vivono nella zona: ortodossi russi, cosacchi, cinesi, mongoli e armeni, tra gli altri che la fotografa ha incontrato.  

"Gran parte della gente che vive qui lo fa da generazioni, ma ci sono anche persone che si sono stabilite più di recente”. E i nuovi residenti, aggiunge, sono tra gli obiettivi dell'autostrada. “Il governo ha costruito nuove case in alcune zone, incoraggiando la gente a trasferirsi a est con affitti economici o finanziamenti per avviare imprese. La strada dovrebbe portare più gente, ma non saprei dire se questo intento sia stato realizzato. Gran parte della gente siceva che la strada nn ha cambiato le loro vite. certo, rende le cose più semplici, è più facil raggiungere il villaggio più vicino, ma gran parte della gente non ha un'auto. Chi ne trae benefici in realtà sono coloro che hanno un ostello, un ristorante o una stazione di servizio”. 

Probabilmente è troppo presto per capire in che modo l'autostrada dell'Amur cambierà la Russia orientale, ma almeno Louisa Marie Summer ha trovato ciò che cercava. “temevo di non trovare davvero nulla, invece ho trovato molte persone e molte storie da raccontare”, dice.  

Questo progetto fotografico è stato commissionato dall'agenzia stampa russa RIA Novosti in occasione del G20 del 2013 a San Pietroburgo. Venti fotografi (uno per ogni stato membro) sono stati invitati a realizzare un progetto fotografico indipendente sulla Russia contemporanea. 

Per vedere altri lavori di Louisa Marie Summer, visitate il suo sito web.


Nella foto: Bambini giocano in una fontana d'epoca sovietica in una giornata particolarmente calda a Chita, centro amministrativo del Krai di Zabaykalsky che segna il punto d'inizio dell'Autostrada dell'Amur.


http://www.nationalgeographic.it/wallpaper/2015/08/18/foto/sull_autostrada_dell_amur-2721356/1/#media

Nessun commento:

Posta un commento