Per sette mesi la volontà di abbattere il regime ha tenuto unite le forze anti-Gheddafi. Ora che la guerra sembra quasi vinta, emergono le differenze, i distinguo, le accuse, quando non addirittura gli scontri tra gruppi di insorti che rivolgono le armi l'uno contro l'altro. Incidenti isolati, per ora, come alcune scaramucce di oggi nelle file dei ribelli al confine con la Tunisia, ma per i rivoluzionari il nemico più insidioso ormai non è tanto Gheddafi, che oggi si è rifatto vivo con un messaggio, né le forze lealiste arroccate a Bani Walid, Sirte, Sebha. Il rischio, del quale il Consiglio nazionale di transizione è consapevole e sul quale ha messo in guardia Mahmud Jibril, è dividersi in fazioni in lotta per il potere, cadere vittime di recriminazioni reciproche. ....continua....http://ansa.it/web/notizie/rubriche/speciali/2011/02/16/visualizza_new.html_
PS: <<....dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Con un preambolo in dodici punti ed una parte operativa di 19 paragrafi, il testo delinea l'intervento che potrebbe essere approvato dai Quindici nei prossimi giorni, forse già venerdì, alla vigilia della sessione plenaria dell'Assemblea Generale. Il documento prevede che l'embargo d'armi, imposto dalla risoluzione 1970 approvata dal Consiglio all'inizio del conflitto, "non venga applicato" alle armi "usate per la sicurezza o l'assistenza al disarmo".>>
Avete letto bene, l'ONU dice che si può vendere armi se....."usate per la sicurezza o l'assistenza al disarmo".
Buona notte, umberto marabese
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