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sabato 30 aprile 2011

La minaccia di Gheddafi: "Con l'Italia è finita, porteremo la guerra lì".

Il raìs apre alle forze della Nato: "Paesi che ci attaccate, fateci negoziare con voi". Ma poi attacca l'Italia: "L'amicizia tra i due popoli è finita. I libici vogliono che trasferisca la guerra in Italia e io non posso porre un veto".

E' un Gheddafi a due facce quello che parla alla tv di Stato. Infatti, se da un lato il raìs si dice pronto a negoziare con Usa e Francia, il trattamento verbale che riserva all'Italia è diametralmente opposto: "Tra noi e l’Italia è guerra aperta", ha detto il colonnello nel discorso trasmesso dalla tv di stato. "Il governo italiano oggi attua la stessa politica fascista e coloniale dei tempi dell’occupazione", ha proseguito Gheddafi, affermando che nel 2008 l’Italia "ha fatto le sue scuse e ha detto che (il colonialismo, ndr) è stato un errore che non si sarebbe ripetuto, ma ora sta facendo lo stesso errore". Un riferimento ai raid aerei che l’Italia ha cominciato a condurre sulla Libia nell’ambito dell’operazione Nato contro il regime. "Con rammarico prendiamo atto che l’amicizia tra i due popoli è persa - ha concluso Gheddafi - e che i rapporti economici e finanziari sono stati distrutti". Ma il raìs va giù ancora più duramente e minaccia: "Trasferiremo la guerra in Italia. Lo vogliono i libici e io non posso porre il veto. Mi sono rattristato quando ho sentito oggi i figli del popolo libico nei loro discorsi minacciare di trasferire la guerra in Italia. Hanno detto che orami è una guerra tra noi e l’Italia perché l’Italia ammazza i nostri figli adesso nel 2011 come ha fatto nel 1911. Quindi i libici hanno ragione in quel che dicono e io non posso porre un veto sulle decisione dei libici che vogliono difendere la loro vita e la loro terra e trasferire la battaglia nei territori nemici".Gheddafi ne ha anche per il Cav: "Il mio amico Silvio Berlusconi ha commesso un crimine" così come l’ha commesso il Parlamento italiano. Ma ci rendiamo conto che non esiste un Parlamento in Italia, né tanto meno la democrazia. Solo l’amico popolo italiano vuole la pace"......

continua...

PS: L'intestazione dell'articolo redatto dalla Redazione e veramente offensivo per chi cerca di ragionare con la propria mente e non da dipendenze altrui per paura di dispiacere al capo, al segretario del partito, al parrocco, ecc. La stupidità regna sovrana, ci prendono per i fondelli e noi cosa facciamo? Certamente non ci ribelliamo, anzi, muoviamo la testa a seconda della parte che i fili a cui e appesa la nostra testa vengono  mossi dal burattinaio del momento. Ma come si fa a scrivere"  Gheddafi minaccia l'Italia......"vestendolo così di panni del cattivo, del dittatore, e può anche essere vero,  mentre sulla sua Libia "noi italiani" gli sganciamo, sulla testa, bombe e missili ( meno male intelligenti....),  proprio mentre stà a parlare dalla televisione di stato. 
Siamo diventati dei terroristi internazionali.
Una buona notte da Umberto Marabese.

Gli USA rischiano una guerra contro Cina e Russia.

Intervista a Paul Craig Roberts su Press TV.

Sebbene le rivolte in Tunisia ed Egitto abbiano colto di sorpresa gli Stati Uniti, qualcuno ipotizza che ci siano proprio loro dietro le ribellioni in Libia e Siria. Intanto, anche Cina e Russia osservano gli sviluppi della situazione.

Press TV: Si dice che ai vertici di Washington sia stato consigliato di armare i ribelli in Libia. Ritiene che sia una buona idea?

Paul Craig Roberts: Li stanno già armando. C’è qualcosa di unico nella rivolta in Libia. Non è una sollevazione pacifica; non sta avendo luogo nella capitale; si tratta di una ribellione armata della parte orientale del paese. Sappiamo che la CIA è coinvolta direttamente, sul campo, quindi sono già armati.

Press TV: Che analogie vede tra questo intervento militare e quello in Bahrein?

Paul Craig Roberts: Non vogliamo rovesciare il governo del Bahrein o dell’Arabia Saudita, due paesi i cui governi trattano con violenza i dissidenti, per il semplice fatto che entrambi sono nostri burattini e abbiamo una grande base navale in Bahrein.
Vogliamo rovesciare Gheddafi e Assad in Siria perché vogliamo tagliare fuori dal Mediterraneo la Russia e la Cina. La Cina ha fatto enormi investimenti in campo energetico nella Libia..... continua....


http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/6063-gli-usa-rischiano-una-guerra-con-russia-e-cina.html

PS: Noi, naturalmente, saremmo dalla parte degli USA!
Un saluto da Umberto Marabese.

Sakineh a morte in Bahrein

Scritto da Mazzetta Venerdì 29 Aprile 2011 23:04

di Mazzetta.
Quattro condanne a morte e qualche ergastolo, queste le condanne a un gruppo di rivoltosi accusato di aver ucciso due poliziotti investendoli con un'auto nel corso delle proteste che hanno scosso il Bahrein, prima che l'invasione di truppe saudite e l'istituzione della legge marziale soffocassero i moti in un bagno di sangue.
La repressione è particolarmente feroce, tanto che sono attese pesantissime condanne persino per i medici che hanno soccorso le vittime del massacro perpetrato dalle forze governative.

Inoltre è stato stravolto l'assetto proprietario e organizzativo dell'unico quotidiano non platelamente filo-governativo e più di ottocento persone (su cinquecentomila sudditi del regno) sono state arrestate e sono detenute senza poter comunicare con i parenti. A queste si aggiungono decine di "scomparsi", mentre alcuni arrestati sono stati restituti morti ai parenti, come nel caso della giovane poetessa che, prima di essere uccisa, è stata anche stata stuprata dai suoi carcerieri. Altro che Sakineh.

Repressione staliniana, tanto che hanno già perso il lavoro quelli che hanno partecipato alle manifestazioni e persino due membri della locale camera di commercio sono stati espulsi per aver solidarizzato.

Nessuno di quelli che ha strumentalizzato la condanna di Sakineh in chiave anti-iraniana ha fiatato. Nessuno di quelli che hanno chiesto il bombardamento di Gheddafi si è scandalizzato, nessuno si è schierato dalla parte di chi ha chiesto pacificamente una monarchia costituzionale ed ha ricevuto in cambio morte e torture.

Il che dimostra che a questi soggetti non importa nulla dei diritti umani, interessa solo strumentalizzare quello che c'è per spingere agende politiche che nulla hanno a che fare con la difesa dei diritti umani e ancora meno con la promozione della democrazia.

Tutti invece complici del tiranno di Manama (nella foto), che come tanti suoi colleghi non ha esitato un secondo a millantare
un complotto fomentato dall'estero e a dare la colpa, invece che ad al Qaeda troppo vicina ai protettori sauditi, all'Iran

Carrozzeria democratica, rottamatori in ordine sparso per un posto in Giunta.

Si sfalda la componente mariniana. Sfida all’ultimo voto tra Tricarico e Curti per uno scranno in Sala Rossa. E sulla contesa torinese si dividono anche i leader nazionali

In principio erano i mariniani, sostenitori della mozione guidata dal senatore Ignazio  Marino: uniti per cambiare il Pd, per rilanciare in salsa laica ed ecologista un progetto che secondo molti aveva il fiato corto, vicino al soffocamento. Oggi sono una pattuglia di aspiranti amministratori che si guardano in cagnesco: quattro di loro, Roberto Tricarico, Ilda Curti, Laura Onofri e Marta Levi ambiscono a uno scranno in Sala Rossa, con il sogno di entrare a far parte della squadra di governo guidata da Piero Fassino, vincitore designato delle elezioni del 15 e 16 maggio prossimi. Sposarono insieme la causa di Marino durante le primarie, lo scorso novembre partirono in processione alla volta di Firenze, dove andava in scena la prima convention dei “Rottamatori” guidati dal sindaco fiorentino Matteo Renzi e dal consigliere regionale lombardo Pippo Civati. Alle amministrative comunali tutti in ordine sparso, ognuno ostentando appoggi romani, fiorentini o milanesi, tutti nel nome del cambiamento.

La desaparecida delle periferie, alias Curti, è stata tra le prime ad avallare la candidatura dell’ultimo segretario diessino: «Il vero problema del Pd non sono i vecchi dirigenti. Sono i capicorrente, le appartenenze che sovrastano i temi. Rottamare vuol dire scardinare questo meccanismo» disse mentre un alone di sconcerto iniziava ad aleggiare su di lei. Pare addirittura che l’ex ministro partì alla volta di Milano per incontrare direttamente.....continua....

http://www.lospiffero.com/article.php?id_sezione=2&id=1380

PS: Si fa di tutto per un posto in Giunta.........
Un caro saluto da Umberto Marabese.

venerdì 29 aprile 2011

Veltroni, dopo elezioni verifica Bersani.

La chiave di tutto saranno i risultati a Napoli e Milano.

29 aprile, 20:15    
 
Veltroni, dopo elezioni verifica Bersani (ANSA) - ROMA, 29 APR -
Dopo le amministrative, per l'ex segretario del Pd, Walter Veltroni, sara' necessaria una verifica sulla linea di Bersani per 'capire se il percorso scelto dal partito e' quello giusto'. In un'intervista al 'Foglio', di cui e' stato anticipato uno stralcio, dice di ritenere che 'la chiave di tutto, per capire se le cose andranno bene o male, saranno naturalmente i casi di Napoli e Milano'.

Veltroni suggerisce a Bersani di coinvolgere di piu' nel progetto del Pd Renzi, Zingaretti e Chiamparino.
 
PS: Ma non era andato in Africa? Denunciamo chi gli ha permesso di ritornare in Italia....... non è possibile rimandarlo indietro incolpandolo di clandestinità?
Un saluto da Umberto Marabese.

Bomba o non bomba? Decide la Lega. Araba.

Da vent'anni vige un escamotage ipocrita per aggirare il ripudio della guerra: non facciamo la guerra a un altro stato ma interveniamo in operazioni di polizia internazionale.  di Marcello Veneziani.

Non entusiasma affatto partecipare ai bombardamenti in Libia. E non certo per simpatia nei confronti di Gheddafi, detestabile cialtrone e tirannello non pri­vo di consenso popolare. Avrei sperato che la riluttanza della Lega e di Tremonti fosse concordata con il premier e il gover­no: certo, non è bello parlare a due voci, ma almeno serve a rimarcare che entria­mo in guerra perché costretti, per non iso­larci a livello internazionale e per frenare l'ingordigia di alcuni paesi interventisti. Un’ingordigia che a guerra finita si ritor­cerebbe ai nostri danni. Per un Paese come l’Italia che ripudia la guerra già nella Costituzione, che ha cospicui interessi con la Libia e che scon­ta in pieno gli effetti collaterali di questo terremoto nordafricano, a cominciare dall’immigrazione, la guerra non è un af­fare.
E la democrazia in Libia, affidata al­le tribù, non è una garanzia. Vorrei poi capire lo strano effetto che produce la de­mocrazia nei Paesi nordafricani: arriva la democrazia in Tunisia e i tunisini festeg­giano scappando in massa dal loro Pae­se... Da vent’anni vige un escamotage ipo­crita per aggirare il ripudio della guerra: non facciamo la guerra a un altro stato ma interveniamo in operazioni di polizia internazionale, come in Irak, o per ragio­ni umanitarie, come in Serbia (le famose bombe umanitarie).
E ora, per aiutare i ribelli sganciamo bombe liberali. È da una vita che ci accodiamo a guerra già ini­zia­ta per non subire l’ingordigia del vinci­tore e per trarre qualche vantaggio, dopo aver trescato con la parte avversa: fu così nel 1915, fu così nel 1940, è stato così nel­le operazioni suddette, e ora anche in Li­bia. Con la variante estrosa della guerra in Serbia fatta dal governo D’Alema che da ex comunista bombardava Paesi semi­comunisti, e l’unica approvata dalla Chie­sa di Papa Wojtyla. Ora in Libia non sia­mo i soli alleati riluttanti, anche Obama è tra questi. Avevamo buone ragioni per frenare. Se ci tocca farla per vincoli inter­nazionali, e non possiamo sottrarci, al­m­eno evitiamo la guerra civile intragover­nativa con la Lega che difende gli interes­si territoriali nostrani. Questa Lega così araba, così italiana...
 PS: Questo ultimo pezzo l'avrei voluto scrivere io.........ma non l'avrei spiegato bene e in poche parole come Marcello Veneziani. Tra l'altro mi è anche antipatico!
Un saluto da Umberto Marabese.

Quelo che ho visto in Libia. di Paolo Sensini.

Introduzione: Un'articolo scritto finalmente da un giornalista/scrittore che, dall'inizio della "guerra" della NATO alla Libia, è andato sul posto per descrivere la verità e non pagato per influenzare negativamente il mondo intero. Da non perdere anche se è abbastanza lungo.

La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza»
George Orwell, La teoria e la pratica del collettivismo oligarchico, in 1984 (parte II, capitolo 9)



di Paolo Sensini.

Sono ormai trascorsi più di due mesi da quando è scoppiata la cosiddetta «rivolta delle popolazioni libiche». Poco prima, il 14 gennaio, a seguito di ampi sollevamenti popolari nella vicina Tunisia, veniva deposto il presidente Zine El-Abidine Ben Ali, al potere dal 1987.
È stata poi la volta dell’Egitto di Hosni Mubarak, spodestato anch’egli l’11 febbraio dopo esser stato, ininterrottamente per oltre trent’anni, il dominus incontrastato del suo paese, tanto da guadagnarsi l’appellativo non proprio benevolo di «faraone». Eventi che la stampa occidentale ha subito definito, con la consueta dose di sensazionalismo spettacolare, come «rivoluzione gelsomino» e «rivoluzione dei loti».
La rivolta passa quindi dalla Giordania allo Yemen, dall’Algeria alla Siria. E inaspettatamente si propaga a macchia d’olio anche in Oman e Barhein, dove i rispettivi regimi, aiutati in quest’ultimo caso dall’intervento oltre confine di reparti dell’esercito dell’Arabia Saudita, reagiscono molto violentemente contro il dissenso popolare senza che questo, tuttavia, si tramuti in una ferma condanna dei governi occidentali nei loro confronti. Solo il re del Marocco sembra voler prevenire il peggio e il 10 marzo propone la riforma della costituzione.
Due mesi in cui, una volta poste in standby le vicende di Tunisia ed Egitto, tutti i grandi media internazionali hanno concentrato il loro focus sull’«evidente e sistematica violazione dei diritti umani» (Risoluzione 1970 adottata dal Consiglio di Sicurezza dell’onu il 26 febbraio 2011) e sui «crimini contro l’umanità» (Risoluzione 1973 adottata dal Consiglio di Sicurezza il 17 marzo 2011) perpetrati da Gheddafi contro il «suo stesso popolo».
Una risoluzione, quest’ultima, priva di ogni fondamento giuridico e che viola in maniera patente la Carta dell’onu. Si tratta insomma di un vero e proprio pateracchio giurisprudenziale in cui una violazione ne richiama un’altra: la «delega» agli Stati membri delle funzioni....continua....
PS: Nulla da aggiungere.
Un saluto da Umberto Marabese.

I quarant'anni del Manifesto. C'è ancora tanto da scrivere.

Si punterà alla qualità per contrastare lo strapotere di web e televisione


Il tempo si sa è un soffio di vento, nessuno può vantare di essere immune da tale legge. Neanche il Manifesto, lo storico quotidiano della sinistra italiana che compie quarant'anni. Dai tempi eroici degli inizi, in un contesto sociale politico quasi opposto a quello odierno, fino ai giorni d'oggi dove anche lo strumento cartaceo sembra mostrare i suoi limiti ed è sopravanzato da web e tv. Un mare tempestoso dunque nel quale però il Manifesto ha continuato a rappresentare un punto di riferimento e dibattito. Acque agitate nelle quali le difficoltà economiche non hanno mai smesso di essere un rischio per i giornalisti del quotidiano comunista. Guarda il video girato nella redazione del Manifesto

A che punto è la notte, oppure più prosaicamente è vero che la vita inizia a quarant'anni? «Il manifesto è uno splendido quarantenne - risponde il vicedirettore del Manifesto Angelo Mastrandrea....continua....

http://www.agenziami.it/articolo/8557/I+quarant+anni+del+Manifesto+C+e+ancora+tanto+/

PS: Tanti auguri.
Un saluto da Umnberto Marabese

giovedì 28 aprile 2011

Dalla Citta' del Vaticano, 28 aprile, ore 17:25.

Libia: Vescovo Tripoli chiede dimissioni governo italiano

Citta' del Vaticano, 28 apr. - (Adnkronos) - Il vicario apostolico di Tripoli, Monsignor Giovanni Martinelli, chiede le dimissioni del governo italiano in seguito alla decisione presa dal Presidente del Consiglio di dare il via ai bombardamenti da parte dell'aviazione italiana impegnata a fianco della coalizione Nato.
 
PS: Condivido!
Un saluto a Umberto Marabese.

Tripoli, bel suol d’amore - ti giunga dolce questa mia canzon!..........

Le scelte storiche   

Tripoli, bel suol d’amore - ti giunga dolce questa mia canzon! Sventoli il tricolore - sulle tue torri al rombo del cannon! Tripoli, terra incantata - sarai italiana al rombo del cannon!

Un centenario nascosto. Era il 1911 quando Giovanni Cervetto scrisse le parole e Colombino Arona musicò la marcetta che fece da colonna sonora all'avventura coloniale italiana in Libia. Oggi sulla partecipazione ai bombardamenti si litiga all'interno del governo. Il no della Lega

Un breve ripasso storico per la memoria labile dei nostri governanti. Consigliato ai vertici della Lega Nord. Da Wikipedia: «Durante la guerra, si registrarono numerosi progressi tecnologici nell'arte militare, tra cui, in particolare, l'impiego dell'aeroplano (furono schierati in totale 9 apparecchi) sia come mezzo offensivo che di ricognizione. Il 23 ottobre 191, un pilota italiano (il capitano Carlo Maria Piazza) sorvolò le linee turche in missione di ricognizione, e il 1° novembre dello stesso anno, l'aviatore Giulio Gavotti lanciò a mano la prima bomba aerea (grande come un'arancia) sulle truppe turche di stanza in Libia». Cosa lanceranno, 100 anni dopo, gli aerei italiani sulla Libia di Gheddafi? Niente bombe a grappolo, ci ha rassicurato il premier, quelle che uccidono indiscriminatamente e colpiscono soprattutto la popolazione. Solo bombe intelligenti, ha garantito alla presenza di Sarkozy. Come quelle grandi come arance lanciate dall'aviatore Giulio Gavotti 100 anni fa?

Leggi anche......

http://www.agenziami.it/articolo/8546/La+Lega+Nord+bombarda+Berlusconi

PS: Più in basso di così la nostra Italia non poteva scendere. Ma come fa il Presidente Giorgio Napolitano a dare via libera ai bombardamenti sulla Libia(...anche se con bombe e missili intelligenti...), che significa guerra al popolo libico! Almeno il cav. Benito Mussolini ebbe la dignità, derivata dalla sua posizione, nel "dichiarare la guerra", oggi nemmeno questo pizzico di coraggio!
Un saluto da Umberto Marabese.

Chiamparino:"Lavorare il 1° maggio si può".

Il sindaco Chiamparino chiude la polemica tra sindacati  e Comuni: «Il mondo sta cambiando, bisogna rendersene conto. E le città turistiche non possono essere trattate come tutte le altre».

andrea rossi
torino
Nel giro di due giorni gli è piovuta addosso una raffica di appelli. Prima il vescovo Cesare Nosiglia, contrario alle domeniche tutto shopping ed evasione per qualcuno e lavoro per altri. Poi la Cgil, che gli ha chiesto di emanare un’ordinanza e imporre la serrata totale ai negozi. Infine Cisl e Uil, che hanno bollato come «mossa elettorale» la decisione di lasciare campo liberò agli esercenti del centro. Ieri, dopo essersi informato su quel che sta accadendo nelle altre città italiane, il sindaco Chiamparino ha provato a chiudere la polemica sul primo maggio. «Mi sembra una tempesta in un bicchiere d’acqua. E comunque lo voglio dire chiaro: il mondo non è più quello di una volta. Sempre di più i tempi lavorativi scorreranno sull’arco dei sette giorni anziché cinque. Bisogna che tutti se ne rendano conto».

Il sindaco si guarda bene dall’entrare in polemica con i sindacati.......continua.....

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/399815/

PS: Chiamparino (fa rima con Fassino) : «Mi sembra una tempesta in un bicchiere d’acqua. E comunque lo voglio dire chiaro: il mondo non è più quello di una volta. Sempre di più i tempi lavorativi scorreranno sull’arco dei sette giorni anziché cinque. Bisogna che tutti se ne rendano conto».
Cos'altro si può aggiungere.....
Un saluto da Umberto Marabese

Usato Fiat a Palazzo di Città: Top Manager Paolo Cantarella.

Per la guida della macchina comunale Fassino pensa all’ex ad del Lingotto, suo amico di lunga data. Per il dopo-Vaciago in netto ribasso le ipotesi Massa e Peveraro. Non esclusa la riconferma.

Mentre entra nel vivo la campagna elettorale e già qualcuno si esercita nel toto-giunta, il sindaco in pectore Piero Fassino lavora da qualche settimana per individuare una di quelle figure fondamentali per il funzionamento della macchina comunale: il city manager, ruolo tutt’ora ricoperto da Cesare Vaciago, fedelissimo di Sergio Chiamparino,  che in questi anni ha gestito la più grande azienda cittadina, forte di ben 25 mila dipendenti. A rilevarne il testimone potrebbe essere Paolo Cantarella, attuale membro del consiglio d’amministrazione di Iren, già amministratore delegato di Fiat Spa dal 1996 al 2002, dopo una sfavillante carriera all’interno del Lingotto.

Un rapporto, quello tra Fassino e l’ex manager, che si è consolidato proprio in quegli anni, quando “il Lungo” si appropria del timone dei Ds e vive il periodo più alto della sua parabola politica e Cantarella, che amava ospitarlo sulla sua barca durante le vacanze estive, era, invece, impegnato a salvare la fabbrica torinese da un baratro che si è più volte palesato di fronte ai suoi occhi. Un’amicizia testimoniata anche nel giorno della prima presentazione pubblica di Fassino al Lingotto (che sia un segno premonitore?): Cantarella era in prima fila, assieme al banchiere Enrico Salza al presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia e al patron del gruppo “L’Espresso” Carlo De Benedetti.

Se la notizia dovesse essere confermata, la nomina di Cantarella a capo della macchina comunale torinese non sarà certo quel segnale di rinnovamento della classe dirigente che tutti chiedono a Fassino e che lui stesso continua a promettere, anzi rappresenterebbe il perpetuarsi di quell’intreccio inestricabile che lega da decenni Fiat e politica cittadina.
Intanto paiono sfumare le altre candidature eccellenti, che avevano preso corpo nei giorni scorsi: in primis quella dell’ex vice presidente della Regione Paolo Peveraro, già assessore al bilancio della prima giunta Chiamparino, che avrebbe rinunciato dopo essere diventato partner della Deloitte, una delle più prestigiose multinazionali di consulenza e servizi alle imprese.  Sempre più sbiadita la candidatura dell’ex city manager di Antonio Bassolino a Napoli, Luigi Massa, penalizzato anche dal pessimo risultato della sua lista “PiemonteSì”, alle scorse regionali in appoggio a Mercedes Bresso.

PS: Escono dalla porta e entrano dalla finestra. Adesso si capisce perchè nella lista del Pd di Piero Fassino non vi è, per la prima volta a Torino, nessun candidato che proviene dalle fabbriche, lavoratori, s'intende......ma c'è il Top Manager. Complimenti.
Un saluto da Umberto Marabese.

Il patto (suicida) per l’Euro.

di Paolo Barnard - paolobarnard.info - Aggiornamento Il Più Grande Crimine
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A conclusione di quanto ho scritto e pubblicamente detto sul Più Grande Crimine, ecco l’ultima. Il 24/25 Marzo scorso il Consiglio Europeo ha approvato la proposta della Commissione Europea per un Patto per l’Euro, la cosa più scellerata finora voluta da coloro che sono decisi a rovinare milioni di vite umane per l’interesse di pochi. Ecco i punti decisi:
- La Commissione Europea sarà al centro di ogni controllo sull’applicazione delle seguenti decisioni da parte dei governi dell’Eurozona.
- La Grecia completi pienamente e velocemente il programma di privatizzazioni da 50 miliardi di euro che le è richiesto.

- La competitività sarà giudicata sulla base degli aggiustamenti dei salari e della produttività, sarà monitorato il costo del lavoro. Si afferma che l’aumento del reddito di lunga durata può erodere la competitività. In sintesi: meno paghe e lavorare di più.
- Sul costo del lavoro: rivedere i meccanismi di contrattazione salariale a livello centrale, riconsiderare gli aumenti legati al costo della vita, non permettere agli stipendi pubblici di minare la competitività degli stipendi nel settore privato.

- Sulla occupazione: promuovere la “Flessicurezza” (!!), flessibilità e sicurezza dell’impiego, come dire di aumentare le vendite di auto e migliorare la respirabilità dell’aria.

- Le pensioni si dovranno calcolare sulla base della loro sostenibilità da deficit, cioè: il deficit dello Stato sarà giudicato in base a quanto esso spende per pensioni, sanità e ammortizzatori sociali, e non, guarda caso, per le spese militari, per le parcelle alle megabanche che mediano sulle privatizzazioni, per il salvataggio dei banchieri con soldi pubblici, o per gli sgravi fiscali per i ricchi.

- Le pensioni future andranno calcolate in base all’aspettativa di vita del lavoratore, indipendentemente dal tipo di lavoro. No comment.

- E, GRAN FINALE, gli Stati aderenti dovranno passare leggi in Parlamento per dichiarare illegale il deficit di bilancio che supera il 3% del PIL come stabilito dal micidiale Patto di Stabilità, quello che sta distruggendo l’Europa. Cioè: la spesa a deficit dello Stato, unico mezzo legittimo nello Stato per arricchire i cittadini creando piena occupazione e pieno Stato Sociale (spiegato ne Il Più Grande Crimine), sarà un reato punibile per legge. Cioè ancora: essere Stato sarà reato.

- La quasi totalità di queste misure furono suggerite alla Commissione dalla lobby industriale e finanziaria Business Europe prima che giungessero l’11 di Marzo 2011 ai capi di Stato e di governo dell’Eurozona.

Con questo vi lascio, e chiudo la mia presenza di giornalista in questo sito e altrove in Italia.

PS: Cosa aspettiamo per insorgere contro queste nefandezze che costringeranno i popoli europei a sottostare alle aggressioni economiche del capitalismo? Ma i nostri referenti politici, invece di pensare(credo per invidia...) al bunga-bunga di "Lui", perchè non si preuccupano di informare i propri elettori prima che sia troppo tardi? O anche loro sono d'accordo su questo ritorno all'ottocento?
Un saluto da Umberto Marabese.

mercoledì 27 aprile 2011

Verdi Verdi sulla scheda per Fassino. Tarocco pure il facsimile!

La lista dei Lupi, bocciata dalla coalizione, compare nel materiale elettorale del centrosinistra. E Ventriglia (Pdl) bacchetta una candidata dei Moderati ritratta in divisa della Protezione civile.

Un fac-simile di scheda elettorale, che sta circolando in questi giorni, rischia di confondere ancor di più un elettorato, quello torinese, chiamato a districarsi tra otto candidati sindaco e decine di liste a loro collegate. Accanto al nome di Piero Fassino, infatti, compaiono le liste che lo appoggiano tra cui quella dei Verdi Verdi e quella dei Consumatori con il simbolo non ancora ritoccato dopo l'ordine della commissione elettorale, che
ha imposto di modificare i tratti troppo simili con quello dei Moderati. Per quanto riguarda i Consumatori sarà una svista, nulla di grave, ma viene da chiedersi se a Fassino abbiano comunicato che, nonostante tutti i suoi tentativi di imbarcare gli ecologisti patacca dell’Orsetto che Ride, da Roma sia arrivato un veto in questo senso e la formazione di Maurizio Lupi sia stata esclusa dalla coalizione (tanto che si è rivolta ai giudici per verificare la validità delle firme degli altri ecologisti per Fassino, quelli di Piemont Europa, con cui doveva nascere una lista comune).

Come se non bastasse a prendersela con il candidato sindaco del centrosinistra ci si è messo anche il pidiellino Ferdinando Ventriglia, che attacca: «Piero Fassino farebbe meglio a tenere sotto controllo alcune iniziative di candidati a lui collegati, che forse non hanno ben chiari alcuni principi fondamentali, come quello dell'imparzialità delle strutture e organizzazioni pubbliche. In particolare, denuncio la propaganda di una signora, candidata nella lista "Moderati per Fassino", che sta affiggendo manifesti e distribuendo volantini che la ritraggono in uniforme della Protezione Civile. Il Dipartimento della Protezione Civile è una struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, istituita nel 1982. Opera inquadrando organizzazioni di volontariato, che rispondono alla Prefetture secondo precisi protocolli operativi e organizzativi. E' difficile non coglierne l'aspetto pubblico, come tale non compatibile con utilizzi a fini di propaganda elettorale o personale. Le disposizioni di legge, a questo proposito, sono chiarissime. Onde evitare di vedere, di questo passo, candidati che si presentano in divisa da carabiniere (perché hanno fatto il servizio militare come ausiliari) invito Fassino a intervenire in prima persona, anche a tutela della serietà della sua candidatura».

PS: La corsa a sindaco è iniziata male, continua a peggiorare....non vorrei che finisse come di solito si esprime Emilio fede con una:" che figura di m...a!"

Un vero saluto da Umberto Marabese.

Ex Bertone, dopo gli scontri sindacali la parola ai lavoratori.

Le Rsu indicono per il 2 e 3 maggio il referendum sulla proposta Fiat. Uilm contraria, darà comunque indicazione di voto favorevole.

Si terrà i prossimi 2 e 3 maggio il referendum alla ex Bertone. Lo hanno deciso ieri le Rsu confermando l'orientamento emerso nei giorni scorsi durante l'assemblea con i lavoratori. Oggi si riunirà la commissione elettorale che dovrà stabilire i termini del voto. Il quesito su cui saranno chiamati ad esprimersi i circa 1.100 lavoratori della ex Carrozzeria di Grugliasco, acquistata nel 2009 dalla Fiat, è se accettare o meno la proposta presentata dalla Fiat per il rilancio dello stabilimento che prevede un investimento di circa 500 milioni di euro per la realizzazione di una vettura del segmento E a marchio Maserati.
Secondo le indicazioni il 2 maggio dovrebbe riunirsi l’assemblea dei lavoratori dalle 10 alle 11 dopo di che dovrebbe prendere il via le operazioni di voto che si dovrebbero concludere nel pomeriggio del 3. «Il 2 e il 3 saranno giorni importanti perché i lavoratori decideranno del loro futuro», ha commentato per il Fismic il responsabile piemontese Vincenzo Aragona.
La Uilm, invece, assisterà alle operazioni di voto e allo spoglio e ovviamente dirà ai suoi iscritti di votare a favore, ma resta contraria alla chiamata al voto dei lavoratori. Per il segretario torinese Maurizio Peverati si tratta di un « referendum pasticciato che confonde le acque e non migliora la situazione». Il sindacato di Angeletti è l’unica organizzazione a non aver chiesto la consultazione. «Per due motivi – precisa Peverati - il primo è che il quesito non è chiaro, nella domanda si parla di accettare o meno una “proposta” e questo è scorretto perché sul piatto c’è ben di più, c’è la piattaforma di Fabbrica Italia, un accordo completo. In secondo luogo - prosegue ancora il segretario - è perché le Rsu, come vorrebbe il regolamento non hanno dato indicazioni di voto, dunque qual è allora la materia del contendere? Questo referendum confonde le acque e non migliora la situazione, anzi, si rischia di far svanire un investimento di 500 milioni vitale per la ex Bertone e per Torino».

PS: Davanti a Mirafiori si sono alternati alcuni esponenti politici per dire il "no" al diktat di Marchionne, SEL e Fed. della Sinistra, in contrapposizione a Fassino del Pd favorevole al "si". Tredici giorni dopo si vota a Torino........
Un saluto da Umberto Marabese.

Presidente Napolitano, cosa sono i “naturali sviluppi”?

Introduzione: ho letto, e con copia/incolla:

Paolo Ojetti di Paolo Ojetti, giornalista. 26 aprile 2011 | 20:10

Quando si parla del Capo dello Stato bisogna andarci con i piedi di piombo. Per tre ragioni: per il...
Quando si parla del Capo dello Stato bisogna andarci con i piedi di piombo. Per tre ragioni: per il rispetto istituzionale, perché Napolitano è l’unico (forse il solo) che ispira fiducia agli italiani, perché Berlusconi non riesce a scalfirne l’integrità costituzionale. Ma sui “naturali sviluppi” del nostro intervento militare in Libia, siano consentite alcune perplessità.

La prima è proprio di natura costituzionale: l’Italia ripudia la guerra ed entrare in un conflitto, schierandosi con uno dei contendenti, non somiglia proprio a una missione di pace, nemmeno scomodando tutta l’ipocrisia di cui siamo capaci.

La seconda è che non esistono “razzi di estrema, estrema precisione” perché non esistono bersagli di “estrema, estrema” certezza. I rapporti militari sono pieni di bersagli sbagliati e le note diplomatiche sono piene di scuse per aver falciato ospedali, scuole, convogli di civili, furgoni della croce rossa, persino parchi giochi per bambini.

La terza perplessità riguarda i pesi e le misure. Come mai siamo così orgogliosi di “difendere” gli insorti di questo nuovo risorgimento arabo se si tratta della Libia, mentre non muoviamo un dito (ma non alziamo neanche un sopracciglio) quando Assad fa sparare sulla popolazione inerme alla media di decine di morti al giorno?

La quarta non è una perplessità, ma un sospetto: la differenza la fa forse il petrolio? E se è così, quante vite valgono i pozzi della Cirenaica e i campi petroliferi della Sirte?

Un commento che condivido:
agelon scrive:
Napolitano è diventato presidente della repubblica italiana in virtù del gradimento espresso dal pdl, cioè da berlusconi che ne è il capobanda. Lo ricordate? E se lo ricordate, perchè stupirsi delle sue accondiscendenze e dei suoi silenzi? A parte i generici fervorini retorici e omnidirezionali che gli toccano per forza, come al curato di campagna toccano per forza le prediche domenicali, ovvio. Un don abbondio dei giorni nostri: pavide chiacchiere (con la ghenga sempre pronta a dargli strumentalmente addosso appena esce, per sbaglio, dai margini), ma di fatti concreti (entro le sue prerogative che tutto sommato, quale garante della costituzione, non sono neanche poche) nemmeno l’ombra. Come ho già letto e sentito più volte, “Pertini avrebbe già cacciato berlusconi a calci nel qulo”. E’ vero, ma Pertini era tutta un’altra pasta d’uomo, e di quegli uomini lì l’Italia ha buttato via lo stampo.
Un saluto da Umberto Marabese.

martedì 26 aprile 2011

Sandro Pertini e Giorgio Napolitano: la differenza c'è e si legge!

Ha il sostegno di Giorgio Napolitano la decisione del governo italiano di partecipare ai bombardamenti in Libia. Intervenendo all'incontro con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche Partigiane e d'Arma, il capo dello Stato ha spiegato che «l'ulteriore impegno costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall'Italia a metà marzo». Mentre, dunque, si estende il fronte del «no» dei cattolici della maggioranza alla nuova missione, dopo l'ira della Lega, Napolitano fa arrivare il suo appoggio alle scelte del premier Silvio Berlusconi. Poi fa riferimento al «piano di interventi della coalizione postasi sotto la guida della Nato» in Libia e spiega che l'Italia non può restare indifferente. Giorgio Napolitano.

Dal discorso d’insediamento alla Presidenza della Repubblica
L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire.  Sandro Pertini.

PS: Come si può nominare tutti i minuti, le ore, i giorni, i mesi "la Costituzione non si tocca...." e poi dimenticarsi di ciò che in essa vi e scritto: Art. 11. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; ...
Se ad una certa età si perde la memoria e per evitare di dire  delle c.....e,  è meglio andare in pensione.

Un saluto da Umberto Marabese.

SEL: "Noi, contro ogni bombardamento".

Introduzione: La risposta è arrivata, no ai bombardamenti, grazie Vendola!
 
martedì 26 aprile 2011 13:33
La decisione presa dal governo italiano di rispondere alle richieste del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama e della NATO e partecipare attivamente ai  bombardamenti aria-terra contro le truppe lealiste di Muhammar Gheddafi segna un grave salto di qualità nel coinvolgimento del nostro paese in un conflitto che, dopo un mese dal suo inizio, appare congelato un una fase di stallo.
E’ evidente che la coalizione internazionale non ha alcuna intenzione di sostenere una soluzione negoziata alla guerra  che sta insanguinando il paese. Un tale scenario –  nonostante i tentativi di mediazione per un immediato cessate il fuoco, proposti da vari paesi e coalizioni, ultimo in ordine di tempo la Russia – rischia di degenerare ulteriormente in guerra totale, nella quale le prime vittime saranno le popolazioni civili da una parte e dall’altra.
Crimini di guerra si registrano ormai quotidianamente, i bombardamenti sulle città si susseguono, da Misurata a Tripoli, senza che la comunità internazionale sia in grado di verificare l’entità dei danni alle infrastrutture ed alle popolazioni civili. Proprio quelle popolazioni in nome delle quali il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato l’intervento. Con il passare del tempo, risulta evidente come una missione partita senza una chiara finalità si è  progressivamente trasformata  in un’operazione che nulla ha a che vedere con il supposto obiettivo di proteggere i civili, e svela definitivamente le sue ambiguità e contraddizioni.
E’ altrettanto colpevole l’amnesia intenzionale con la quale si cancella con un colpo di spugna una sanguinosa pagina del passato coloniale italiano quando decine e decine di migliaia di civili  libici furono.....continua......

http://www.sinistraecologialiberta.it/articoli/noi-contro-ogni-bombardamento

PS. Due posizioni che etichetto con la stessa parola: VERGOGNA!
- La posizione del Pd resta coerente con quella presa negli ultimi anni sulle missioni internazionali. ”Su questo argomento abbiamo le stesse posizioni da anni: si rispettano e si applicano le decisioni della comunità internazionale, delle Nazioni Unite e della Nato”. - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che facendo riferimento al piano di interventi della coalizione postasi sotto la guida della Nato ha ribadito che “l'ulteriore impegno dell'Italia in Libia costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall'Italia a metà marzo, secondo la linea fissata nel Consiglio supremo di Difesa da me presieduto e quindi confortata da ampio consenso in Parlamento”.Un saluto da Umberto Marabese.

Pd e Pdl: bombardare la Libia! Vendola, ci sei ancora? Da che parte stai?

 ''L'intervento in Libia e' completamente sbagliato, i presupposti sono e restano del tutto infondati. Secondo questa logica assurda avremmo piu' motivi per bombardare la Siria dove Assad massacra i manifestanti e rappresenta una parte di popolazione molto inferiore a Gheddafi". Lo sottolinea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, in una intervista alla 'Stampa'.

Un tempo, nella sinistra, c'era lo slogan: non vogliamo morire democristiani!
Oggi, dopo il si ai bombardamenti sulla Libia del Pdl e del Capo Gruppo al Senato del Pd, On. Finocchiaro, credo sia ora di sostituirlo con uno nuovo: vogliamo vivere,  come l'On. Carlo Giovanardi, anche da democristiani!
Mi fermo qui, anche se basta l'annuncio sul quale ci sarà da discutere per mesi interi, aspettando il parere del Capo dello Stato On. Giorgio Napolitano e del mio leader Nichi Vendola.
Un amarissimo saluto da Umberto Marabese.

lunedì 25 aprile 2011

"Sì a bombardamenti mirati". Lega infuriata, minaccia spaccatura. E tu Vendola, con chi stai?

Introduzione: Non spero molto nei leader del centro-sinistra/destra, ma mi appello a Nichi Vendola: ti prego, finalmente dici da che parte stai, con gli schiavi della NATO-USA o con la pace!
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Palazzo Chigi: il governo informerà il Parlamento. La Russa: "Non saranno attacchi indiscriminati, i rischi per l'Italia non aumenteranno". Raid Nato sul quartier generale di Gheddafi a Bab-al-Azizia: tre morti e 45 feriti. Misurata, ancora combattimenti. I ribelli: "Cacciate forze lealiste".

ROMA - L'Italia accoglie l'appello della Nato agli alleati: Silvio Berlusconi ha detto sì ad azioni aeree mirate in Libia, durante un colloquio telefonico con il presidente americano Barack Obama. L'azione della Nato si intensifica e si concentra sui punti nevralgici del potere di Gheddafi: ieri notte l'Alleanza ha colpito a Tripoli la caserma e la residenza del rais, radendo al suolo un edificio e danneggiando una sala in cui il Colonnello teneva le sue riunioni: tre persone sono morte.

Di fronte a una missione sempre più impegnativa e dalla durata incerta, le pressioni di Francia e Gran Bretagna insieme agli Usa hanno alla fine sortito il loro effetto sul governo italiano, recalcitrante fin dall'inizio a un coinvolgimento diretto (Frattini aveva motivato con il passato coloniale italiana 1 queste resistenze appena pochi giorni fa). "Non si tratterà di bombardamenti indiscriminati ma di missioni con missili di precisione su obiettivi specifici" si affretta a chiarire il ministro della Difesa Ignazio La Russa, aggiungendo che l'obiettivo è quello di "evitare ogni rischio di colpire la popolazione civile". Il rischio per l'Italia non aumenterà, dice ancora La Russa.  Una nota di Palazzo Chigi riferisce che il governo informerà il Parlamento sulle azioni mirate  e i ministri degli Esteri e della Difesa sono pronti a riferire davanti alle Commissioni congiunte Esteri-Difesa.
L'Italia, informa sempre la nota, "ha deciso di aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell'intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica. Con ciò, nel partecipare su un piano di parità alle operazioni alleate, l'Italia si mantiene sempre nei limiti previsti dal mandato dell'operazione e dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite"....continua.....

http://www.repubblica.it/esteri/2011/04/25/news/raid_libia-15349744

PS: Domani finalmente potremo vedere se il centro-destra e il centro-sinistra sono diversi o uguali: o servi della NATO-USA o coalizioni politiche che mettono in atto la nostra Costituzione Repubblicana!
Un saluto da umberto Marabese.

Wikileaks, detenuti a Guantanamo:"“Bastava indossare un orologio Casio”.

Il particolare emerge dai nuovi cables diffusi dal sito di Julian Assange. Si tratta 59 files militari sulla prigione Usa nell'isola di Cuba, classificati come 'segreti' dalle forze armate americane. I documenti riguardano le analisi riservate dell'intelligence statunitense su tutti i 779 detenuti.
Manifestanti protestano a Londra per la detenzione di cittadini britannici nella prigione statunitense
Per essere rinchiusi nel carcere di massima sicurezza statunitense di Guantanamo bastava aver fatto “un viaggio in Afghanistan per qualsiasi ragione dopo gli attacchi terroristi dell’11 settembre 2001”. Oppure indossare un preciso modello di orologio Casio, “spesso consegnati agli studenti dei corsi di esplosivi di Al Qaeda in Afghanistan”. Così, almeno 150 persone sono state detenute anche se innocenti. Tra queste, un 89enne afghano affetto da demenza senile e un 14enne rapito dai Talebani. E’ quanto emerge dai nuovi cables diffusi dal sito WikiLeaks: 759 files militari sulla prigione Usa nell’isola di Cuba, classificati come ‘segreti‘ dalle forze armate americane. Della loro diffusione, insieme a quella di altre centinaia di documenti, è accusato il militare Bradley Manning. In una nota, il Pentagono ha definito “deplorevole” la pubblicazione dei documenti, con valutazioni incomplete che non aiuterebbero a comprendere la complessa situazione di Guantanamo.

I files riguardano le analisi riservate dell’intelligence statunitense su tutti i 779 detenuti a Guantanamo dal 2002. Alcuni di questi, 172 persone, sono ancora prigioniere, nonostante la decisione del presidente Barack Obama di chiudere la prigione. Secondo il quotidiano americano The Guardian – che ha pubblicato i documenti insieme al New York Times -, dai files sarebbe chiaro come la detenzione di presunti terroristi a Guantanamo fosse più rivolta a “procurarsi informazioni riservate” che a “garantire la sicurezza di tutti e la custodia dei criminali”...... continua.....
 
PS: Nel giorno della "liberazione" dagli invasori nazi-fascisti, Wikileaks con i suoi files sul carcere-leager di Guantanamo,  mi  fa sorge un paio di domande   che giro a  tutti "noi": "Ma che differenza c'è tra i campi di contrentramento dei nazisti e il leager USA? Come mai però nessuno dice niente?
Un saluto da Umberto Marabese.

Tripoli, bel suol d'amore! scritto da Fulvio Grimaldi, sabato 23 Aprile 2011 21:44

Ante Scriptum: Vi chiedo di perdonarmi se nel giorno di "pasquetta" vi invito alla lettura di un articolo che condanna "un grande falso politico, culturale ed etico". Me lo permetto solo perchè oggi è anche il ricordo sempre vivo della  "nostra liberazione" dai nazi-fascisti,  invasori della nostra Patria. Nello stesso tempo, siamo a fianco-fianco della NATO e l'ONU invasori dell'Iraq, dell'Afghanistan e che stanno-stiamo cercando di invadere la Libia.
Emilio Fede direbbe:"Che figura di m...a!"

di Fulvio Grimaldi
Il parlamento è costituito fondamentalmente come rappresentante del popolo, ma questo principio è in se stesso non democratico, perchè democrazia significa potere del popolo e non un potere in rappresentanza di esso. L'esistenza stessa di un parlamento significa assenza del popolo. La vera democrazia non può esistere se non con la presenza del popolo stesso e non con la presenza di suoi rappresentanti. I parlamenti, escludendo le masse dall'esercizio del potere e riservandosi a proprio vantaggio la sovranità popolare, sono divenuti una barriera tra il popolo e il potere. Al popolo non resta che la falsa apparenza della democrazia che si manifesta nelle lunghe file di elettori venuti a deporre nelle urne i loro voti. (Muammar Al Gheddafi)
I membri della società jamahiriyana sono liberi da ogni tipo d'affitto. La casa appartiene a colui che la abita... La dimora non può essere utilizzata per nuocere alla società. La società jamahiriyana è solidale. Assicura a ognuno una vita degna e prospera e uno stato di salute avanzato fino a giungere alla società delle persone sane. Garantisce la protezione dell'infanzia, della maternità, della vecchiaia e degli invalidi. La società jamahiriyana è la tutrice di coloro che non hanno tutela. L'istruzione e le cognizioni sono diritti naturali di ognuno. Ogni individuo ha il diritto di scegliere la sua istruzione e le cognizioni che gli si confanno senza costrizioni o orientamento imposto... I membri della società jamahiriyana proteggono la Libertà e la difendono ovunque nel mondo. Sostengono gli oppressi e incitano tutti i popoli a far fronte all'ingiustizia, all'oppressione, allo sfruttamento e al colonialismo. Li incoraggiano a combattere l'imperialismo, il razzismo e il fascismo in conformità al principio della lotta collettiva dei popoli contro i nemici della Libertà. (Muammar Al Gheddafi).

E non volete che un tipo così non dovesse venir fatto fuori?

continua......
http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/6045-tripoli-bel-suol-damore.html

PS: Non ho parole.

sabato 23 aprile 2011

Cara CGIL, questa volta non sciopero!

Lettera di un militante in cerca di alternativa.
Sono un tuo appassionato militante, che mette il cuore e la mente nell’impegno di rappresentare i lavoratori nella maniera più onesta ed efficace possibile. Ho sempre creduto nei tuoi valori e porto con orgoglio il tuo distintivo e la tua bandiera. In questi anni ho partecipato a tutti gli scioperi e a quasi tutte le manifestazioni che hai indetto. È stato un grande impegno, che ho svolto con entusiasmo e determinazione, convinto che fossero tutte battaglie utili e necessarie per il bene dei lavoratori
Venerdì 6 maggio vi sarà un nuovo sciopero generale indetto da te, con manifestazioni provinciali in tutta Italia. Ma, questa volta, non sarò in piazza e non sosterrò lo sciopero. Ho tre gravi motivi di dissenso che mi portano a questa scelta.

Le motivazioni dello sciopero generale sono sintetizzate da un manifesto, nel quale sono elencati 12 punti programmatici. Gli argomenti indicati sono importantissimi e apparentemente molto condivisibili: fisco più equo; sostegno alla scuola pubblica, all’università e alla ricerca; più welfare; tutela alle pensioni; tutela dei giovani; tutela delle donne; tutela del lavoro pubblico; accoglienza ai migranti; federalismo solidale; democrazia nei luoghi di lavoro. La tutela e la promozione di questi argomenti meritano certamente sostegno e forti azioni di lotta. Il problema è che si tratta di specchietti per le allodole.
Per rendere una lotta credibile è necessario individuare la causa del problema ed individuare il giusto avversario da affrontare. Quindi proporre delle azioni efficaci che possano produrre dei miglioramenti.
Oggi, cara CGIL, sembri non poter capire da dove realmente derivano i problemi, qual è il vero nemico da combattere e quali azioni permettono di ottenere delle soluzioni.......continua.....
http://www.megachip.info/tematiche/fondata-sul-lavoro/6041-cara-cgil-questa-volta-non-sciopero.html

Una buona notte da Umberto Marabese.

Inceneritore Gerbido: addio certificati verdi, la tariffa rifiuti rischia di aumentare.

Ante Scrittum: Se nella bolletta per i rifiuti che tra poco arriverà a casa, ci sarà ancora l'IVA che non è più da pagare, vedi Corte Costituzionale, e magari qualche aumento per ripagare la costruzione dell'inceneritore, dobbiamo andare tutti all'Assessore Ambiente e chiedere di fare gli interessi dei cittadini, se ne è capace, oppure lasci e faccia altro! 

L'inceneritore del Gerbido potrebbe avere 70 milioni in meno.
Torino, di andrea rossi.
Non l’avevano prevista. Ma ora è un’eventualità che rischia di minare il progetto che Torino ha individuato per risolvere almeno fino al 2033 il problema rifiuti. Mentre al Gerbido i lavori procedono in linea con le previsioni - il camino in cemento armato da 120 metri è finito, entro fine anno il 60 per cento dell’opera sarà concluso - una tempesta minaccia di abbattersi sul contestato progetto del termovalorizzatore.

Il decreto legislativo sulle energie rinnovabili approvato il mese scorso dal governo, che recepisce le direttive europee, secondo i vertici di Trm (la società che gestisce l’impianto) rischia di mandare tutto a monte. E di costare caro alle tasche dei torinesi. Il provvedimento rivede al ribasso le tariffe per i certificati verdi, gli incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Su quei certificati - molto contestati, perché considerano i termovalorizzatori fonti rinnovabili - Trm ha fondato parte del suo piano finanziario: dieci milioni di euro all’anno per quindici anni, un quarto dei ricavi totali.......
continua....

PS: Paghiamo due volte la raccolta rifiuti:
- al CIDIU, per un servizio che non è certo all'altezza della situazione: tenendo conto che per l'anno 2009, pagato l'anno scporso 2010, l'aumento è stato del 12/14%, l'ISTAT(?) + l'IVA al 10% che "non dobbiamo più versare allo Stato", come previsto dalla Corte Costituzionale.
- paghiamo attraverso la bolletta (da decenni ormai....) i famosi "certificati verdi" dati come incentivi ai costruttori dell'inceneritore:10milioni di € all'anno per 15 anni!
Un saluto da Umberto Marabese.


Libia, Gheddafi: "Ritiro da Misurata" Le tribù locali fronteggiano i ribelli.

Un soldato ferito alla Reuters: "Il Colonnello ha dato ordine di ritirare le truppe da Misurata". Conferma il vice ministro degli Esteri del regime, Kaim. La città sta per cadere nelle mani dei ribelli, sul terreno restano a combattere le tribù locali. In serata rilasciato il rimorchiatore italiano Asso 22: stanno bene i marinai.

Tripoli - Ritiro da Misurata. Un soldato libico ferito e catturato dagli insorti a Misurata ha detto che all’esercito è stato ordinato di ritirarsi dalla città assediata e bombardata da mesi dalle forze di Gheddafi. "Ci è stato detto di ritirarci. Ieri ci hanno detto di ritirarci" ha detto alla Reuters il soldato, Khaled Dorman, steso sul retro di un pick up dopo essere stato portato in un ospedale locale. Ieri sera il viceministro degli Esteri libico Khaled Kaim ha dichiarato che le truppe governative, sotto pressione per i raid aerei della Nato, potrebbero ritirarsi da Misurata, circa 200 km a est di Tripoli, e lasciare alle tribù locali il compito di affrontare gli insorti e "porre fine, con le buone o con le cattive" al conflitto nella città ribelle.
In battaglia le tribù L’annuncio di Kaim arriva dopo le notizie sui consistenti successi dell’opposizione nella città e i nuovi bombardamenti aerei della Nato sulla capitale Tripoli. Il vice ministro ha sottolineato che i raid dell’alleanza atlantica hanno impedito ai combattenti fedeli al colonnello Gheddafi di riprendere Misurata e che i leader tribali hanno dato un "ultimatum" all’esercito. "Se non riescono a risolvere il problema a Misurata allora la popolazione della regione entrerà in città" ha spiegato. "La situazione a Misurata sarà attenuata, sarà affrontata dalle tribù intorno a Misurata e il resto della popolazione di Misurata e non dall’esercito libico. La tattica dell’esercito è avere avere una soluzione chirurgica, ma con gli attacchi aerei non funziona". Sono emerse indiscrezioni che alcuni dei siti della città più importanti .....

continua.....

PS: Parlare di guerra, ossia distruzione non solo materiale, ma distruzione delle famiglie, distruzione del presente ottenuto con grandi sofferenze, distruzione della vita come percorso verso qualcosa di più in alto, distruzione del sapere e del comprendere, distruzione della fratellanza verso gli altri, distruzione dell'amore........mi opprime il cuore e non mi permette di vedere un mondo nel quale tutti dovremmo essere liberi di andare, di tornare, di parlare, di vestirsi........di mettere in atto le parole di quel signore che 2011 anni fa a detto...."ama il prossimo tuo come te stesso" e credo proprio per questo è stato crocefisso!
 Buona Pasqua, se ci riuscite, Umberto Marabese.

venerdì 22 aprile 2011

La crisi di bilancio, i buoni del Tesoro e il Dollaro USA: crollo di un sistema.

Ante Scrittum: Un articolo che va al di la delle nostre percezioni economiche su scala mondiale, ma che di riflesso e per la globalizzazzione, saranno "presenti pesantemente" anche nella nostra Italia.
Da non perdere!

dal Global Europe Anticipation Bulletin
Global Research - GEAB n° 54

Il 15 settembre 2010, la pubblicazione di GEAB N ° 47 è stata intitolata «Primavera 2011: Benvenuti negli Stati Uniti dell'austerità / Verso la gravissima crisi del sistema economico e finanziario». Eppure, alla fine dell'estate 2010, la maggior parte degli esperti riteneva in primo luogo, che il dibattito sul deficit di bilancio degli Stati Uniti sarebbe rimasto un mero oggetto di discussione teorica all'interno della Beltway (1) e in secondo luogo, che era impensabile immaginare che gli Stati Uniti si sarebbero impegnati in una politica di austerità, perché era sufficiente che la Fed continuasse a stampare dollari. Eppure...
Eppure, come tutti hanno potuto vedere da alcune settimane, la primavera 2011 ha portato davvero l'austerità negli Stati Uniti (2), la prima dopo la seconda guerra mondiale e la creazione di un sistema globale basato sulla capacità del motore Stati Uniti di generare sempre più ricchezza (reale dal 1950 al 1970, sempre più virtuale in seguito).
In questa fase, LEAP/E2020 può confermare che la prossima fase della crisi sarà davvero il "Gravissimo Crollo del sistema economico, finanziario e monetario mondiale" e che questo fallimento storico avverrà nell'autunno 2011 (3). Le conseguenze monetarie, finanziarie, economiche e geopolitiche di questo "Gravissimo Crollo" saranno di proporzioni storiche e mostreranno la crisi dell'autunno 2008 per quello che realmente era: un semplice detonatore...

continua....
http://www.megachip.info/tematiche/kill-pil/6036-la-crisi-di-bilancio-i-buoni-del-tesoro-e-il-dollaro-usa-crollo-di-un-sistema.html

PS: Un caro saluto e una felice Buona Pasqua a tutti, da Umberto Marabese.

Attacco alla Libia: spiegazioni inedite ma convincenti. Vedremo se è vero.


 di Antonio de Martini
Quale può essere il fil rouge che collega tutti i paesi attaccati – e presi di mira in varie forme - dagli USA e Gran Bretagna con l’aiuto di una serie di ausiliari tradizionali più o meno consapevoli? Libia, Libano, Siria,Irak,Somalia, Sudan, Iran. Non hanno in comune l’etnia ( Iran  ariano mentre gli altri sono semiti o – Sudan – misti). Non hanno in comune la religione: Libano ha cristiani, l’Iran è sciita, la Siria è mista. Non il petrolio: Somalia e Siria non ne hanno in quantità significative. Non la ricchezza: Somalia e Sudan non lo sono. Se invece vediamo il negativo, vediamo che nessuno di questi paesi figura tra i 56 aderenti alla Banca per i Regolamenti Internazionali.
In pratica sono paesi che hanno rifiuutato di far parte della comunità finanziaria internazionale e la Libia in particolare se la stava cavando molto bene:
  • Stando ai dati del FMI la Banca centrale libica possiede 144 tonnellate di oro nei suoi forzieri. Per un paese di tre milioni e mezzo di abitanti, non è niente male. L’educazione e l’assitenza medica sono gratuite; le coppie che si sposano ricevono 50.000 dollari a fondo perduto.
  • I Ribelli, ancora prima di costituire un governo provvisorio, hanno annunziato (il 19 marzo) di aver costituito la BANCA CENTRALE DI LIBIA. La Banca centrale di Libia (quella di Gheddafi per intenderci) è pubblica e non privata, stampa la moneta e presta denari allo stato senza interessi per finanziare le opere pubbliche tra cui il famoso fiume sotterraneo fatto dall’uomo che utilizza le acque fossili del Sahara per irrigare tutta l’area agricola della Libia che si trova al Nord. A proposito: l’attività agricola in Libia è esentasse. Completamente. Questa politica è l’esatto contrario di quella seguita dal mondo occidentale, che fa pagare servizi quali l’educazione e la sanità e ha privatizzato le banche centrali, che fanno pagare gli interessi agli stati quando forniscono loro i fondi.
  • La ragione ufficiale che ha spinto l’occidente a non mantenere le Banche Centrali come pubbliche è che questi prestiti aumentano l’inflazione, mentre prendere prestiti dalle Banche estere o dall FMI , non provocherebbe inflazione. In realtà prendere i denari a prestito da Banche centrali pubbliche – senza interessi – riduce grandemente il costo dei progetti pubblici di investimento e in alcuni casi li riduce del 50%.
  • Gheddafi aveva da poco lanciato la proposta di creare una moneta unica africana: IL DINARO ORO; e l’unico paese africano che si era opposto è stato il Sud Africa, proprio quello che si è presentato a Tripoli per la mediazione con i ribelli e la NATO. Su questa proposta c’è un commento di Sarkozy che l’ha giudicata “una minaccia per l’Umanità”.
  • Sia Saddam Hussein che Gheddafi avevano proposto – entrambi sei mesi prima dell’attacco – di scegliere l’Euro (o il dinaro) come valuta per le transazioni petrolifere.
ADESSO RESTIAMO IN ATTESA DI VEDERE – IN CASO DI VITTORIA DELLA NATO – SE EDUCAZIONE E SANITA’ RESTERANNO GRATUITE, SE LA BANCA CENTRALE LIBICA ADERIRA’ ALLA B.R.I. E SE L’INDUSTRIA PETROLIFERA LIBICA VERRA’ SVENDUTA A PRIVATI. Poi anche i più ingenui cominceranno ad avere sospetti.

Un saluto da Umberto Marabese.

Buquicchio(IDV) flirta coi grillini e Reschigna(Pd) perde la pazienza.

Scontro tra i capogruppo regionali di Pd e Idv a margine della giunta per il regolamento. Manovre di smarcamento dei dipietristi.

Da giorni si guardano in cagnesco, si studiano e preparano contromosse. Fino a poche ore fa quando tra i capogruppo dei due principali partiti d’opposizione, il democratico Aldo Reschigna e il dipietrista Andrea Buquicchio, è scoppiata una lite furibonda nei corridoi di Palazzo Lascaris. Il primo smarcamento di Buquicchio risale ai giorni scorsi, durante l’approvazione della legge sulle grandi opere: Idv vota contro assieme al resto dell’opposizione, mentre i consiglieri democratici, per paura di essere classificati come No Tav si ritrovano ad approvare il provvedimento assieme alla maggioranza.

Nel pomeriggio un nuovo scontro, durante la giunta per il regolamento, riunita  per trovare modalità interpretative condivise relative all’art. 84 comma 6 (maxiemendamento), che dà la possibilità alla Giunta regionale, inpresenza di un numero a suo parere troppo elevato di emendamenti, di far votare al Consiglio un unico provvedimento, impedendo ogni tipo di ostruzionismo. Anche in questo caso si tratta di una legge fortemente voluta, al crepuscolo della presidenza di Mercedes Bresso, proprio dal Partito democratico, evidentemente convinto di tornare a governare Piazza Castello, dopo le elezioni. Durante la riunione Buquicchio prende la parola per ribadire, così come aveva già fatto quando sedeva tra i banchi della maggioranza, le sue perplessità in merito a una legge definita “Bavaglio”. Reschigna, ancora una volta tra l’incudine e il martello, abbozza una mediazione con la maggioranza, ma a margine della riunione, si ritrova a brutto grugno con il collega, reo di aver spaccato il patto d’acciaio con i democratici e di aver flirtato oltremodo con i famigerati consiglieri del MoVimento 5 Stelle. Chi li ha sentiti parla di toni altissimi e qualche “Vaffa” da ambo le parti.

http://www.lospiffero.com/article.php?id_sezione=5&id=1347

PS: "Tutti per uno, uno per tutti": il famoso grido di battaglia dei Tre moschettieri del Re, viene ora rimodernato dai psudi-politici di oggi in : Tutti per ognuno, ognuno per Tutti!
La buon'anima di Mike Bongiorno diceva "sempre più in alto....", ora però, rimodernata, "sempre più in basso....". Povera Italia!
Un saluto da Umberto Marabese.

giovedì 21 aprile 2011

Fiat, destino segnato: testa a Detroit.

Con l’acquisizione di un’ulteriore quota di Chrysler il Lingotto procede speditamente verso la delocalizzazione del gruppo. Airaudo (Fiom): “Torino al massimo sarà una succursale europea”.

E’ stato raggiunto l’accordo che porterà la Fiatad assumere il 46% di Chrysler, per arrivare poi al 51% entro il termine del 2011. Soddisfatti della firma sia John Elkann che Sergio Marchionne. Ciò consente l’esercizio della cosiddetta Incremental Equity Call Option sul 16% della casa automobilistica americana e verrà esercitata dalla Fiat che si avvicina in questo modo ad acquisire la maggioranza assoluta della Chrysler. Il prezzo complessivo dell’operazione previsto è di un miliardo e 268 milioni di dollari.

Questa intesa prevede che Fiat possa esercitare la call option subordinata al rifinanziamento del debito che Chrysler possiede nei confronti dei governi statunitense e canadese. Debito accumulato in seguito al salvataggio del 2009 e che deve essere portato a termine nel secondo trimestre del 2011. Entro giugno il gruppo italiano aggiungerà quindi una nuova quota azionaria e arriverà al 46%, per poi aggiungere un ulteriore 5% entro la fine dell’anno, come è previsto dal contratto, raggiungendo così il 51% del capitale. Per il presidente della Fiat, Elkann, si tratta di un’operazione storica per Fiat e Chrysler, motivo di grande soddisfazione ed orgoglio.....
continua.....
http://www.lospiffero.com/article.php?id_sezione=3&id=1345


PS: Gli "Agnelli" li avevamo abituati troppo bene, incentivi, esenzioni, produzione auto in esclusiva, ecc. ed ora, finita la festa, se ne vanno negli USA. Forse è la volta buona che ci togliamo dalle spalle un peso che anno su anno diventava sempre piu pesante ma sopratutto soffocante.
Un saluto da Umberto Marabese.

Dal blog di Paolo Farinella, sacerdote:"Primo Maggio: il furto papale".


Paolo Farinella 
di don Paolo Farinella.
Il 1° maggio, universalmente giorno dedicato ai lavoratori, in Italia è stato requisito dalla gerarchia cattolica, segnatamente dal Vaticano che ha deciso di beatificare Giovanni Paolo II, il papa polacco, in questo giorno, con una volontà di prevaricazione ostentata e con l’intenzione di oscurare con una massa religiosa il 1° maggio laico, contrapponendo due celebrazioni, laica e cattolica, in modo artificiale e polemico.

E’ vero che il papa polacco fu un operaio. Lo fu solo per un anno o poco più. Non si può quindi dire che fu un «operaio», ma piuttosto che fece una esperienza di lavoro. Vendere questa esperienza come uno status qualificante è falso e mistificatorio. Non è degno di chi crede comportarsi così.

Beatificare il papa polacco può rientrare anche negli affari interni alla gerarchia cattolica, ma è certo che una gran parte della Chiesa non partecipa a questa operazione di marketing della religione per risollevare le sorti di una religiosità languente. Non è così che si testimonia la fede, così la si uccide soltanto perché questo genere di eventi mettono in evidenza l’esteriorità: le grandi masse, i numeri, il folclore, l’illusione di dire che «erano in tanti» come sinonimo di richiesta di religione. Siamo in pieno paganesimo religioso perché si sfrutta il sentimentalismo per affermare una visibilità che nasconde il vuoto e il paganesimo dello stesso personale clericale....
continua........
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/21/primo-maggio-il-furto-papale/106066/

commento di Giuseppe Russo scrive:
L’ammiro per il suo coraggio e la sua schiettezza. Più d’una volta mi son domandato cosa c’azzecca questo stuolo di affaristi, lenoni, politicanti e ladri in ‘divisa’ vaticana (ossia vestiti diversamente per ‘dividersi’ deliberatamente dagli altri) con quei tredici Cristi vestiti di stracci che cenando intorno a un tavolo andavano a morte per le loro idee.
Un saluto da Umberto Marabese

Voto alla ex Bertone, la Uilm contro le Rsu: scelta irresponsabile.

A(ntem) S(crittum):  due domande al mio Partito (SEL),

- al referendum del 2 e 3 maggio, sosteniamo la tesi della FIOM, ossia votare "no" al ricatto di Marchionne come a Mirafiori, magari facendo venire Nichi Vendola ai cancelli della ex Bertone?

 - se per coerenza il Pd, quindi Chiamparino e sopratutto Fassino sostenessero( semplice supposizione) invece Marchionne e il suo "si", come ci comporteremmo in piena campagna elettorale per le Amministrative di Torino dove siamo "fedelissimi" alleati del Pd e di Fassino?

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Marchionne: visti i ricorsi c’è il rischio che la Maserati si faccia all’estero.

Nella giornata in cui l’amministratore delegato di Fiat, Marchionne, ribadisce il rischio che la Maserati si faccia all’estero, soprattutto dopo i ricorsi giudiziari della Fiom contro gli accordi di Mirafiori e Pomigliano, non è mancata, sempre ieri, una coda polemica alla riunione delle Rsu di martedì. Malgrado il documento conclusivo - che convoca per il 2 e 3 maggio il referendum - sia stato firmato unitariamente da 8 delegati Fiom, 2 Fismic, 2 Uilm e uno Fim, la segreteria della Uilm ha disconosciuto l’operato dei suoi delegati.

E ieri il segretario Maurizio Peverati ha scritto una lettera in cui si legge: «La decisione delle Rsu mi amareggia. Hanno chiesto ai lavoratori di decidere con un referendum senza minimamente assumersi il coraggio della responsabilità» In sostanza la Uilm territoriale voleva che i delegati votassero subito sulla proposta Fiat. In questo modo è chiaro che sarebbe prevalso, a rigor di logica, il No al piano presentato dal Lingotto, visto che i delegati Fiom sono in maggioranza. A quel punto qualcuno avrebbe potuto ritenere superfluo lo stesso referendum. Invece i delegati - eletti dai lavoratori un anno e mezzo fa - hanno scelto di dare voce ai lavoratori. Scelta già fatta, un mese fa, in un incontro di Rsu; in quella occasione erano presenti solo quelle della Fiom.  Peverati aggiunge: «Ho preso le distanze addirittura dalla decisione delle mie Rsu. Non si lasciano 1097 persone sole al loro destino. La loro salvezza era lì, a portata di mano. Bastava avere il giusto coraggio. Oggi la loro sorte, non neghiamocelo, è in discussione».....
continua..... http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/economia/articolo/lstp/398880/

PS: un saluto da Umberto Marabese.

mercoledì 20 aprile 2011

Il Piemonte ha una legge per le Grandi opere. Ma non è finanziata!

Il Piemonte è la prima Regione ad avere una legge che favorisce i territori che ospitano i cantieri di una grande opera. Un viatico che nelle intenzioni delle Giunta regionale dovrebbe addolcire ai valsusini la pillola di dieci anni di cantieri. La legge illustra una serie di provvedimenti che dovranno essere attuati per ancorare al territorio tutte le possibili ricadute positive della Tav. Già a partire dal cantiere di Chiomonte dovranno lavorare ditte locali, nelle opere minori, e non dovranno esserci campi base: operai e maestranze dormiranno e mangeranno in alberghi e ristoranti della zona. Per quando partiranno poi i lavori della Tav vera e propria l’obiettivo è più ambizioso: fiscalità agevolata, un sistema grazie al quale i territori potranno vendere il materiale di scavo e ricavare risorse, formazione di maestranze, anticipo degli espropri, un piano di riqualificazione territoriale e paesaggistico.
PS: Il dubbio è ‘come’, visto che al momento la legge può contare solo su 200 mila euro che serviranno al funzionamento delle strutture, ma non prevede fondi per attuare le misure previste. Tutto diverso in Francia, che dal 2004 sperimenta con successo un modello analogo “la demarche grand chantier” e che ha già programmato entro il 2013 oltre 24 milioni di euro.
Un saluto da Umberto Marabese.

Occhio, Il debito Usa minaccia l’Ue più della Grecia.

Sono riusciti a non pagare tassi più alti mentre si indebitavano, ma non si può continuare. Di questo passo in un anno porteranno il loro debito alla cifra record di 16mila miliardi di dollari, circa 8 volte la somma di tutti i debiti europei.

Girava una battuta lunedì sui mercati: “La revisione di Stantard & Poor’s del rating degli Usa ha sorpreso solo chi ha voluto farsi sorprendere”. In molti avevano già alleggerito le loro posizioni sulla Borsa e sui titoli di Stato americani di fronte alla oramai evidente incapacità del Congresso americano di governare un debito che ha battuto ogni record storico e uno sbilancio fra entrate e uscite (deficit pubblico) che è ancora al 10 per cento. Di questo passo gli Stati Uniti in un anno porteranno il proprio debito al 120 per cento del Pil per la cifra record di 16 mila miliardi di dollari, circa 8 volte la somma di tutti i debiti europei.

Non sarebbe un grosso problema per una nazione di grande forza economica come gli Usa se il governo e la Banca centrale americana, la Federal Reserve, non avessero barato: in tutti i Paesi del mondo avere più debito significa automaticamente pagare tassi più alti che riducono la capacità di indebitarsi a costringono i governi a misure restrittive. Per Washington a più debito hanno corrisposto minori tassi d’interesse perché la Fed ha comprato 4 mila miliardi di titoli di Stato americani e ha fornito alla presidenza Obama denaro fresco di stampa per finanziare la spesa pubblica......
continua.....
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/20/il-debito-usa-minaccia-l%E2%80%99europa-piu-della-/

PS: La guerra in Iraq, la guerra in Afghanistan, la guerra in Libia, povererini, in fin dei conti sono "i guardiani del mondo", purtroppo non lo sono di se stessi!
Un saluto da Umberto Marabese.

Tav, Pd e SEL ruote di scorta della maggioranza di centro/destra di Cota.

Ante Scrittum: Ma SEL è di proprietà privata individuale o esiste ancora come insieme di iscritti, simpatizzanti e votanti? C'è ancora una linea  guida discussa e approvata? Chi e come si decide in questo momento a SEL Provinciale?

Tappe forzate per approvare la legge regionale sulle grandi opere. Reschigna e compagni (Pd/SEL) favorevoli all’interpretazione restrittiva del regolamento d’Aula, per superare l’ostruzionismo dei grillini.

I grillini, a dispetto della loro aria mite, vanno giù per le trippe e parlano di «stupro della democrazia». Giunta e maggioranza replicano che si tratta di legittima difesa, per impedire che l’ostruzionismo messo in atto da una sparuta pattuglia di consiglieri blocchi l’attività legislativa del parlamento piemontese. In mezzo il principale partito d’opposizione, il Pd, che al di là del merito teme di essere messo nell’angolo e offre il proprio sostegno all’approvazione del provvedimento.

Oggetto del contendere, il disegno di legge n° 85 relativo alle opere collegate alla Tav, il cui travagliato iter si concluderà nella sessione odierna solo grazie al contingentamento dei tempi degli interventi in Aula, deciso ieri sera dalla conferenza dei capigruppo per spuntare l’ultima arma rimasta in mano ai grillini dopo la decadenza di tutti gli emendamenti: la discussione degli 89 ordini del giorno presentati. Ogni gruppo avrà a disposizione non più di venti minuti complessivi per illustrare la propria posizione e poiché molti gruppi non prenderanno la parola (o utilizzeranno minor tempo) la strada dell’approvazione è spianata.

Soddisfatto l’assessore ai Trasporti Barbara Bonino che incassa.....

continua.....
http://www.lospiffero.com/article.php?id_sezione=2&id=1331

PS: E poi qualcuno si è risentito/a perchè, in un mio precedente post, ho scritto che il mio partito, SEL, stava trattando, nel contesto delle amministrative a Torino, "sgabelli e Presidenze di Circoscrizioni come ad un mercato delle vacche"! Chiedo scusa alle "vacche",  quelle che ci regalano il buon latte quotidiano...........
Un saluto da Umberto Marabese.

martedì 19 aprile 2011

Ex Bertone, ennesimo ultimatum di Marchionne: “Sì entro 24 ore”-

Modello Pomigliano anche per Grugliasco, altrimenti il Lingotto dirotterà altrove l’investimento previsto. Ma la sensazione è che la Fiat abbia già deciso la delocalizzazione all’estero.

Passa ai sindacati la palla sul futuro dei lavoratori dello stabilimento ex Bertone di Grugliasco, al termine di un incontro fra Cgil, Cisl, Uil e Fismic e l’ad Sergio Marchionne, che ha confermato alle sigle di voler applicare anche alle “Officine Automobilistiche Grugliasco” l'intenzione di applicare anche in Piemonte un contratto sulla falsariga di quello di Pomigliano d'Arco, al di fuori cioè del contratto nazionale dei metalmeccanici. La parola passa adesso alle RSU, che a Grugliasco sono a maggioranza Fiom con 10 delegazioni su 16, che dovranno decidere entro 24 ore se accettare le condizioni di Marchionne alle quali è subordinato l'investimento da oltre 500 milioni di euro per la produzione del prossimo SUV Maserati.

All'incontro erano presenti i segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Roberto Di Maulo, accompagnati dai rispettivi rappresentanti di categoria. Maurizio Landini della Fiom ha confermato «la posizione contraria della Fiom rispetto a quell’accordo, come del resto dimostra il fatto che ieri abbiamo depositato un ricorso al Tribunale di Torino. Riteniamo non accettabile scaricare sui lavoratori e sulle lavoratrici della Bertone la decisione di uscire dal Contratto nazionale e la decisione di fare o meno l’investimento annunciato». La Camusso ha difeso .....
continua........
http://www.lospiffero.com/article.php?id_sezione=3&id=1330

PS: E' difficile dire ai lavoratori della ex Carrozzerie Bertone cosa votare: sono presi tra il martello e l'incudine. D'altronde le pretese ottocentesche di Marchionne sono contro tutto: dalla sicurezza sul lavoro, alla ghigliottina del licenziamento in ogni momento senza nessuna rete di salvataggio ai tempi dilavoro e riposo e mensa da schiavi del 21° secolo.
Egregio Signor Presidente Giorgio Napolitano, Lei che tutti i giorni per non dire tutti i minuti si appella alla nostra Costituzione, perche non lo fa anche contro il Signor Marchionne? I diritti e i doveri nella nostra Costituizione sono scritti e fra di loro anche il "diritto dello sciopero, il diritto al lavoro in sicurezza(muoiono più lavoratoti in un giorno che soldati in guerre di tutto il mondo) e, per buon ultimo, uno "salario che sia sufficiente ad una vita dignitosa". Signor residente Giorgio Napolitano, di questi tre diritti il signor Marchionne se "ne frega".
Un saluto da Umberto Marabese.