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mercoledì 27 aprile 2011

Presidente Napolitano, cosa sono i “naturali sviluppi”?

Introduzione: ho letto, e con copia/incolla:

Paolo Ojetti di Paolo Ojetti, giornalista. 26 aprile 2011 | 20:10

Quando si parla del Capo dello Stato bisogna andarci con i piedi di piombo. Per tre ragioni: per il...
Quando si parla del Capo dello Stato bisogna andarci con i piedi di piombo. Per tre ragioni: per il rispetto istituzionale, perché Napolitano è l’unico (forse il solo) che ispira fiducia agli italiani, perché Berlusconi non riesce a scalfirne l’integrità costituzionale. Ma sui “naturali sviluppi” del nostro intervento militare in Libia, siano consentite alcune perplessità.

La prima è proprio di natura costituzionale: l’Italia ripudia la guerra ed entrare in un conflitto, schierandosi con uno dei contendenti, non somiglia proprio a una missione di pace, nemmeno scomodando tutta l’ipocrisia di cui siamo capaci.

La seconda è che non esistono “razzi di estrema, estrema precisione” perché non esistono bersagli di “estrema, estrema” certezza. I rapporti militari sono pieni di bersagli sbagliati e le note diplomatiche sono piene di scuse per aver falciato ospedali, scuole, convogli di civili, furgoni della croce rossa, persino parchi giochi per bambini.

La terza perplessità riguarda i pesi e le misure. Come mai siamo così orgogliosi di “difendere” gli insorti di questo nuovo risorgimento arabo se si tratta della Libia, mentre non muoviamo un dito (ma non alziamo neanche un sopracciglio) quando Assad fa sparare sulla popolazione inerme alla media di decine di morti al giorno?

La quarta non è una perplessità, ma un sospetto: la differenza la fa forse il petrolio? E se è così, quante vite valgono i pozzi della Cirenaica e i campi petroliferi della Sirte?

Un commento che condivido:
agelon scrive:
Napolitano è diventato presidente della repubblica italiana in virtù del gradimento espresso dal pdl, cioè da berlusconi che ne è il capobanda. Lo ricordate? E se lo ricordate, perchè stupirsi delle sue accondiscendenze e dei suoi silenzi? A parte i generici fervorini retorici e omnidirezionali che gli toccano per forza, come al curato di campagna toccano per forza le prediche domenicali, ovvio. Un don abbondio dei giorni nostri: pavide chiacchiere (con la ghenga sempre pronta a dargli strumentalmente addosso appena esce, per sbaglio, dai margini), ma di fatti concreti (entro le sue prerogative che tutto sommato, quale garante della costituzione, non sono neanche poche) nemmeno l’ombra. Come ho già letto e sentito più volte, “Pertini avrebbe già cacciato berlusconi a calci nel qulo”. E’ vero, ma Pertini era tutta un’altra pasta d’uomo, e di quegli uomini lì l’Italia ha buttato via lo stampo.
Un saluto da Umberto Marabese.

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