giovedì 6 giugno 2024

Marco Tosatti - No alla Guerra, no agli Europeisti. Votare non per Vincere, ma per non Perdere Tutto. Giovanni Frajese.

 


Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo di La Notizia, che ringraziamo per la cortesia, che riporta un commento del prof. Giovanni Frajese sul suo canale Telegram. Ne condividiamo aampiamente i contenuti, e in particolare l’invito ad andare a votare. Personalmente ritengo che non possiamo sperare di vincer; andrò a votare per cercare di perdere di meno, di limitare i danni. E in particolare con un occhio alla minaccia maggiore che sta incombendo su di noi, come continente e come Paese, cioè quella di una guerra che i burattinai di oltre Oceano, e dell’anglosfera di interessi globali, insieme ai loro servi europei, stanno cinicamente portando avanti, passetto dopo passetto. Se queste elezioni possono essere un’occasione, minima, per dire “no” a quel progetto, è meglio usarla. Buona lettura e diffusione.


Giovanni Frajese, la storia di un voto: “Per un’idea di antica normalità”

Giovanni Frajese

Giovanni Frajese, la storia di un voto: “Per un’idea di antica normalità” –

 

Gli Uomini dimostrano di essere tali quando sono capaci di elaborare quelle convinzioni stimolate da emozioni, positive e negative, e che anche all’ultimo momento, ci fanno tornare indietro su scelte già fatte.

Uomini che non guardano l’egoismo dell’IO, ma guardano il Noi ed il Futuro di tutti.

La speranza è la nostra, infatti.

Le parole che ha scritto il Prof. Giovanni Frajese, atraverso il suo Canale Telegram, sono importantissime ed esaustive.

Per questo le diffondiamo senza aggiungere altro, se non un personale ringraziamento.

Ettore Lembo

 

Dal Canale Telegram: https://t.me/vannifrajeseofficial/485

“La tentazione di non votare è forte quando non si ha piena fiducia in un candidato.

Gli ultimi anni hanno lasciato una storia di pesanti tradimenti politici che hanno tolto la fiducia negli elettori italiani di poter vedere un cambiamento reale: il Movimento 5 Stelle, nato dal “popolo”, è stato la goccia finale. L’apertura della “scatoletta di tonno” si è rivelata l’ennesima delusione.

Il potere difende se stesso, è ormai chiaro. L’astensionismo è il primo partito d’Italia da anni, che però ha un risvolto oscuro: permette a realtà indegne che hanno già ampiamente devastato il paese di superare le soglie di sbarramento e condizionare con un pugno di voti l’andamento delle scelte politiche. Di questo, personaggi come Renzi, Bonino e Calenda hanno ampiamente approfittato per fare da ago della bilancia.

Ci troviamo con le prossime elezioni ancora di fronte allo stesso scenario. Se l’astensionismo si manifesterà di nuovo, partiti come “Stati Uniti d’Europa” si troveranno a rappresentare il pensiero politico italiano. Questo non deve accadere. È chiaro a chi non va a votare quali siano i veri nemici del popolo: sono coloro che portano avanti l’Europa così come è stata fino ad ora, quelli che disprezzano il concetto di sovranità ed esaltano il mostro tecnocratico che negli ultimi anni ha tolto rilevanza e libertà di scelta alla politica dei singoli paesi. Sono quelli che si riuniscono al Bilderberg e al World Economic Forum, da dove le scelte del nostro futuro vengono indicate e portate avanti.

Anche se non si ha un candidato perfetto per cui votare, anche se la possibilità di futuri tradimenti esiste chiaramente, vale la pena di esprimere una preferenza che vada contro chi ha usato sistematicamente il proprio potere per interessi etero guidati, contro l’interesse del proprio popolo. Per questo credo sia importante dare un segnale ideologico alle prossime elezioni, non possiamo permettere il superamento della soglia a squallide realtà e dobbiamo far capire alla politica cosa il popolo vuole.

La candidatura di Vannacci è quella di un uomo che ha messo nero su bianco quello che molti pensano. Forse non cambierà le cose, forse il potere si prenderà ancora gioco di noi, ma se non si dà forza a chi esprime un’idea di antica normalità, quella portata avanti dalle élite diverrà sempre di più “il nuovo normale”. Se non si vota chi almeno a parole porta avanti idee condivise e condivisibili, a cosa serve poi riempire le piazze quando la libertà ci viene tolta come è già successo?

Pensavo di non andare a votare, come ho fatto già negli ultimi anni, ad eccezione per le ultime elezioni politiche italiane.

Ho cambiato idea.

Andrò a votare chi almeno mi fa sentire a parole quello che aspettavo di sentire: non so se poi ci saranno voltafaccia ma il messaggio alla politica deve arrivare, oggi più che mai.

No alla guerra ora e sempre, no agli Stati Uniti d’Europa e agli europeisti convinti, dal Presidente della Repubblica in giù, no a chi ha usato la politica per giochi di potere sulla nostra pelle. Non nel mio nome.

Liberi di credere ciò che volete, io voterò sperando di non vedermi rappresentato da quelli che hanno reso l’Europa la nostra prigione”.

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