David Betz, Departement of War Studies
--------------------------------------
Il professor David Betz, professore al King’s College, Dipartimento di Studi sulla Guerra, è un esperto militare di fama internazionale – la sua intervista illuminante e rivelatrice a un media ungherese è da leggere come una essenziale presa di coscienza : “Una nuova comprensione della guerra moderna” da parte degli occidentali
Il professore ha visitato l’Ungheria per partecipare al 3° vertice geopolitico del Danubio organizzato dall’Istituto del Danubio. Magyar Nemzet lo intervistato a proposito dell’Ucraina
La guerra Russia-Ucraina è scoppiata 19 mesi fa. Durante questo periodo, le parti hanno utilizzato una serie di nuove tecnologie e strategie per ottenere un vantaggio. In che modo gli eventi finora hanno cambiato la nostra comprensione della guerra moderna?
Risponderei a questa domanda facendo riferimento in primo luogo a ciò che ci aspettavamo che fosse e significasse la guerra moderna e a come pensavamo che sarebbe stata. Ci sono molti avvertimenti a riguardo perché è molto difficile saperlo per persone come noi che non sono coinvolte, che guardano la questione fondamentalmente attraverso i media e le immagini dei vari combattenti di entrambe le parti. Ciò che ci aspettavamo dalla guerra moderna da una prospettiva occidentale era qualcosa che sarebbe stata più veloce, caratterizzata da più movimento, da un’applicazione più precisa ma anche più limitata della potenza di fuoco. La realtà sembra diversa. I combattimenti nella guerra russo-ucraina assomigliano molto alla Prima Guerra Mondiale. Se guardi questi campi di battaglia dall’alto verso il basso, vedi continue linee di trincee che attraversano il paesaggio. Vedete i campi ucraini che sono chiaramente costellati di crateri ovunque e in grandi quantità.
Quindi è enorme, è su vasta scala e ciò che sembra contare sul campo di battaglia, il motivo per cui la Russia sta vincendo e vince dal febbraio del 2023 è perché conserva parecchio muscolo militare industriale del vecchio tipo. Roba che si pensava fosse, se non del tutto obsoleta, almeno non così importante.
Ma poi c’è la guerra con i droni, che viene utilizzata in un modo senza precedenti da entrambe le parti.
L’uso dei droni non va sottovalutato, in particolare l’uso di droni di qualità relativamente bassa, a basso costo e spesso commerciali. Macchine economiche con la capacità di sollevare in cielo forse qualche decina di chili di hardware. La realtà di ciò si può vedere sia da parte ucraina che da parte russa. C’è stato un massiccio investimento nello sviluppo della capacità produttiva di questi droni in un modo che assomiglia ad un conflitto industriale del 20° secolo: sembra avere molta importanza da che parte è in grado di metterne di più e meglio di questi in questo nuovo spazio aereo. Ed entrambi stanno spingendo molto, molto forte su questo e anche attingendo alle risorse dei loro alleati. In particolare nel caso dell’Ucraina, di fatto, della NATO. Viene utilizzata l’Ucraina. L’Ucraina è un rappresentante della NATO.
Che impatto potrebbero avere questi sviluppi sull’industria della difesa?
C’è un’enorme quantità di denaro destinata all’industria della difesa nel 2023 e probabilmente nel 2024 o 2025. E in tutto il settore della difesa si stanno compiendo sforzi intensi per aumentare la produzione di un’ampia gamma di sistemi. Ciò è molto difficile a causa della configurazione prebellica della base industriale di difesa occidentale, che è stata progettata ormai da molti anni per produrre un piccolo numero di sistemi d’arma estremamente costosi.
Da questo punto di vista, l’industria della difesa russa è avvantaggiata: la sua capacità di produrre proiettili di artiglieria, ma anche carri armati nuovi e/o ricondizionati, è molto, molto elevata.
Inoltre, nel campo delle armi ipersoniche e in alcuni aspetti della tecnologia missilistica, la Russia è sorprendentemente molto più avanti. L’industria della difesa occidentale sta cambiando molto rapidamente, ma non sono sicuro che stia cambiando abbastanza velocemente. E in definitiva, la terza parte della risposta è che tutte le cose di cui ho appena parlato si ricollegano, come tutto in guerra, alla forza di fondo della società che sostiene la guerra. E il nocciolo della questione, a mio avviso, è che la guerra Russia-Ucraina è un errore colossale per l’Occidente. Abbiamo spinto Russia e Cina verso un patto strategico che non avrebbero raggiunto indipendentemente a causa dei loro reciproci antagonismi. Si tratta di uno sviluppo geopolitico che ha il potenziale per essere importante per un secolo. In secondo luogo, abbiamo versato direttamente nella guerra enormi quantità di denaro, in gran parte sotto forma di denaro preso in prestito, che non verrà restituito. In terzo luogo, attraverso il regime delle sanzioni, la vitalità dell’economia industriale dell’Europa occidentale è stata silurata. Ci siamo causati danni enormi, danni economici che possono essere contati solo in centinaia di miliardi di euro e questo è un costo che continuerà finché durerà la guerra finché non verrà ripristinata l’energia a basso costo.
Come verrà riattivata l’energia a basso costo, ci si potrebbe chiedere. Esiste un solo politico in Occidente disposto a spendere il capitale politico per farlo. Non credo. Potete immaginare quanto sarà enormemente umiliante quell’atto, sarà descritto essenzialmente come una resa e probabilmente giustamente perché è effettivamente quello che sarà.
Quando può succedere questo?
È una bella domanda. Penso che i combattimenti possano durare ancora un anno . Penso che l’Ucraina abbia abbastanza carne da cannone disponibile per continuare a sostenere la quantità di vittime che sta subendo ora, probabilmente per un altro anno. D’altro canto, l’esercito russo potrebbe sviluppare un’offensiva, ma non vedo ancora segni che ciò accada.
Se loro passassero all’offensiva e gli ucraini fossero sulla difensiva, per i russi la situazione potrebbe diventare molto più costosa di quanto lo sia attualmente. Potrebbe andare più rapidamente a seconda di ciò che accade a livello internazionale considerando il sostegno politico, economico e militare. Se questo dovesse diminuire più rapidamente, ciò potrebbe accelerare gli eventi. Negli ultimi due giorni c’è stato molto interesse per il comportamento della Polonia a questo riguardo e alla base c’è la questione di quanto tempo potranno tenere il passo gli ucraini se la Polonia non sostiene al livello di prima. Economicamente, direi che l’Occidente probabilmente ha la capacità di mantenere questa situazione per altri due anni circa. Dipende per quanto tempo le persone riescono a sopportarlo.
Se l’amministrazione Biden dovesse continuare, ciò potrebbe significare o meno un sostegno continuo all’Ucraina ai livelli attuali. Se otteniamo una seconda presidenza Trump, penso che la risposta è che il sostegno politico alla continuazione cesserà.
In questo contesto, la sconfitta dell’Ucraina significherebbe anche la sconfitta dell’Occidente collettivo. Nell’attuale ordine mondiale in evoluzione, cosa segnala questo, ad esempio, alla Cina, all’India, al Brasile o all’intero blocco BRICS?
La sconfitta dell’Ucraina sarà chiaramente la sconfitta dell’Occidente collettivo, ma è colpa dell’Occidente.
È stato l’Occidente a decidere di intraprendere questa guerra per la definizione dell’ordine mondiale.
Fino al 22 febbraio è stata una guerra che si poteva fermare. Anche nei mesi di marzo e aprile di quell’anno, ma ciò non fu impedito né fermato. Entrambe furono decisioni politiche occidentali che elevarono il conflitto dal livello regionale tra due potenze post-sovietiche. Quindi abbiamo preso la decisione di elevare il conflitto a qualcosa di molto più importante e significativo.
E quindi quando perderemo, sarà molto consequenziale. Ci saranno gravi rotture tra Europa e Stati Uniti su questo argomento, in gran parte perché le decisioni che ho appena menzionato su cosa fare la guerra sono state principalmente decisioni americane. Gran parte di ciò riguarda il destino del gasdotto Nord Stream 2. Gli elettori tedeschi inizieranno a porsi domande su chi ha fatto saltare in aria la nostra infrastruttura economica e perché. E le risposte a ciò saranno molto scomode e potenzialmente in grado di rompere l’amicizia. Per quanto riguarda Cina, India e altre potenze, penso che probabilmente siano piuttosto rilassati riguardo alla situazione. Non hanno bisogno di avere fretta. Non hanno bisogno di spingere.
Possono permettersi di aspettare mentre l’Occidente si suicida di fatto.
intanto in Italia:
I neocon spaventati: la mediazione vaticana può riuscire
Lo dice un titolaccio de Il Foglio, notorio organo “sionista”
Il Papa ci ricasca e a Mosca si festeggia
Di certo, Sevastyanov non aiuta la missione del cardinale Zuppi, chiamato a districarsi tra la scaltrezza russa e l’ira ucraina. E non aiuta neppure il lavoro sotterraneo e paziente della Segreteria di stato
Il rabbioso terrore del giornale fondato da Giuliano Ferrara e diretto da Cerasa (entrambi j neocon , esaltatori di tutte le gierre USA degli ultimi 20 anni) nasce da questo lancio:
L’agenzia statale russa Ria Novosti ha fatto sapere che lunedì pomeriggio Leonid Sevastyanov, presidente dell’Unione mondiale dei vecchi credenti, ha incontrato privatamente il Papa. Secondo quanto riportato da Ria Novosti, “Papa Francesco ritiene che sempre più paesi occidentali riconoscono l’inutilità di fornire armi all’Ucraina e di continuare il conflitto ucraino, cosa che gli ispira ottimismo e gli dà speranza per i negoziati di pace”.
Allarmatissimo Paolo Mieli, che una decina di giorni prima aveva attaccato obliquamente il cardinal Zuppi – il mediatore – fingendo di appoggiarlo a metà.
Impaurito dal fato che “Lo stesso quotidiano della Cei, Avvenire, si è sbilanciato scrivendo che “la tela di pace che il cardinale Matteo Zuppi sta pazientemente tessendo da più di due mesi a questa parte comincia a dare i propri frutti”.
Il Mieli è stato allarmato da esigere da Zuppi che aggiunga nella trattativa in corso una condizione nuova – che la farebbe sicuramente naufragare: La prima cosa che il cardinale deve chiedere a Putin “deve essere la riconsegna a Kiev dei bambini ucraini rapiti nel corso della guerra”. Che sarebbero “ben settecentomila” (sic)
Non è tutto bellissimo? A tal punto essi sono così abituati a dare ordini e direttive ai governanti?
Il punto è, come ha spiegato il ministro degli Esteri Lavrov, che di fronte alla sconfitta della controffensiva Zelenski “, che è la sconfitta dell’Occidente collettivo e del suo programma di governo del pianeta, i neocon, ossia “Vogliono prendersi una pausa per qualche mese senza firmare alcun accordo tranne un cessate il fuoco temporaneo per guadagnare tempo e pompare più armi in Ucraina.
L’Occidente ci sta ovviamente mettendo alla prova per quanto riguarda la volontà di accettarne i termini.
Non dimentichiamo che in Germania Alternative fuer Deuschland è già praticamente il primo partito, ed è anti-guerra
Che qualcosa si muova anche nel nostro governo iper-atlantico lo suggerisce anche un post conciliante dell’Ambasciata russa a Roma:
L’#Italia “ha indirettamente preso parte al conflitto ucraino” a fianco di Kiev, ma il punto di non ritorno nei rapporti con la #Russia “non è ancora stato superato”. Lo ha dichiarato l’ambasciatore russo a Roma, Alexey Paramonov.
Ciò non fa che aumentare la paura dei neocon “sionisti”. Vediamo cosa si inventeranno per sabotare la pace.
Nessun commento:
Posta un commento