C’è ormai una reazione costante che si osserva a seguito delle consultazioni elettorali nel mondo occidentale: il fastidio che una certa élite prova quando i cittadini esprimono una preferenza lontana dai loro desideri.
L’élite che schifa le elezioni
Un pensiero piuttosto retrogrado e rappresentato in maniera evidente dal filosofo francese Bernard Henri Levy. Il principio della democrazia secondo cui l’ultima parola spetta unicamente al popolo sovrano viene così rifiutato in nome di un’autoproclamata élite che avrebbe il compito di correggere gli errori dei cittadini. La reazione intrisa di classismo di BHL non è però l’unica ingerenza internazionale fatta a seguito dei risultati delle elezioni politiche italiane.
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva lanciato il suo avvertimento, parlando di non meglio precisati strumenti per mettere in riga il futuro Governo italiano.
E dopo la vittoria di Giorgia Meloni resta emblematico il silenzio da parte di von der Leyen: non una parola sul risultato. Un atteggiamento gelido ben differente dalle parole al miele utilizzate dalla stessa von der Leyen all’indomani della rielezione di Emmanuel Macron come Presidente francese: “Caro Emmanuel, a te tutti i miei auguri per la rielezione come Presidente della Repubblica”.Ingerenze francesi
Dalla stessa Francia sono arrivate invece parole decisamente inquietanti come commento alla vittoria di Fratelli d’Italia. A prendere la parola con evidenti smanie di protagonismo ci ha pensato il Primo Ministro francese Elisabeth Borne: “La Francia sarà attenta al rispetto dei diritti umani e dell’aborto in Italia dopo la vittoria del partito post-fascista di Giorgia Meloni alle elezioni legislative”.
Viene da chiedersi a quale settore dei diritti umani intenda riferirsi Elisabeth Borne, tenuto conto del trattamento che la Francia riserva quotidianamente ai migranti che tentano di oltrepassare i confini di Ventimiglia e di Bardonecchia. In molti casi la gendarmerie non ha infatti esitato a rispedire i migranti oltreconfine, come se fossero sacchi della spazzatura.
Dalla Spagna alla CNN: tutti contro Giorgia
Nel coro, non richiesto, di quelli che non accettano il risultato elettorale italiano si è inserito anche il Ministro degli Esteri spagnolo Juan Manuel Albares: “In tempi di incertezza, i populismi crescono e finiscono sempre nello stesso modo, con una catastrofe”. Parole che evidenziano probabilmente la paura di chi le pronuncia, in particolare rispetto alla costante ascesa del partito spagnolo Vox, arrivato alle ultime elezioni politiche al 10%, ma ormai attestato secondo i sondaggi poco sotto il 20%. Non c’è ideologia che tenga di fronte alla prospettiva di perdere la poltrona.
Il grido di allarme rispetto ad un non meglio precisato pericolo fascista in Italia risuona poi nella stampa mainstream straniera. La CNN sostiene che Fratelli d’Italia sia il primo partito di destra al Governo dai tempi di Mussolini. Sulla stessa linea la BBC, così come The Intercept. A questo punto i quotidiani angloamericani dovrebbero preoccuparsi molto per il fatto che Giorgia Meloni condivida anche i punti e le virgole della politica estera dei loro Paesi di appartenenza. E così verrebbe da chiedersi chi sia davvero il fascista.
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