PS: <<Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l'incidenza sul totale delle uscite statali è del 32%. La riforma Fornero rende il sistema più sostenibile ma incide negativamente sul reddito di chi esce dal lavoro. Il segretario generale Gurrìa: "Bisogna lavorare più a lungo">>
...mentre....
Ogni dieci euro di spesa pubblica, l’Italia ne destina 3,2 alle pensioni....
Una cifra che ci porta al primo posto, tra i Paesi industrializzati, per peso della previdenza sulle uscite dello Stato. A rilevarlo è l’Ocse, nel rapporto 2014 sui sistemi pensionistici diffuso proprio mentre il governo studia correttivi alla riforma Fornero, soprattutto sul fronte dell’uscita anticipata dal lavoro. In media, l’incidenza degli assegni previdenziali nei 34 Stati aderenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico è del 18%, con picchi superiori al 25% solo in Grecia, Portogallo e Austria. L’Ocse sottolinea che i dati si riferiscono al 2011 e i ritocchi del 2012 hanno avuto un impatto positivo sulla sostenibilità finanziaria. Peccato che abbiano comportato effetti negativi sull'”adeguatezza del reddito” dei pensionati. Questo a fronte del fatto che già oggi, come risulta dalle ultime rilevazioni Istat, il 41% di quanti hanno lasciato il lavoro percepisce un tratatmento inferiore ai 1000 euroal mese.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/08/pensioni-ocse-italia-paese-per-peso-degli-assegni-spesa-pubblica/1257141/
...mentre....
<<Pa, divieto di incarichi ai pensionati. Ma c’è scappatoia per boiardi di Stato. Il ministro Marianna Madia ha firmato la circolare di attuazione del decreto che punta a "assicurare il ricambio di personale nelle amministrazioni". Niente poltrone pubbliche, dunque, per chi ha lasciato il lavoro. Però la norma vale a partire da fine giugno. Salvi Gnudi, Treu e Ciucci>>
...Lo dico con la massima serenità, ma con eguale determinazione:"Non scherzate con la pensione, può costare molto, molto, molto caro...!Io e tantissimi come me, hanno lavorato una vita , da 36 anni in su di lavoro e quindi di "PIL" per l'Italia, in più a noi la pensione non la paga lo Stato come il vergognoso giornalista sostiene e scrive..."i soldi per le nostre pensioni li abbiamo versati anno dopo anno, insieme ai nostri datori di lavoro, quindi niente" uscite di € da parte dello Stato" , ma ci stanno pagando con soldi da noi versati in tanti anni di lavoro"! Ripeto e chiudo..." una cosa simile...costa cara, molto cara"!
umberto marabese
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Una cifra che ci porta al primo posto, tra i Paesi industrializzati, per peso della previdenza sulle uscite dello Stato. A rilevarlo è l’Ocse, nel rapporto 2014 sui sistemi pensionistici diffuso proprio mentre il governo studia correttivi alla riforma Fornero, soprattutto sul fronte dell’uscita anticipata dal lavoro. In media, l’incidenza degli assegni previdenziali nei 34 Stati aderenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico è del 18%, con picchi superiori al 25% solo in Grecia, Portogallo e Austria. L’Ocse sottolinea che i dati si riferiscono al 2011 e i ritocchi del 2012 hanno avuto un impatto positivo sulla sostenibilità finanziaria. Peccato che abbiano comportato effetti negativi sull'”adeguatezza del reddito” dei pensionati. Questo a fronte del fatto che già oggi, come risulta dalle ultime rilevazioni Istat, il 41% di quanti hanno lasciato il lavoro percepisce un tratatmento inferiore ai 1000 euroal mese.
L’outlook dell’Ocse spiega che la crisi ha spinto la maggior parte dei Paesi a accelerare le riforme per rendere i loro sistemi pensionistici più sostenibili dal punto di vista finanziario, aumentando le tassesui redditi da pensioni e sui contributi pensionistici, riducendo o rinviando l’indicizzazione delle prestazioni e aumentando l’età pensionabile. Sforzi che si sono tradotti in progressi “incoraggianti”, secondo il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurría. “Ma il rapido cambiamento demografico in corso e il rallentamento dell’economia globale sottolineano la necessità di riforme continue. Dobbiamo comunicare meglio il messaggio che lavorare più a lungo e contribuire più è l’unico modo per ottenere un reddito dignitoso in pensione”.
Aumentare l’età effettiva di pensionamento può aiutare, si legge ancora nel rapporto, ma sono necessari soprattutto maggiori sforzi per assistere i lavoratori anziani nel trovare e mantenere un’occupazione. Le politiche pubbliche per ridurre ladiscriminazione basata sull’età, migliorare le condizioni di lavoro e aumentare le opportunità di formazione per i lavoratori anziani sono essenziali. Per quanto riguarda gli interventi sui singoli sistemi pensionistici, è indispensabile aumentare i tassi di copertura nei Paesi in cui le pensioni a capitalizzazione sono volontarie. La relazione chiede inoltre che sia rafforzato il quadro normativo per far sì che i fondi pensione affrontino in modo adeguato il progressivo invecchiamento della popolazione. Per esempio i regolatori dovrebbero assicurarsi che utilizzino tavole di mortalità regolarmente aggiornate, che incorporino l’aumento dellasperanza di vita.
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