Le tre formazioni politiche cercano mediazioni per riuscire a sedere in un gruppo comune. Oltre il dibattito e le strategie, ecco quali sono i punti programmatici di sintonia e quelli di divergenza. In ogni caso nessuno avrà l'obbligo di votare come i propri alleati
di Alessio Pisanò | 1 giugno 2014
Da una parte il Movimento Cinque Stelle, dall’altra i Verdi e l’Ukip. Il M5s cerca una casa, ma il matrimonio sembra più difficile del previsto. A rischiare di far discutere ancora prima di cominciare sono i programmi. Ogm, nucleare, immigrazione. Ma anche euro e uscita dall’Unione. Il dibattito è aperto. Se Grillo assicura: “La nostra con Farage sarebbe un’unione strategica e non programmatica”, i Verdi chiedono garanzia di sintonia almeno sui principi. Il leader M5S spinge per l’adesione all’Efd (il gruppo del politico inglese) anche perché, dice, “ci lascerebbe libertà di voto”. Dimentica però che gli eurodeputati non hanno vincolo di mandato e quindi gli eletti possono votare come meglio credono senza rischiare l’espulsione. L’ultimo caso più eclatante: l’astensione dei parlamentari Pd alla relazione di Edite Estrela del gruppo dei socialisti. La proposta è fallita a causa della presa di posizione italiana, ma questo non ha portato altre conseguenze. Quindi l’Efd non garantirebbe più “libertà” che altri contesti. Ma in cosa divergono e su cosa invece sono simili le tre formazioni politiche? Vediamolo nel dettaglio.........
Peso all’interno del Parlamento europeo - Il gruppo Europe of Freedom and Democracyconta ad oggi 38 membri ed è il settimo gruppo per grandezza ed importanza al Parlamento europeo – con l’arrivo dei grillini diventerebbe il quarto. Il gruppo dei Verdi conta oggi 52 deputati ed è il quarto gruppo del parlamento – terzo con l’eventuale arrivo dei deputati M5S. Va precisato che non si tratta ancora di cifre definitive in quanto sono ancora in corso negoziazioni con altri partiti minori e riconteggi a livello nazionale.
Posizione all’interno nel gruppo parlamentare - All’interno del gruppo Efd, il M5S sarebbe la seconda delegazione visto che i deputati Ukip sono in 24. Questo vorrebbe dire che molto probabilmente la presidenza, e quindi il volto del gruppo, resterà quello di Nigel Farage. Nel caso il M5S entrasse nei Verdi, invece, diventerebbe la prima delegazione (17 eurodeputati) e potrebbe quindi puntare alla presidenza – cosa però non facile. Il peso della delegazione e l’importanza del gruppo, ha un effetto diretto nella spartizione delle presidenze e vicepresidenze di commissioni e delegazioni e altri incarichi.
Posizione nei confronti dell’Unione europea - Questa è la principale differenza tra Verdi e Ukip: i primi sono europeisti mentre i secondi chiedono chiaramente l’uscita del Regno Unito dall’Unione – motivo per cui lo stesso partito è stato creato. Questo implica una mancanza di posizione precisa dell’Ukip su alcune politiche europee in quanto per loro “il problema non dovrebbe sussistere”. Il Movimento 5 Stelle ha cambiato spesso posizione: prima ostile all’Unione, poi ha ribadito la proposta di ritornare ad una comunità e quindi di cambiare l’Ue senza distruggerla. Ma se non saranno accettate le “loro condizioni”, allora si farà un referendum per chiedere il parere dei cittadini.
I programmi
Euro - I Verdi sono a favore. L’Ukip è contrario. Il Movimento 5 stelle al settimo punto del programma per l’Europa specifica “referendum sull’Euro”. Più volte durante la campagna elettorale Beppe Grillo ha preso tempo sulla questione: “Prima porteremo le nostre richieste in Europa. Poi se queste non saranno rispettate, allora chiederemo un referendum, consultivo o costituzionale, non importa”.
Austerity - I Verdi si oppongono alle misure di austerità imposte ai Paesi in crisi che hanno ricevuto aiuti internazionali. L’Ukip si è espressa contro le ingerenze europee nelle politiche nazionali perché contro l’Ue stessa e lo “strapotere della Germania” non offrendo tuttavia delle alternative. Critici anche i 5 Stelle che propongono tra i loro punti di programma l’abolizione del pareggio di bilancio e del fiscal compact.
Adozione degli Eurobond - I Verdi sono a favore della condivisione del debito per la ripresa economica e il principio di solidarietà. Favorevoli anche i 5 stelle: chiedono che il debito sia comunitario e ritengono l’emissione degli Eurobond una delle soluzioni principali. Per l’Ukip il problema non sussiste (perché chiedono l’uscita dall’Ue).
Regolazione dei mercati finanziari - I Verdi sono a favore di una legislazione più severa dei mercati finanziari europei, della separazione delle banche di investimento dalle banche commerciali e della creazione di una forte Unione Bancaria Europea. L’Ukip è un partito profondamente liberale dal punto di vista economico quindi contrario a ogni forma di restrizione statale. I 5 Stelle chiedono invece un maggiore regolamento dei mercati, per “dare più spazio all’economia reale”.
Tobin Tax - I Verdi sono a favore dell’introduzione di una tassazione sulle transazioni finanziarie. L’Ukip è assolutamente contro, d’altronde il Regno Unito non è tra gli 11 Paesi Ue (tra cui l’Italia) che hanno avviato il procedimento di cooperazione rafforzata. I Verdi vogliono anche porre fine al segreto bancario per poter combattere l’evasione, i paradisi e le frodi fiscali. L’M5S chiede che sia fatta una “Tobin tax” a livello europeo perché siano punite le transazioni finanziarie speculative.
Energie rinnovabili e nucleare - I Verdi sono a favore delle rinnovabili e contro il nucleare. L’Ukip ha una politica di sostegno per il carbone, il gas di scisto, l’energia nucleare e delle maree. L’Ukip nega il cambiamento climatico. I 5 stelle propongono uno sviluppo sostenibile: puntare su energie dal basso e risorse rinnovabili.
Biologico ed Ogm - I Verdi vogliono la messa al bando degli Ogm, la fine della pesca eccessiva e il sostegno delle catene di produzione locale, dell’agricoltura biologica e del mercato equo e solidale con i paesi in via di sviluppo. L’Ukip non è contro gli Ogm e ha osteggiato le posizioni europee di regolamentazione della pesca nei mari europei. Contrari anche i 5 stelle che chiedono invece finanziamenti per le attività agricole e di allevamento destinate al consumo interno.
Trattato di libero scambio tra Ue-Usa - I Verdi contestano questo partenariato su cui si sta negoziando proprio in questi mesi per la scarsa trasparenza e i temuti danni agli standard ambientali e di protezione dei consumatori europei. L’Ukip è contrario in quanto per loro l’Ue non ha senso di esistere. I 5 stelle chiedono che l’Italia possa avere un ruolo attivo nella trattativa e rivendicare una centralità anche per le aziende italiane.
Immigrazione - I Verdi vogliono regole per la protezione dei rifugiati e chiedono di garantire maggiori vie legali per l’accesso degli immigrati in Ue all’interno di una politica comune di immigrazione. L’Ukip è a favore di una forte stretta dei flussi – rigorosamente da gestire a livello nazionale – anche nei confronti dei cittadini europei. Grillo sul tema ha dichiarato: “Ci vuole poco cuore e più cervello”. I 5 stelle chiedono un asse politico tra i Paesi del Sud dell’Unione europea per fronteggiare i flussi migratori e soprattutto che l’Unione europea prenda posizione sull’argomento.
Libertà di voto nel gruppo parlamentare - Nigel Farage garantisce libertà di voto al M5S all’interno dell gruppo Europe of Freedom and Democracy (EFD)? Nessuna eccezione o trattamento particolare: funziona così per tutti i gruppi politici al Parlamento europeo, l’EFD non costituisce un’eccezione. La cosiddetta “alleanza loose” promessa da Farage a Grillo a Bruxelles più che l’eccezione è la regola. Ad ogni delegazione nazionale, anzi ad ogni singolo eurodeputato, all’interno di un gruppo politico del Parlamento europeo, è lasciata assoluta libertà di mandato in occasione dei voti in commissione e in sessione plenaria. Questo perché i gruppi politici sono costituiti da partiti nazionali con notevoli differenze e che condividono solo i principi di base – nel caso dell’EFd un dichiarato euroscetticismo, com’è il caso della Lega Nord che nella passata legislatura era alleata di Farage. Va da sé che la condivisione di questi principi di base – nel caso dei Verdi ad esempio la lotta al cambiamento climatico – non implica che le idee siano le stesse sui singoli dossier, ad esempio il limite di emissioni di Co2 all’interno del sistema europeo Ets.
Non esiste nessun obbligo di votare in un certo modo sui singoli dossier. Le riunioni di commissione e le sessioni plenarie di Strasburgo sono intervallate dalle riunioni dei gruppi politici, non obbligatorie, nelle quali si discute la posizione del gruppo sui diversi argomenti. Questo non vuol dire però, e infatti non succede quasi mai, che l’intero gruppo abbia la stessa posizione. Nei gruppi politici della passata legislatura c’erano pesanti divisioni che spesso sono diventate vere e proprie fratture, senza alcuna conseguenza se non i voti diversi in plenaria. Nel gruppo dei Verdi, sempre per fare un esempio, ci sono sia i partiti propriamente green che quelli regionalisti – ad esempio per l’indipendenza della Catalogna – i quali ovviamente hanno sensibilità diverse su determinate questioni. Lo stesso discorso si può fare per i popolari, socialisti, liberali e sinistra unita. A prescindere da quale sarà la scelta finale del M5S, una cosa sola è certa: in qualunque gruppo politico i 17 eurodeputati pentastellati potranno votare come vorranno.
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