GIUGNO 3, 2014 - Valentin Vasilescu Reseau International 3 giugno 2014
In sempre più capitali occidentali si organizzano manifestazioni generate dal superamento della “linea rossa” in Ucraina per via dei bombardamenti aerei su Donetsk da parte di Su-25 e MiG-29, causando in un solo giorno, più di 50 morti tra i civili. I manifestanti chiedono alle Nazioni Unite d’imporre una “no fly zone” immediata in Ucraina per fermare il massacro dei civili da parte dell’esercito. Attualmente, assistiamo al più grande genocidio etnico dalla seconda guerra mondiale, che affrontano i 18 milioni della minoranza russa in Ucraina. Tutte le richieste a Kiev dalla Russia di smetterla di usare l’esercito contro la popolazione etnica russa in Ucraina orientale, chiedendo il rispetto dei loro diritti e di avviare negoziati con i loro rappresentanti per recuperare la pace, sono state respinte. Inoltre, il giorno dopo l’elezione alla presidenza, Pjotr Poroshenko dicendo che i combattenti filo-russi non avevano disarmato né lasciato gli edifici che occupano, ordinava all’esercito di sterminare i gruppi insorti e gli abitanti di Donetsk e Lugansk.......
Introducendo equipaggiamenti da combattimento pesanti nella fase attiva dell’operazione, quali cacciabombardieri, elicotteri d’attacco Mi-24 e lanciarazzi BM-21 Grad, i capi filo-occidentali dell’Ucraina e i generali dell’esercito ucraino sono colpevoli di crimini contro l’umanità. Tanto più che Kiev impedisce i rifornimenti di prima necessità alle località dell’Ucraina orientale assediate dall’esercito, e non permette l’ingresso di aiuti umanitari offerti da diversi Stati, come richiesto dalle Convenzioni di Ginevra sulle questioni umanitarie e la protezione dei civili nei conflitti armati. Secondo lo Statuto della Corte penale internazionale (adottato a Roma nel 1998), il posto di Poroshenko, dei membri del governo e del parlamento e dei generali ucraini, non è la poltrona del presidente, o negli uffici di Kiev e dello Stato Maggiore ucraino, ma il banco degli accusati di genocidio. Dato che loro preoccupazione principale è l’isolamento internazionale della Russia, quindi non volendo intervenire in alcun modo a sostenere la minoranza russa in Ucraina che subisce un genocidio, Stati Uniti con Gran Bretagna e Francia, membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, non vogliono vedere la grave crisi umanitaria che si apre ai loro occhi; essendo giochi già decisi a Washington e avendolo gli Stati Uniti ordinato ancor prima che Janukovich fosse rimosso dalle sue funzioni. La cattiva notizia per Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e loro satelliti è che, una volta superata la “linea rossa”, per applicare i principi del diritto internazionale, creato dall’ONU, non c’è bisogno di cercare l’accordo di uno o l’altro per imporre una “no fly zone” in Ucraina, perché c’è il precedente di Kosovo e Libia. In un precedente articolo, ho detto che l’esercito ucraino potrebbe presto comprendere il valore della protezione degli Stati Uniti per il genocidio del proprio popolo, e l’evacuazione dei bambini da Slavjansk dovrebbe dargli un’idea di ciò che si prepara per i suoi crimini.Il blocco degli aerei da combattimento ucraini (MiG-29, Su-24, Su-25, Su-27, L-39) sulle sei basi aeree disponibili, mettendo fuori servizio temporaneamente le piste, è il metodo principale per imporre una no-fly zone. Nelle condizioni attuali dell’Ucraina, la restaurazione delle piste richiederebbe almeno sette giorni, durante cui i velivoli restano a terra, eliminando il rischio di bombardare i civili. Un altro obiettivo della no-fly zone sarebbe inchiodare al suolo, per un lungo periodo, i 40 elicotteri d’attacco Mi-24 e i 30 elicotteri da trasporto Mi-17 presenti in due basi aeree ucraine e frequentemente utilizzati per le cosiddette operazione antiterrorismo contro l’Ucraina orientale. Sulla base dell’esperienza della NATO nell’attuazione della “no fly zone” in Libia, i pianificatori operativi sanno che le due missioni non basteranno poiché l’esercito ucraino, nella cosiddetta operazione antiterrorismo, impiega 3-4 brigate rinforzate da tre battaglioni della Guardia nazionale formati da fanatici della regione di Leopoli che, si dice, siano controllati da società mercenarie statunitensi. Le cosiddette truppe antiterrorismo hanno oltre 400 veicoli corazzati leggeri e artiglieria, e una forza di 6000 uomini. Il paradosso è che, in questi ultimi anni, la regione di Leopoli è stata devastata da inondazioni e solo i residenti del Donbas, cioè la minoranza russa, raccolse i fondi per aiutare le famiglie colpite. In segno di apprezzamento, i volontari della regione di Leopoli si sono uniti alla Guardia nazionale per recarsi nel Donbas ad uccidere a sangue freddo i figli di chi li ha aiutati. Circa il 40% di queste bande è concentrato in tre guarnigioni situate nella parte orientale dell’Ucraina, dove c’è la struttura di controllo dell’operazione ”antiterrorismo”. Questi sono gruppi d’intervento volti a rinforzare su richiesta il sistema offensivo che supporta l’attacco agli insorti, o per supportare il dispositivo se viene attaccato di sorpresa. I corazzati leggeri d’intervento sono schierati in capannoni di lamiera o all’esterno, rendendoli molto vulnerabili agli attacchi con munizioni a grappolo sulle caserme. Il restante 60% delle truppe è collocata stabilmente in punti di controllo sulle arterie stradali, agli ingressi e uscite dei luoghi assediati. Ciascun punto di controllo è costituito da un gruppo di almeno una compagnia di fanteria (90 soldati), con blindati o artiglieria. I punti di appoggio sono fuori dalle città, laddove non c’è riparo per truppe e veicoli blindati leggeri, e sono quindi obiettivi per le munizioni sganciate su di essi. Non si perda di vista il fatto che la crisi umanitaria è iniziata con il massacro della minoranza russa a Odessa, e il genocidio può esplodere in qualsiasi momento nella regione. Vi sono prove sufficienti che i fanatici del battaglione della Guardia nazionale, che comprende mercenari occidentali, siano direttamente coinvolti nell’organizzazione ed esecuzione del pogrom della Casa dei sindacati di Odessa, utilizzando le riserve e ricevendo attrezzature, armi e mezzi di trasporto di una grande unità meccanizzate ucraina di Odessa.
Se la Russia sarà riluttante ad imporre immediatamente la zona di esclusione aerea in Ucraina, vi sarà un ritorno a tale condizione ed essa sarà invitata ad aderire alla NATO prima del vertice del settembre 2014, e per risolvere i propri problemi interni, Kiev moltiplicherà per 1000 gli effetti devastanti sulla popolazione delle tattiche da combattimento dell’esercito ucraino, usando i 260 lanciarazzi multipli BM-21, 9P140 Uragan e 9A52 Smerch-2 che detiene. Inoltre, l’Ucraina riceverà gli eserciti della NATO che verrebbero subito schierati nel Paese, aggravando il genocidio della popolazione russa e rovinando l’est dell’Ucraina. Sarebbe la peggiore catastrofe umanitaria in Europa centrale, in tempo di “pace”, per volontà degli Stati Uniti e con milioni di vittime civili ucraine di etnia russa.
La Russia ha una flotta di 140 bombardieri supersonici Tupolev Tu-22M3, ciascuno armato con otto missili da crociera, 15 Tu-160 ognuno armato con 12 missili da crociera, 55 bombardieri subsonici Tu-95 ciascuno armato con otto missili da crociera. Il Kh-101 è il missile furtivo di nuova generazione, simile alla moderna versione dell’AGM-86 Tomahawk statunitense, adottato dall’esercito russo nel 2013 in sostituzione di una parte dei missili da crociera Kh-55/Kh-555. Entrambi i missili da crociera, il cui attuale numero in dotazione dell’esercito russo è di 2500 pezzi, hanno una gittata di 2500 km. Dopo l’inizio della crisi in Ucraina, l’esercito russo ha rinunciato a rimuovere i quasi 600 missili Kh-555, già sostituiti dai Kh-101. Sono stati ripristinati operativamente tramite collaudo non distruttivo installandovi i nuovi microprocessori TERCOM. Grazie alla sua grande gittata (2500 km) il lancio dei missili da crociera da bordo dei bombardieri russi avviene nello spazio aereo russo. Mentre il sistema di sorveglianza dello spazio aereo nazionale, i radar di controllo dell’aviazione e la difesa antiaerea dell’Ucraina sono di origine sovietica e di due generazioni più vecchi dell’attrezzatura attualmente disponibile nell’esercito russo, la Russia non avrà alcun problema a neutralizzarli con le interferenze. Pertanto, la probabilità dei missili da crociera russi di superare la difesa antiaerea ucraina è superiore del 100% a quella degli Stati Uniti in Libia, Iraq e Jugoslavia. Una pista di 2500x60m di dimensioni può essere distrutta con un attacco con missili cruise a testata antipista da 500 kg contro il primo terzo, il terzo mediano e l’ultimo terzo. La distruzione al suolo dei 40 elicotteri d’attacco Mi-24 e dei 30 Mi-17 da trasporto nelle due basi aeree ucraine, disposti all’aperto su bretelle di rullaggio, è anch’essa molto semplice con i missili da crociera lanciati dai bombardieri nello spazio aereo russo. A differenza delle piste, truppe e blindati ucraini hanno una certa mobilità, e la probabilità di distruzione del dispositivo “antiterrorismo”’ non è del 100%. Pertanto, dopo la prima ondata di missili da crociera e la valutazione dell’efficacia sul cosiddetto dispositivo antiterrorismo, seguirebbero una seconda e poi una terza ondata d’attacco, ecc., ciascuna della durata non superiore a un’ora. Poiché i bombardieri e i missili da crociera russi non rientrano nel campo d’azione della NATO e i bombardieri russi non entrano nel territorio dell’Ucraina, gli eserciti NATO non potrebbero intervenire o proteggere l’aviazione e i militari ucraini nella regione di Donetsk e Lugansk.
Dato che Odessa è sul Mar Nero, la missione di distruggere gli elementi militari ucraini che parteciparono al pogrom della Casa dei sindacati può essere eseguita al di fuori delle acque territoriali ucraine con i missili P-270Moskit (gittata di 120 km), lanciati dalle corvette classe Bora della Flotta del Mar Nero. Se necessario, si potrebbe decidere che il resto dell’esercito ucraino si ritiri completamente, entro 24 ore, dietro la linea situata all’estremo ovest dell’Ucraina.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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