venerdì 2 maggio 2014

Vladimir Putin: Lettera ai dirigenti europei sul debito ucraino per il gas russo.

 Vladimir Putin - MOSCA (RUSSIA) 

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L’economia ucraina è andata precipitando per diversi mesi. Anche il suo settore industriale e quello edilizio sono andati decisamente in declino. Il suo disavanzo di bilancio sta salendo. Le condizioni del suo sistema valutario stanno diventando sempre peggiori. La bilancia commerciale negativa viene accompagnata dalla fuga di capitali all’estero. L’economia ucraina si sta saldamente dirigendo verso un default, verso un fermo della produzione con una disoccupazione alle stelle.
La Russia e gli Stati Membri dell’UE sono i maggiori partner commerciali dell’Ucraina. Iniziando da ciò, al vertice Russia-UE della fine di gennaio, siamo addivenuti a un accordo con i nostri partner europei per organizzare delle consultazioni incentrate sullo sviluppo dell’economia ucraina, tenendo a mente gli interessi dell’Ucraina e dei nostri territori mentre si formano alleanze di integrazione con la partecipazione dell’Ucraina. Però, tutti i tentativi della parte russa di iniziare delle consultazioni reali non sono riusciti a produrre alcun risultato..........
Invece delle consultazioni, noi sentiamo di appelli all’abbassamento dei prezzi di contratto del gas russo – prezzi che, a quanto si dice, sono di natura “politica”. Si può avere l’impressione che i partner europei intendano addossare in maniera unilaterale alla Russia le responsabilità per le conseguenze della crisi economica ucraina.
Esattamente dal primo giorno dell’esistenza dell’Ucraina come Stato indipendente, la Russia ha sostenuto la stabilità dell’economia ucraina fornendole gas a prezzi scontati. Nel gennaio 2009, con la partecipazione dell’allora primo ministro Yulia Tymoshenko, venne siglato un contratto di compravendita per la fornitura di gas naturale per il decennio 2009-2019. Il contratto regolava questioni riguardanti l’erogazione e il pagamento del prodotto, e forniva anche garanzie per il suo transito continuo attraverso il territorio dell’Ucraina. Inoltre, la Russia ha adempiuto al contratto applicando alla lettera il documento. Per inciso, il Ministro per i Carburanti e l’Energia ucraino a quel tempo era Yuriy Prodan, colui che oggi occupa un posto simile nel governo di Kiev.
Il volume totale del gas erogato all’Ucraina, come pattuito nel contratto durante il periodo 2009-2014 (primo trimestre), è fermo a 147,2 miliardi di metri cubi. Qui, vorrei mettere in evidenza che, a partire da quel momento, il prezzo convenuto fissato nel contratto NON è stato alterato. E l’Ucraina, esattamente fino all’agosto 2013, ha eseguito pagamenti regolari per il gas naturale in conformità a quell’accordo.
Ad ogni modo, il fatto che dopo la firma del contratto, la Russia abbia garantito all’Ucraina un’intera sfilza di privilegi e sconti senza precedenti sul prezzo del gas naturale, rimane tutta un’altra storia. Ciò si riferisce allo sconto che deriva dall’Accordo di Charkov/Charkiv del 2010, fornito come anticipo del pagamento dei successi saldi della concessione per la presenza della Flotta (russa) del Mar Nero dopo il 2017. E si riferisce anche agli sconti sui prezzi per il gas naturale acquistato dalle compagnie ucraine del settore chimico. Riguarda anche lo sconto della durata di tre mesi concesso a dicembre del 2013, dovuto allo stato critico dell’economia ucraina. Dal 2009 l’importo totale di questi sconti sommava 17 miliardi di dollari US. A ciò, dovremmo aggiungere altri 18,4 miliardi di dollari contratti da parte dell’Ucraina come penale minima per il take-or-pay [“Prendi-o-Paga*].
In questa maniera, durante gli ultimi quattro anni, la Russia ha sovvenzionato l’economia ucraina offrendo prezzi del gas naturale drasticamente tagliati per un valore di 35,4 miliardi di dollari. Inoltre, nel dicembre 2013, la Russia ha concesso all’Ucraina un prestito di 3 miliardi di dollari. Questi importi molto significativi erano diretti al mantenimento della stabilità e del credito dell’economia ucraina e della difesa dei posti di lavoro. Tranne la Russia, nessun altro paese ha fornito un tale sostegno.
Che dire dei partner europei? Invece di offrire un reale sostegno all’Ucraina, si parla di dichiarazioni di intento. Esistono solo promesse che non vengono supportate da alcuna azione reale. L’Unione Europea sta usando l’economia ucraina come fonte per risorse di materie prime alimentari, siderurgiche e minerali; e, allo stesso tempo, come mercato per la vendita delle proprie merci raffinate e pronte all’uso (ingegneria meccanica e chimici), creando in questo modo un disavanzo nella bilancia commerciale ucraina che ammonta a più di 10 miliardi di dollari. Questo corrisponde a quasi due-terzi del disavanzo complessivo dell’Ucraina per il 2013.
In larga misura, la crisi dell’economia ucraina è stata fatta precipitare dallo squilibrio commerciale con gli Stati Membri dell’UE, e ciò, a sua volta, ha avuto un impatto nettamente negativo sull’adempimento da parte dell’Ucraina ai suoi obblighi contrattuali per il pagamento dell’erogazione di gas naturale fornito dalla Russia. Gazprom non ha altri propositi se non quelli pattuiti nel contratto del 2009 e nemmeno intende disporre ulteriori clausole. Ciò riguarda anche il prezzo del gas naturale che viene calcolato in stretta conformità alla formule concordata. Comunque, la Russia non può e non dovrebbe sopportare in modo unilaterale il fardello del sostegno all’economia ucraina fornendo sconti e perdonando debiti , ed effettivamente, usando queste sovvenzioni per coprire il disavanzo dell’Ucraina nei suoi commerci con gli Stati Membri dell’UE.
Il debito di NAK Naftogaz Ukraine [compagnia nazionale per gli idrocarburi e il gas; NdT] per il gas erogato quest’anno è andato crescendo su base mensile. Nel novembre-dicembre del 2013, questo debito era fermo a 1,451 500 000 miliardi di dollari; a febbraio 2014, è aumentato di ulteriori 260,3 milioni e a marzo di altri 526,1 milioni. Qui, vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che a marzo c’era ancora l’applicazione di un prezzo di sconto, cioè 268,5 dollari per 1.000 metri cubi di gas. E addirittura con quel prezzo, l’Ucraina non ha pagato un solo dollaro.
In tali condizioni, secondo gli articoli 5.15, 5.8 e 5.3 del contratto, Gazprom è costretta a passare al pagamento anticipato per l’erogazione del gas, e in caso di ulteriore violazione delle clausole di pagamento, cesserà parzialmente o del tutto le forniture di gas. In altre parole, verrà erogato all’Ucraina solo il volume di gas naturale pagato con un mese di anticipo rispetto all’erogazione.
Indubbiamente, questo costituisce un provvedimento estremo. Ci rendiamo pienamente conto che questo incrementi il rischio della deviazione del gas naturale che passa attraverso il territorio ucraino diretto ai consumatori europei. E ci rendiamo conto anche che questo rende difficile all’Ucraina l’accumulo di riserve di gas sufficienti da utilizzare nei periodi autunnale e invernale. Per garantire un transito continuo, nell’immediato futuro sarà necessario fornire 11,5 miliardi di metri cubi di gas, che verranno pompati negli impianti sotterranei ucraini – fatto che richiede il pagamento di circa 5 miliardi di dollari.
Comunque, il fatto che i nostri partner europei si siano ritirati in maniera unilaterale dagli sforzi concertati per risolvere la crisi ucraina - e persino dall’organizzare le consultazioni con la parte russa – non lascia alla Russia alcuna alternativa.
Ci può essere solo una via d’uscita della situazione che si è venuta a sviluppare. Crediamo che sia vitale organizzare, senza ritardi, consultazioni a livello di ministri dell’economia, delle finanze e dell’energia per escogitare delle azioni di concerto al fine di stabilizzare l’economia ucraina e assicurare l’erogazione e il transito del gas naturale russo in conformità ai termini e alle clausole come disposti nel contratto. Non dobbiamo perdere tempo nell’iniziare il coordinamento di provvedimenti concreti. È con quest’intento che ci appelliamo ai nostri partner europei.
Va da sé che la Russia sia pronta a partecipare allo sforzo per stabilizzare e ristabilire l’economia dell’Ucraina. Tuttavia, non in maniera unilaterale, bensì in condizioni paritarie ai nostri partner europei. Risulta anche essenziale tenere in considerazione gli investimenti effettivi, i contributi e le spese che la Russia da sola si è accollata per così tanto tempo nel sostegno all’Ucraina. A nostro modo di vedere, solo un simile approccio risulterebbe equo e bilanciato, e solo un simile approccio può portare al successo.

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