lunedì 10 marzo 2014

La parabola del No Tav del Pd Da quasi espulso a candidato

Il 25 maggio Plano correrà per la poltrona di sindaco a Susa
E dire che ancora qualche mese fa c’era chi continuava a invocarne l’espulsione. A dire il vero, in qualche cassetto della sede del Pd la pratica dev’essere ancora custodita. Ora, però, l’aspirante espulso vive il paradosso di essere il probabile candidato sindaco per lo stesso partito che lo voleva cacciare. Cose che possono capitare (quasi) solo in Valsusa, dove Sandro Plano, uno dei volti più rappresentativi della galassia No Tav, è a un passo dal tentare la scalata al Comune di Susa, di cui è già stato sindaco in passato, prima di diventare presidente della comunità montana. A dire il vero non ha ancora sciolto la riserva: sta cercando di costruire una lista che tenga insieme diverse sensibilità, senza rinnegarne nessuna, senza venir meno alla sua posizione contraria al super treno ma nemmeno al partito di cui ha ostinatamente voluto conservare la tessera. 

Da indesiderato a candidato il passo è breve, specie in valle, dove - come racconta chi da anni è invischiato nel complicatissimo risiko del Tav - «spesso si ragiona più di pancia che con la testa». E dove è facile che si diffondano anche certe voci un po’ improbabili. L’ultima vorrebbe che Plano abbia incassato il sostegno del Movimento 5 Stelle, pronto a rinunciare a schierare un candidato e persino una lista. Una bufala: per i grillini vorrebbe dire venire meno a un bel po’ dei fondamenti del movimento. «Plano è iscritto al Pd, e noi non appoggiamo chi è iscritto a un partito. E per di più ha già fatto il sindaco per due mandati», taglia corto il senatore Marco Scibona. .......


I contatti ci sono stati, ma si sono arenati quasi subito. Solo una candidatura alternativa, che saldasse 5 Stelle e No Tav, avrebbe potuto superare lo stallo. I grillini, comunque, sono incerti: hanno certificato una lista ma non hanno ancora deciso se presentarla. 
Di sicuro, nel Pd da qualche tempo il clima è cambiato. «C’è molta più attenzione verso i territori», racconta un dirigente valsusino. Tradotto: ci rispettano, ascoltano le nostre ragioni. La dimostrazione? Pacifico Banchieri, storico esponente No Tav, è entrato nella segreteria provinciale guidata da Fabrizio Morri (con Mimmo Carretta a seguire i territori) e sarà candidato sindaco nel suo comune, Casellette. Senza contare la consolidata freddezza di Matteo Renzi verso l’alta velocità, cosa che ha aiutato a svelenire il clima. 

L’alta velocità tornerà al centro del dibattito dei prossimi mesi. Il candidato del centrosinistra in Regione, Sergio Chiamparino, è un pro Tav convinto, ma dovrà fare i conti con scenari mutevoli: il nuovo clima nel Pd in Valsusa e alcune prese di posizione pesanti, come il documento votato venerdì dalla Cgil. Un’inversione di rotta: il principale sindacato italiano, e il più vicino al Pd, si riscopre vicino alle ragioni del no: «È un’opera troppo costosa». E fornisce un assist ai partiti della sinistra, a cominciare da Sel: «Tav e lavoro sono nemici, chi vuole governare la Regione deve prenderne atto», dice Michele Curto. 

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