La Cina snobba il dollaro e paga il petrolio in yuan. Per
gli esperti questa nuova guerra è l'inizio di un nuovo ordine mondiale
di
Vito LopsCronologia
articolo25 settembre 2012
Per questo motivo
c'è chi pensa che l'isola di Kish, così come la cittadina del New Hempshire
Bretton Woods è stata per circa 30 anni (dal 1944 al 1971) il simbolo del nuovo
ordine mondiale al termine della Seconda Guerra Mondiale, potrebbe divenire il
simbolo di un nuovo ordine generato dall'attuale guerra delle valute.......
.
Il biglietto verde,
si sa, è la valuta di riferimento per lo scambio delle materie prime nel mondo.
Ed è anche grazie a questo motivo che dal 1971 - da quando l'allora presidente
Richard Nixon decise di interrompere la convertibilità del dollaro in oro
mandando in una notte d'agosto in pensione gli accordi di Bretton Woods del
1944 - gli Stati Uniti continuano ad essere la prima superpotenza del pianeta,
questo nonostante un debito pubblico e un deficit elevatissimi.
Ma cosa
succederebbe se il petrolio - la materia prima che fa girare il mondo - non
fosse più scambiato in dollari, ovvero nella più grande riserva valutaria
mondiale? La domanda è tornata prepotentemente alla ribalta nelle ultime 24
ore, da quando la Cina
ha comunicato che dal 6 settembre ha iniziato a compravendere petrolio in yuan
(senza passare dal dollaro) per le forniture provenienti dalla Russia. È un
duro affronto agli Stati Uniti e a quell' "equilibrio del terrore" su
cui si reggono le relazioni internazionali tra i due Paesi (la Cina è il maggiore creditore
degli Stati Uniti) o semplicemente un tentativo per stimolare la domanda
interna in una fase di rallentamento dell'economia cinese?
«La decisione della
Cina di pagare in yuan le forniture di petrolio provenienti dalla Russia, che
ha accettato di buon grado, rispondendo che le risorse a di oro nero a favore
del partner asiatico saranno illimitate, benché poco reclamizzata dai media,
potrebbe essere l'alba di un nuovo ordine valutario mondiale dove il dollaro
potrebbe progressivamente perdere il proprio ruolo centrale - spiega Gabriele
Vedani, managing director di Fxcm Italia -. Non dimentichiamo infatti che il
bene di gran lunga più scambiato oggi al mondo è proprio il petrolio. Potenzialmente
devastante per il biglietto verde con effetti difficilmente reversibili nel
medio/lungo termine».
Secondo Vincenzo
Longo di Ig «è da diverso tempo che la
Cina "minaccia" di voler incrementare gli scambi
commerciali con i propri partner in yuan e la decisione dello scorso giugno di
utilizzare lo yuan negli scambi con il Giappone e con l'Iran, a maggio, non
sono certo un caso (a cui si aggiunta la novità delle forniture della Russia da
settembre, ndr). Gli effetti potrebbero essere destabilizzanti sugli equilibri
internazionali. La diffusione dello yuan come moneta di scambio incrementerebbe
la sua forza e potrebbe minacciare presto il ruolo di predominio del dollaro
statunitense. Le materie prime - continua Longo -potrebbero essere il primo comparto
che potrebbero vedere la sostituzione del biglietto verde con lo yuan. Di fatto
la Cina è il
principale importatore al mondo di metalli e potrebbe decidere di imporre ai
Paesi esportatori la necessità di accettare yuan come corrispettivo delle
merci. I Paesi esportatori non avrebbero altra via che accettare yuan, come
accaduta per l'Iran a maggio dopo l'embargo imposto dalla Ue. La crescente
quantità di yuan che i principali partner commerciali potrebbero trovarsi nelle
proprie casse ne incrementerebbero il ruolo di riserva di valore. Il dollaro
statunitense perderebbe il ruolo di bene rifugio. Probabilmente quando accadrà
ciò gli Stati Uniti potrebbero essere scavalcati nel ruolo di potenza mondiale
proprio dal gigante asiatico».
Il dollaro è
destinato a rimanere sotto pressione anche per altri due motivi. «Il primo
riguarda le elezioni presidenziali - sottolinea Vedani -. La conferma di Obama,
al momento probabile, potrebbe significare nessuna modifica della politica
economica fiscale e quindi nessuna necessità di rivedere la estremamente
generosa politica monetaria di cui ho detto sopra. Quindi dollaro nel breve
medio termine sotto pressione perchè valuta di indebitamento». Il secondo? «Qe3, twist e l'acquisto di asset backed securities: tre parole per
ribadire che il "rubinetto" da cui oggi sgorgano generosamente
dollari rimarrà aperto per almeno un biennio; per la legge della relazione
inversa tra offerta di un bene e prezzo dello stesso, dollaro ancora sotto
pressione».
E l'euro, come si
inserisce in questo duello Usa-Cina ? «Al momento - conclude Longo - l'euro non
possiede la stabilità e la forza necessaria per poter essere inserito nella
lotta come valuta di riferimento».
Nessun commento:
Posta un commento