Una domenica di irresistibile, inconsapevole, unanime grillismo. Il sublime è dei partiti che scoprono l'ovvio - la Rai lottizzata - e non dicono nulla di serio...
Ma il sublime è nello stupore da scoperta della Luna del suddetto arco costituzionale, sono venuti su tutti quanti dalle oscurità della zolfatara a vedere la luce e, accidenti, gli si è illuminata una Rai lottizzata, in cui comandano i partiti, in cui agli esecutori si pone il problema ormai istituzionale di rispondere all’editore parlamentare, di compiacere se c’è da compiacere e proteggere se c’è da proteggere, e semmai adesso la faccenda è estesa e avviluppata al punto che fare le due cose contemporaneamente è impossibile. Ora dicono fuori i partiti dalla Rai, e lo dicono tutti i partiti presenti nella Rai, lottizzano da decenni e da decenni deprecano la lottizzazione, occupano e deprecano l’occupazione, scivolano sul rasoterra di un tweet per la dose psicotropa quotidiana di like, e per l’esercizio di illusionismo per cui qualche illuso lo troveranno sempre. Non c’è ritegno né c’è un pensiero, si tira su un fumetto con la frase bacioperugina, e non c’è una trasmissione, io credo, del panorama televisivo italiano che non debba concordare gli interlocutori con l’ospite, poiché l’ospite vuole una trasmissione che sia una safe zone. Altro che censura.
Dunque, una giornata intera a parlare del nulla, nulla di serio sulla legge contro l’omotransfobia (si può nutrire qualche dubbio senza essere automaticamente definiti omofobi? Sebbene a diciannove anni non si abbia detto, e nemmeno pensato, a differenza di Fedez, che i gay mangiano più wurstel che crauti?). Niente di serio sulla Rai, il cui problema non è nemmeno più la lottizzazione, ma di essersi accucciata in uno spazio temporale quaternario, mentre intorno è tutto Netflix, è Amazon Prime, è Disney Channel, è un’altra dimensione: la Rai non ha un sito internet adeguato all’altroieri, RaiPlay è un accrocco a pedali, zero piattaforme per il cinema, l’on demand ancora nel regno dell’esoterico. E, ancora, niente di serio sul lavoro, sulle straordinarie opportunità e sulle straordinarie diseguaglianze che produce il mondo interconnesso, su come cogliere le prime e ridurre le seconde, su un nuovo statuto dei lavoratori da scrivere, su sindacati da rimodulare sulle esigenze di oggi, non le esigenze di oggi da rimodulare sui sindacati di ieri. Siamo indietro decenni. E allora che volete che sia una domenica trascorsa a discutere se uno è più fascista di quanto l’altro è comunista, se uno è più radical chic di quanto l’altro è oscurantista, e soprattutto se è più buono di quanto l’altro è cattivo? È soltanto una domenica di irresistibile, inconsapevole, unanime grillismo.----
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