domenica 1 marzo 2020

L'EditoreTommaso Merlo - Europavirus



(Tommaso Merlo) –

 L’emergenza virus conferma che l’Europa politica non esiste. A pochi giorni dallo scoppio dei focolai italiani, il Parlamento europeo ha chiesto ai nostri eurodeputati di starsene a casa. Come per chiudere la grana fuori dalla porta, come se il coronavirus si fermasse alla frontiera del Brennero e fosse l’ennesima rogna di quella palla al piede che è il nostro paese. La reazione degli altri stati membri è stata altrettanto glaciale. Tutti pronti a chiudersi, a difendersi dagli impestati. Altro che solidarietà, altro che Unione. L’Europa politica non esiste. Esiste un glaciale club finanziario che serve per tenere in piedi l’Euro. Una specie di banca a cui l’Italia sarà costretta ad elemosinare soldi per fronteggiare l’emergenza. Per la milionesima volta. Andando a Bruxelles col cappello in mano nella speranza che vengano allentati quegli stramaledetti vincoli di bilancio. E forse questa volta ci riuscirà, ma solo quando l’intero continente verrà infettato, solo quando tremeranno anche Parigi e Berlino e tutti gli egoismi sovranisti in coro. Scoppiata l’epidemia in Cina, l’Europa è rimasta alla finestra. Inerte...
E questo ci ha reso più deboli ed esposti al virus. In un mondo totalmente globalizzato anche nelle malattie e nelle tragedie, quella continentale è la dimensione politica minima per affrontare le sfide. In un mondo totalmente globalizzato, quella continentale è la dimensione politica minima affinché i cittadini europei abbiano ancora una voce in capitolo. L’emergenza di questi giorni lo conferma. Blindarsi dentro i propri confini è un suicidio e il sovranismo una fesseria storica coi livelli di globalizzazione che abbiamo raggiunto. Sovranismo non vuol dire forza e sicurezza ma il contrario. Irrilevanza e vulnerabilità. Sovranismo vuol dire tornare in dietro e perdere inutilmente tempo dietro le mire di qualche “ometto forte”. Anche le migrazioni di massa sono un fenomeno globale. La fuga dalle guerre e dalla fame. Altra emergenza su cui l’Europa ha dimostrato di non esistere e su cui è stata costretta a balbettare in questi giorni. I rifugiati non hanno paura del coronavirus. Hanno paura di morire sotto le bombe o di stenti in qualche squallida tendopoli e così si son rimessi in marcia. Verso il mondo ricco. Verso l’Europa. La follia degli “ometti forti” ha ridotto il Medio Oriente in un cumulo di macerie e dopo anni di distruzione ancora si sparano missili uno contro l’altro. Ai poveri cristi non resta che scappare ma l’Europa non li vuole. Paga il pizzo ad Erdogan affinché se li tenga e all’ometto turco i soldi non bastano mai. Perché i rifugiati aumentano, perché anche lui soffre la crisi, perché la guerra costa. L’Europa è una banca ed ha mandato i suoi emissari a negoziare. Almeno quel focolaio coi soldi lo si potrebbe controllare per un po’. Non come il coronavirus che sta ostinatamente infettando ogni angolo del continente. Per arginare quell’emergenza servirebbe unità, solidarietà e un Europa politica che ancora non esiste.---

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