"Non mi sento colpevole di furto aggravato, ma di aver tradito la fiducia che il Santo Padre aveva riposto in me, e che amavo come se fossi un figlio". Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo di Papa Benedetto XVI al centro della fuga di documenti riservati dal Vaticano, e uomo chiave del processo Vatileaks a Roma, respinge in parte le accuse e, a sua volta, rilancia: nel corso dell'udienza di questa mattina al Tribunale Vaticano, Gabriele ha lamentato alcune grave violazioni dei propri diritti di detenuto, riferendo di essere stato trattenuto per circa 20 giorni in una cella dove non riusciva ad aprire le braccia tanto era stretta e in cui la luce è rimasta accesa 24 ore su 24, fatto che gli ha causato anche un abbassamento della vista....continua...
PS: Caro Paolo Gabriele non devi reclamare per l'ampia cella che ti hanno assegnato, in fin dei conti ne sei uscito vivo, pensa alle condanne a morte che furono 2.000 ma per altri, addirittura 8.800 contro li eretici che finirono arsi vivi da Tomas de Torquemada, la mente della "santa inquisizione". Per non parlare di quelli nel campo di concentramento ad Auschwitz gentilmente "cremati" da tedeschi..........!
PS: Caro Paolo Gabriele non devi reclamare per l'ampia cella che ti hanno assegnato, in fin dei conti ne sei uscito vivo, pensa alle condanne a morte che furono 2.000 ma per altri, addirittura 8.800 contro li eretici che finirono arsi vivi da Tomas de Torquemada, la mente della "santa inquisizione". Per non parlare di quelli nel campo di concentramento ad Auschwitz gentilmente "cremati" da tedeschi..........!
umberto marabese
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