(dagospia.com) –
Una villa in via Tacca a Firenze, 276 metri di superficie catastale, 11,5 vani, due livelli con salotto triplo, grande cucina abitabile, studio, tre camere e tre bagni, terrazza. Costo: un milione e trecentomila euro. “Giacomo Amadori per la Verità – La desiderava da prima del referendum del 2016, ma ha aspettato di lasciare la segreteria del Pd e il governo per realizzare il suo sogno. Il 13 giugno scorso, Matteo Renzi, nello studio fiorentino del notaio Michele Santoro, ha firmato, insieme con la moglie Agnese Landini, un preliminare d’ acquisto per una villa situata in via Tacca, una delle più prestigiose strade di Firenze, immersa nella natura dei colli cittadini, a due passi dal belvedere di piazzale Michelangelo. Un investimento da 1,3 milioni, 1.230.000 euro per la casa e 70.000 per un terreno agricolo di 1.580 metri quadrati adiacente al giardino...
Per assicurarseli, due settimane fa, l’ ex premier ha versato una caparra di 400.000 euro spalmati su quattro assegni circolari da 100.000 euro l’ uno, emessi il 12 giugno scorso dal Banco di Napoli, l’ istituto di credito a cui si affidano i parlamentari. Per esempio anche l’ attuale sindaco (…di Firenze Dario Nardella, ai tempi in cui era deputato, acquistò la sua casa pagando con tre assegni circolari del medesimo istituto....
I venditori dell’ abitazione di via Tacca sono la signora Natalia Gajo, classe 1928, e i suoi due figli. Il primogenito è Giusto Puccini, 68 anni, docente di Istituzioni di diritto pubblico e presidente della scuola di Scienze politiche di Firenze, uno dei giuristi che nel 2016 si battè per il Sì al referendum e partecipò a numerosi dibattiti organizzati dal Pd; la sorella Oretta, 61 anni, è la responsabile dei Servizi alle imprese e alle persone dell’ ex Provincia, dove è stata assunta nel 1987 e dove, probabilmente, ha potuto vedere all’ opera e apprezzare lo stesso Renzi, presidente dell’ ente dal 2004 al 2009.
L’ annuncio della vendita si trova ancora sui siti Internet: «In strada prestigiosa, alle pendici di piazzale Michelangelo, villa indipendente con splendido giardino privato e passo carrabile. Oggetto unico, 220 mq su due livelli. Al piano terreno: salotto triplo, grande cucina abitabile, studio/camera di sevizio, bagno.
Al primo piano: tre camere, due bagni e una splendida terrazza». Alla descrizione bisogna aggiungere un locale lavanderia e una cantina. La superficie catastale è di 276 metri (11,5 vani) e la categoria è A7, quella dei villini esenti da Imu e Tasi. Il prezzo iniziale per questa dimora dalla facciata giallina era di 1,5 milioni, ma Renzi è riuscito a spuntarla offrendo 200.000 euro in meno.
La vendita è stata affidata dai Puccini all’ agenzia immobiliare One step closer, che a trattativa conclusa riceverà una provvigione di 15.860 euro, mentre Matteo si è avvalso della mediazione dell’ architetto Daniela Ciulli, la quale, alla fine, incasserà 31.720 euro.
Nel preliminare Renzi viene appellato come «dott. sen.», dottore-senatore, e anche Agnese è citata con a fianco il titolo di studio. Stessa cosa per il «prof. () docente universitario» Giusto Puccini, e per la sorella Oretta, «dottoressa e funzionaria della pubblica amministrazione».
L’ immobile sembra che rispetti tutti i requisiti necessari per essere messo sul mercato, sebbene ci sia una piccola stranezza: la domanda di sanatoria edilizia da parte dei proprietari è stata presentata il 23 aprile 1986 (dopo l’ entrata in vigore della legge sui condoni edilizi dell’ anno prima) e riguardava «alcuni ampliamenti e modifiche interne ed esterne», ma la risposta è arrivata un bel po’ dopo: infatti alla richiesta «ha fatto seguito il rilascio da parte del sindaco della concessione edilizia in sanatoria numero 3150/2017».
«Come mai ci sono voluti 31 anni e l’ attuale giunta per ottenere risposta?», si chiede il capogruppo di Fratelli d’ Italia in Comune Francesco Torselli. «A Firenze evidentemente esiste un metodo infallibile per uscire dalle sabbie mobili della burocrazia: avere Matteo Renzi come prossimo acquirente. Di tutto questo, ovviamente, chiederemo spiegazioni al sindaco Nardella già in occasione del prossimo consiglio comunale, previsto per il 2 luglio». Ma lo sbarco dell’ ex premier in via Tacca sembra aver sbloccato pure un’ altra impasse.
«Pochi giorni fa», continua Torselli, «i residenti della zona mi hanno chiamato per ringraziarmi per la battaglia condotta negli ultimi 4 anni per consentire che questa “strada privata” fosse dotata di una sbarra. Dal 2014 a oggi si erano rivolti senza fortuna ai vari assessori alla Mobilità e avevano persino presentato esposti in Tribunale. Ma ora sembra che l’ autorizzazione alla chiusura da parte del Comune sia arrivata. Purtroppo, visto il nome del nuovo residente, temo di non potermene intestare il merito».
Dal preliminare si apprende che le buone notizie non sono finite: il 4 aprile 2018 la Regione Toscana ha fornito all’ abitazione il necessario attestato di prestazione energetica, classe «G».
Resta solo da firmare il rogito definitivo che andrà stipulato entro il 31 luglio 2018, quando i Renzi dovranno presentarsi con i restanti 900.000 euro. Per questo sono a caccia di un mutuo: «Per l’ acquisto dei beni in oggetto, la parte promittente acquirente (i Renzi, ndr) ha già richiesto a un istituto bancario un finanziamento necessario per il pagamento di gran parte del prezzo convenuto e la pratica relativa è tutt’ ora in corso di istruttoria» si legge nell’ atto.
In attesa della liquidazione della somma necessaria il contratto preliminare è stato sottoposto ad alcune «condizioni sospensive»: stipula di un idoneo atto notarile e «concessione () del finanziamento bancario» che la parte acquirente «ha già richiesto a istituto bancario di propria fiducia, obbligandosi a curare diligentemente le relative pratiche».
L’ ex premier si è anche impegnato «a tenere informati» i proprietari «degli sviluppi della pratica () e del relativo esito».Anche perché i prestiti bancari per la famiglia Renzi non sono una questione marginale. Nel 2009 i genitori di Matteo, Tiziano e Laura, ne ottennero uno da quasi 500.000 euro finito al centro di un’ inchiesta giudiziaria, conclusa con l’ archiviazione.
Nel 2012 babbo e mamma hanno venduto il loro villone di Rignano sull’Arno ai quattro figli, i quali hanno acceso un mutuo da 1,3 milioni di euro.
L’allora sindaco di Firenze e i tre fratelli si sono dunque accollati una quota da 325.000 euro a testa, per una rata da 1.850 euro al mese cadauno, che nel caso dell’ ex premier si è sommata ad altre due, rispettivamente da 1.600 e 800 euro circa. Infatti l’ ex capo del governo, nel 2004, aveva ottenuto un altro finanziamento ventennale da 300.000 euro per la sua villa di Pontassieve e sempre per lo stesso immobile aveva incassato un ulteriore mutuo da 160.000 euro nel 2009.
Adesso ai circa 4.250 euro mensili del 2012 si dovrebbe aggiungere la rata per il nuovo prestito (sempre che venga concesso), che potrebbe superare abbondantemente i 3.000 euro. In pratica un’ uscita fissa che difficilmente Renzi potrà soddisfare da solo, pur contando sull’ ottimo salario da senatore.
Ma torniamo allo stabile di via Tacca. Nell’ ottobre 2016 una fonte raccontò alla neonata Verità che il presidente del Consiglio stava cercando casa proprio in quella via e per questo facemmo delle visure su alcuni immobili della zona. Ma evidentemente il Bullo non trovò un’ offerta che lo appagasse. E così, lo scorso settembre, la famiglia del fu Rottamatore, si è trasferita in affitto a due passi da Ponte Vecchio e a questo indirizzo, Matteo, diversamente dalla consorte, ha spostato la residenza, in attesa del prossimo trasloco.
La sua futura magione, nelle foto presenti su Internet, non pare avere interni particolarmente lussuosi: si notano ampie finestre che rendono l’ ambiente luminoso e un arredamento rustico. Va detto che l’ attuale aspetto della dimora potrebbe essere presto stravolto dalla ristrutturazione che dovrebbe partire dopo il rogito. Ultima annotazione: nell’ archivio della Conservatoria non risultano altri atti di compravendita intestati ai coniugi Renzi. Quindi la villa di Pontassieve, acquistata per 660.000 nel 2004 (Matteo era appena diventato presidente della Provincia) resta di proprietà della famiglia. Almeno per ora.”---
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