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sabato 3 agosto 2013

Mps, "Nomine decise dalla politica" Gli assensi di Rutelli, Letta e Berlusconi

 PS: Bande di ladri bipartisan....!
umberto marabese
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Gabriello Mancini,  ex vertice della Fondazione del Monte dei Paschi ha spiegato ai magistrati che la sua nomina fu decisa su proposta di Alberto Monaci, ex Margherita e ora nelle fila del Pd. In una riunione a Roma, partecipò anche Rutelli. Per i consiglieri Querci e  Pisaneschi ci fu l'assenso di Letta e Berlusconi. Mussari e l'insider trading: "Non sapevo di commetterlo".
MILANO - "La mia nomina, come quella dell'avvocato Mussari alla guida della banca, fu decisa dai maggiorenti della politica locale e regionale e condivisa dai vertici della politica nazionale". E' quanto dichiara il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, interrogato il 24 luglio 2012 dai pm titolari dell'inchiesta su Mps......


Mancini spiega ai magistrati a proposito della sua nomina a presidente avvenuta nel maggio 2006 che il suo sponsor principale, Alberto Monaci (nel 2006 Margherita ora Pd), attuale presidente del Consiglio regionale della Toscana, gli riferì "che era stato trovato un accordo con i Ds". Secondo quanto riferisce alle riunioni, "a Siena, partecipavano l'onorevole Franco Ceccuzzi, il segretario provinciale della Margherita, Graziano Battisti, il sindaco e il presidente della Provincia di Siena".

A Roma, poi, vi fu un'altra riunione "con l'onorevole Francesco Rutelli, alla quale partecipai io e alla quale erano presenti l'onorevole Alberto Monaci, l'onorevole Antonello Giacomelli e Battisti". Il via libera arrivò da Rutelli, al quale "venne prospettato l'accordo raggiunto e lui diede il suo assenso". Davanti ai pm Mancini spiega poi che "l'onorevole Ceccuzzi mi riferì che anche per i Ds vi fu un assenso a livello nazionale" e che poi, lo stesso Mussari, "mi confermò di avere il sostegno del partito a livello nazionale".
Per il via libera, invece, ad Andrea Pisaneschi quale espressione del Pdl nel Cda di Mps e di Carlo Querci come "espressione dei soci privati", Gianni Letta telefonò a Silvio Berlusconi e poi richiamò Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps, dicendogli che "il presidente aveva dato il suo assenso", ha messo a verbale l'ex presidente.
Pisaneschi, ha spiegato Mancini ai pm senesi che lo hanno ascoltato il 24 luglio 2012, "era persona vicina all'onorevole Gianni Letta" così, per "il rinnovo del Cda telefonai all'onorevole Letta e chiesi appuntamento con lui a Palazzo Chigi". Nel corso dell'incontro, "chiesi indicazioni all'onorevole Letta circa la nomina del componente del Cda in quota Pdl ed egli mi disse che andava certamente bene la conferma di Andrea Pisaneschi, ma che avrebbe dovuto parlarne con il presidente Berlusconi per la definitiva conferma".
Stessa cosa per Querci. Dopo alcuni giorni Letta ha telefonato a Mancini dicendogli che aveva parlato con Berlusconi, che "aveva dato il suo assenso alle due nomine". Per Querci, Mancini afferma di aver parlato anche con Francesco Gaetano Caltagirone, "che raccoglieva il consenso dei privati", al quale disse "che la proposta proveniva dall'onorevole Letta anche con il consenso del presidente Berlusconi. Dopo alcuni giorni Caltagirone mi confermò l'indicazione di Querci come componente dei privati nel cda della banca".
L'ex presidente di Banca Mps Giuseppe Mussari aveva "come punto di riferimento nel Pdl l'onorevole Verdini", ha confermato Mancini. "Posso affermare - ha poi precisato Mancini-che l'altra persona con cui Mussari aveva dei rapporti era Gianni Letta. Ricordo che Letta affermava che Mussari era il suo riferimento in banca, mentre il sottoscritto era il suo riferimento in Fondazione". Mancini ha poi aggiunto che "Mussari aveva un cordiale rapporto anche con Veltroni quando questi divenne segretario del Pd". Mancini ha anche sottolineato parlando delle nomine nelle società controllate dalla banca che vi era "una forte ingerenza dei partiti. La Fondazione - ha precisato - non esercitava alcuna ingerenza pur segnalando talvolta dei nominativi".
Le richieste dei politici. Alla Fondazione Mps arrivavano continuamente "sollecitazioni politiche" sui progetti in ordine alla concessione degli stessi. Mancini non ricorda "richieste esplicite" di Franco Ceccuzzi (ex deputato Pd ed ex sindaco di Siena), "richieste potevano venire, eventualmente, dagli uomini di riferimento di Ceccuzzi che indico in Luca Bonechi e Alessandro Piazzi". La Fondazione Mps "ha avuto in Ceccuzzi", allora componente della Commissione Finanze della Camera, "un interlocutore privilegiato": era deputato dei Ds, tra il 2006 e il 2007, quando era in discussione una modifica sul voto delle Fondazioni nelle assemblee dei soci delle banche, (con un limite al 30%), "si battè per il suo ritiro". "L'emendamento danneggiava la nostra Fondazione - aggiunge Mancini -, oltre alle Fondazioni Carige e CariFirenze. All'epoca il presidente della Commissione finanze era l'onorevole Paolo De Mese, che, per quanto mi consta, era in ottimi rapporti con Ceccuzzi". '
Il riferimento politico di Mussari era Ceccuzzi che "a sua volta può essere inquadrato nell'area dalemiana dei Ds. Posso dire altresì che Mussari aveva un rapporto cordiale anche con Veltroni, quando questi divenne segretario del Pd". Riguardo le nomine "nelle società controllate di banca Mps" era "il presidente Mussari che decideva" e "a tal proposito posso dire che, per quanto concerne dette nomine, vi era una forte ingerenza dei partiti" così come quando si trattava dei "finanziamenti dei progetti da parte della Fondazione".
Le accuse di insider trading a Mussari. "Non ricordo, ma non posso escluderlo, di aver parlato né con Ceccherini né con Cenni e, se l'ho fatto, non l'ho fatto per violare la norma in contestazione, ma perché ritenevo che ciò fosse collegato alle funzioni istituzionali da costoro e da me ricoperte". Lo ha detto Giuseppe Mussari durante l'interrogatorio con i pm di Siena, a febbraio 2013. Mussari è accusato di insider trading perché "in possesso di informazioni privilegiate", la stipula dell'accordo con il Santander per l'acquisizione di Antonveneta, avrebbe comunicato la notizia, prima che questa venisse ufficializzata ai mercati, all'allora sindaco di Siena Maurizio Cenni e all'ex presidente della Provincia Fabio Ceccherini, oltreché al responsabile dell'investment banking di JP Morgan Enrico Bompieri.
Riguardo a quest'ultimo, "non ricordo di avergli risposto - dice Mussari ai pm che gli mostravano una mail del funzionario di Jp Morgan - Ne deduco che la notizia dell'acquisizione iniziò a circolare".
A proposito del mandate agreement tra Nomura e Mps trovato a ottobre 2012 nella cassaforte di Vigni, Mussari ha risposto: "Non l'ho mai visto, non è a mia firma né è stato trovato in mio possesso".


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