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mercoledì 26 aprile 2023

Marco Tosatti - Perché Ieri ho Festeggiato Solo il 25 Aprile di San Marco Evangelista...

 

                                                   Marco Tosatti

 Cari amici e nemici di Stilum Curiae, voglio sgomberare il campo da ogni possibile equivoco. Non sono mai stato fascista, anche se apprezzo coraggio, motivazioni di amore per il Paese, e fedeltà di alcuni personaggi di quell’epoca, peraltro molto lontana.

In realtà da ragazzo, a Genova, ero o pensavo di essere anarchico, e più di una volta ci sono stati confronti anche fisici con quei coetanei che si definivano fascisti.

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Cari amici e nemici di Stilum Curiae, voglio sgomberare il campo da ogni possibile equivoco. Non sono mai stato fascista, anche se apprezzo coraggio, motivazioni di amore per il Paese, e fedeltà di alcuni personaggi di quell’epoca, peraltro molto lontana.

In realtà da ragazzo, a Genova, ero o pensavo di essere anarchico, e più di una volta ci sono stati confronti anche fisici con quei coetanei che si definivano fascisti.

Verso il nazismo non ho mai avuto, e non ho neanche adesso, nessuna simpatia. Nella mia educazione non c’è mai stato nulla di sia pur lontanamente avvicinabile a una simpatia per quella gente. Mio padre, che era stato fascista fino all’impresa di Abissinia, durante l’occupazione nazista di Genova ha nascosto in casa per sei mesi un amico ebreo ungherese, fino a quando questi non ha cercato di raggiungere la famiglia sfollata nei monti del savonese. Mio padre doveva portare – era caporedattore del Giornale di Genova – la prima pagina da far controllare in Prefettura; e più di una volta ha sbirciato i nomi sulle liste dei prossimi arresti, ed è riuscito ad avvisarne e a salvarne. Mio zio, comunista, partigiano, prigioniero politico, doveva essere fra i martiri della rappresaglia nazista di Crevasco, ed è riuscito miracolosamente a buttarsi giù dal camion che portava lui e le altre vittime innocenti al luogo dell’esecuzione.

Questo era ed è il mio contesto, e ho sempre festeggiato il 25 aprile, giorno in cui il mio Paese è stato liberato, con il concorso dei partigiani, dalle forze Alleate.

Ma ieri ho visto festeggiare e pompare le celebrazioni gente che negli ultimi anni ha calpestato la Costituzione, imponendo contro la scienza e contro il Codice di Norimberga – nato proprio dalle aberrazioni mediche naziste – e contro la Costituzione stessa alle persone di sottoporsi a cure mediche che non impedivano il contagio, non garantivano l’immunità dal virus (la cui mortalità, ormai è accertato, non era superiore a quella di una influenza stagionale) provocavano effetti avversi fino alla morte.

Gente che ha sottoposto al ricatto madri e padri di famiglia, minacciando il licenziamento, ragazzi e giovani e atleti e medici e personale sanitario e delle Forze di Sicurezza per attuare un piano disposto da poteri estranei al mio Paese. E la lista delle vessazioni e delle limitazioni della libertà potrebbe continuare a lungo.

Ma questo regime di sudditanza a forze aliene, finanziarie, sanitarie, politiche, che continua tutt’oggi con un governo apparentemente diverso, aveva bisogno di suonare la fanfara su una Liberazione da qualcosa che non esiste più da decenni per nascondere la servitù attuale, ingannando quelli che riesce a ingannare, grazie a un’orchestra mediatica il cui livello di servilismo è inversamente proporzionale alle vendite in edicola.

Non c’era niente da festeggiare, ieri, se non San Marco Evangelista, martire proprio in quel giorno per la verità e la libertà.

Resistenza ora e sempre, ha pronunciato, senza arrossire e senza batter ciglio uno dei primi responsabili delle libertà, e della Costituzione, stuprate in questi anni.

Ora e sempre Resistenza: ma contro di te e il regime, le forze e i poteri che rappresenti, Mattarella.


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