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martedì 18 ottobre 2022

Umberto Marabese - il 3 ottobre 2014 ottobre. Da Mosca Nicola Lombardozzi per "la Repubblica"-

 


PS: ( Bis ) ecco di chi è la vera "colpa" di quello che stà succedendo in Ucraina, ve la racconta...ll corrispondente da Mosca..... Nicola Lombardozzi x "la Repubblica"...il  !


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Tra le strade e le case di Donetsk è tornata la guerra. Da due giorni l'artiglieria ucraina sta bombardando il centro abitato seminando il panico tra i civili, distruggendo scuole, interi condominii, perfino i giardini pubblici e facendo un numero imprecisato di vittime. Ieri sotto le macerie del quartier generale della Croce Rossa è morto un operatore sanitario svizzero, Lauren Du Pasquier, 38 anni. Si aggiunge, in una lista ancora tutta da completare, ai sei bambini straziati mercoledì da un colpo di mortaio. La clamorosa violazione della tregua viene spiegata dai militari ucraini con la «necessità» di punire il tentativo dei ribelli di riconquistare quello che resta dell'aeroporto cittadino. Una giustificazione assai poco convincente che ha costretto la Ue a prendere una pur flebile posizione di condanna. «La tregua va mantenuta a tutti i costi, siamo molto preoccupati », ha detto un portavoce di Bruxelles dove cominciava a serpeggiare un certo imbarazzo. Proprio ieri mattina fonti dell'Unione Europea avevano infatti anticipato l'intenzione di proporre ulteriori sanzioni contro Mosca «nel caso di violazioni della tregua da parte di ribelli filo russi».

E al Cremlino si sottolinea con inevitabile virulenza la sensazione che l'Occidente tenda un po' troppo a minimizzare le violazioni ucraine e sia portata invece a scaricare ogni responsabilità sui russi. Sempre ieri la Procura di Mosca ha avviato un'inchiesta di genocidio nei confronti del ministro della Difesa di Kiev sulla base del ritrovamento di ben quattro fosse comuni nell'area dalla miniera Kommunar nell'area carbonifera del Donbass che circonda la città di Nizhniaia Krynka. Le fosse, confermate dagli osservatori neutrali dell'Osce, conterrebbero secondo i russi un migliaio di corpi di civili russofoni caduti sotto gli attacchi dell'esercito e altri addirittura giustiziati. Sui numeri, e anche sulla modalità delle uccisioni, restano ancora parecchi dubbi ma è difficile contestare i funzionari dello staff del Cremlino quando dicono che «nessuna voce si è ancora levata dall'Europa su una simile atrocità ». A rendere il clima sempre più teso ci si mette il raccontoconfessione di un militare ucraino del battaglione privato Dniepr finanziato dall'oligarca Igor Kolomojeskij. Il soldato, fuggito e finito in Russia a Rostov, ha raccontato di rastrellamenti nei villaggi dei russi di Ucraina, di esecuzioni e di «pulizia etnica».

Probabile che queste sensazioni siano state riversate ai numerosi ospiti europei che in questi giorni bazzicano Mosca. Ieri Putin ha ricevuto in colloquio privato il presidente di Banca Intesa Giovanni Bazoli, venuto a Mosca per presentare la traduzione russa di un suo libro. Una cerimonia funestata dalla gaffe del vice ministro Meshkov che ha scambiato l'operatore svizzero della Croce Rossa morto in Ucraina per un italiano. Superato l'imbarazzo è comunque rimasta la preoccupazione generale. Mentre i cannoni ucraini martellano Donetsk, l'Italia si prepara a ospitare a Milano (il 16 ottobre per il vertice Asem) un incontro tra i due presidenti in guerra, Putin e Poroshenko.


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Nicola Lombardozzi

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