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venerdì 5 febbraio 2021

Angela Mauro x Huffington Post - L'Ue parte accusatrice e finisce accusata dalla Russia...

 


PS: "Incontro Borrell-Lavrov, patto su Sputnik V. I russi contrattaccano su Navalny e umiliano gli europei: "Inaffidabili, e non rispettano i diritti altrui"

umberto marabese
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Parlando in conferenza stampa accanto a Josep Borrell, dopo il colloquio con l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Sergei Lavrov mostra la sicumera di chi può permettersi di ‘insultare’ l’Ue senza che questo rovini i rapporti commerciali in corso tra Mosca e le cancellerie europee. Non a caso la visita di Borrell in Russia, la prima dal 2017 da parte di un rappresentante delle istituzioni europee, serve anche a suggellare il patto russo-europeo per l’importazione e la produzione del vaccino russo anti-covid Sputnik in Europa. “Spero che Ema possa autorizzarlo presto”, dice Borrell facendo le sue “congratulazioni” ai russi per aver sviluppato un vaccino che, secondo la rivista scientifica Lancet, è efficace al 91 per cento contro il covid. Sono fiale sempre più preziose per l’Ue, ‘tradita’ dalle Big Pharma occidentali nella fornitura delle dosi.

Ma l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue si ritrova a prendere veri e propri schiaffi (figurati) dal ministro degli Esteri russo, che arriva a definire addirittura “ridicolo” l’approccio europeo sul caso Navalny. La Russia, attacca Lavrov, “costruisce la sua vita basandosi sul fatto che l’Ue è un partner inaffidabile, perlomeno in questa fase”. La frase piomba nell’ambito di una risposta alla domanda se l’Ue intenda imporre sanzioni agli otto oligarchi russi segnalati dall’attivista anti-Putin condannato a 3 anni e 5 mesi di reclusione. Eppure Borrell, pur reiterando la condanna dell’arresto di Navalny e la richiesta europea di liberarlo e di fare chiarezza sul suo avvelenamento l’anno scorso, aveva rassicurato che “nessuno Stato membro ha chiesto sanzioni…”.

Ma l’atteggiamento ‘docile’ da parte dell’Ue non è sufficiente per Lavrov. A un certo punto della conferenza stampa, il ministro russo parte con una reprimenda sulla violazione dei diritti umani in Europa, condanna l’arresto degli indipendentisti catalani, contesta i risultati delle inchieste europee sull’avvelenamento di Navalny: “Solo loro hanno trovato il veleno, noi no”. Cita il fatto che anche negli Usa si arrestano i manifestanti: quelli dell’assalto a Capitol Hill.

Del resto, è lo stesso Borrell a prestargli il fianco quando fa notare che “l’uso eccessivo della forza da parte della polizia non c’è solo in Russia, ma anche negli Usa. L’Ue lo condanna”. L’Alto Rappresentante fa appello alla differenza tra i regimi e i paesi fondati sullo stato di diritto: “In uno Stato dove c’è la ‘rule of law’, il potere giudiziario interviene a sanzionare eventuali abusi: questo è il vantaggio di avere un forte stato di diritto”. Ma nella conferenza stampa la retorica russa prende decisamente il sopravvento. “Pure in Italia la polizia usa gli idranti contro i manifestanti - segnala Lavrov - noi non li abbiamo usati, i dimostranti li hanno invece usati contro la polizia…”.

L’esito della visita, che continua fino a domani, semina imbarazzi in Commissione a Bruxelles. Borrell non riesce a incontrare Navalny, pur avendo avuto contatti con rappresentanti del suo team, spiegano da Palazzo Berlaymont. Cosa che non disturba le relazioni con Mosca, sempre più strette non solo sui vaccini ma anche sul clima, energia, rapporti commerciali.

“L’Ue è il primo partner commerciale della Russia, che è anche una grande fonte di investimenti per noi. Inoltre gli studenti russi sono tra i maggiori beneficiari del programma Erasmus...”, esordisce Borrell in conferenza stampa con Lavrov. Proprio il tema ‘energia’ nei rapporti con la Russia è al centro del bilaterale tra Angela Merkel e Emmanuel Macron: la cancelliera è intenzionata a confermare il gasdotto North Stream II, nonostante la contrarietà francese e americana.

E’ per queste connessioni commerciali che l’Ue chiude un occhio sul diniego russo di favorire un incontro tra il dissidente in carcere e Borrell. Né a Bruxelles, né a Mosca la spiegano in questi termini: nessuna ammissione che la visita sia stata negata. Addirittura dalla Commissione europea arrivano a dire che “se Borrell si fosse recato in carcere da Navalny avrebbe di fatto avallato il suo stato di detenzione”. Giravolte comunicative.

“Le relazioni con la Russia sono più difficili adesso che 20 anni fa”, ammette Borrell, ripensando alle speranze europee negli anni ’90, dopo la caduta del muro di Berlino. Adesso di Mosca non si può fare a meno, con buona pace dei diritti sui quali, d’altronde, l’Ue fa sconti anche ai suoi stessi paesi membri, tipo l’Ungheria e la Polonia, per non dire dell’altro partner commerciale super-potente: la Cina.

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