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giovedì 29 ottobre 2020

Byoblu - LA FOLLE IDEA: SEPARARE I GIOVANI DAGLI ANZIANI PER EVITARE IL LOCKDOWN

 

LA FOLLE IDEA: SEPARARE I GIOVANI DAGLI ANZIANI PER EVITARE IL LOCKDOWN

Sembra un po’ come durante i mondiali, quando tutti diventiamo allenatori, attaccanti, difensori e persino arbitri. Sarà la deformazione mentale, forse inevitabile, del vivere in maniera assoluta una certa dimensione, un bravo psicologo ci aiuterebbe a capirlo. Il fatto è che fin quando si esprime la propria opinione nulla di male, anzi, guai a limitare anche questo. Se però il medico vuole indirizzare la politica mentre intanto l’economista pensa di fare il presidente del Consiglio allora c’è qualcosa che non va, almeno fin quando dichiaratamente il nostro esecutivo non avrà deciso di aver abdicato ai propri poteri lasciando campo aperto ai tecnici.


Dopo il gruppo di “esperti”, il famoso comitato tecnico-scientifico, che ormai da mesi determina l’azione del governo praticamente senza alcuna mediazione politica, adesso tocca agli economisti. Preoccupati, giustamente, per le sorti del nostro Pil, e chi davvero non lo è, devoti alla teoria machiavellica del “fine giustifica i mezzi” propongono una ricetta alquanto sui generis.
Gli economisti Carlo Favero, Andrea Ichino e Aldo Rustichini hanno così spiegato la loro ricetta: “Bisogna dividere le fasce d’età più a rischio da quelle meno a rischio, separare i giovani dagli anziani. E bisogna evitare il sovraffollamento sui mezzi di trasporto, il governo – continuano – dovrebbe imporre corse differenziate di bus e metro per giovani e anziani mentre, per quanto riguarda l’accesso ai supermercati e negozi, dovrebbero essere rigidamente separati gli orari di ingresso per chi ha più o meno di 50 anni”.

Occorre sottolineare come questa discutibile strategia di dividere la popolazione in base all’età sia stata già adottata in Australia in particolare per quel che riguarda l’accesso ai supermercati. La prima ora d’apertura è stata infatti riservata ai pensionati.

Isolare chi ha più di 50 anni

A parte che le separazioni e i divieti di questo calibro ci riportano con la mente a periodi storici poco felici, questa ricetta appare davvero particolare anche perché i tre economisti si spingono oltre: “Il Governo – scrivono – potrebbe chiedere esplicitamente agli italiani di evitare il tradizionale pranzo domenicale che riunisce le generazioni delle nostre famiglie e potrebbe anche offrire dei vouchers che consentano ai giovani che vivono insieme agli anziani di trasferirsi, temporaneamente, nei numerosi alberghi vuoti e mangiare nei ristoranti attualmente senza clienti. In questo modo – concludono – oltre a ridurre il contagio degli anziani si sovvenzionerebbe il settore turistico”.
Una ricetta dettagliata, insomma, che forse non tiene conto di alcuni fattori, a cominciare dal fatto che bisognerebbe ragionare sui reali numeri e le reali conseguenze di questa malattia che nessuno vuole negare o minimizzare ma che non può essere analizzata guardando solo studi che vanno in una sola direzione.
E ci sarebbe poi da fare una importante differenziazione nelle fasce più anziane della popolazione perché non tutti coloro che hanno superato i 50 anni di età corrono lo stesso eventuale rischio, così come sarebbe opportuno pensare ai riflessi dal punto di vista psicologico e sociologico dei rapporti umani tra soggetti che vivono la solitudine e l’isolamento con conseguenze di non poco conto. La divisione della popolazione a partire dai 50 anni porterebbe quindi al paradosso di dividere in due la stragrande maggioranza dei nuclei familiari. Genitori separati dai figli. 
Ma un economista non è un medico, non è un sociologo, non è un politico. Un po’ come il semplice tifoso non è certamente un allenatore. A volte giova proprio ricordarlo.

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