Sul Blog di Beppe Grillo è apparsa la traduzione di un articolo (Aiutiamo i rifugiati a prosperare, non a sopravvivere) a firma di Melissa Fleming, che tratta della situazione dei rifugiati. Abbiamo deciso di proporre uno dei commenti all’articolo, di Don Lazzara, dove si evidenziano alcune questioni costantemente occultate:
Gentile Beppe, ho letto con molta attenzione l'articolo del suo Blog che riguarda la situazione dei "rifugiati" siriani a firma di Melissa Flemming. Volevo soltanto sottolineare alcuni aspetti a completamento delle riflessioni proposte. Innanzitutto da circa due mesi, tramite un accordo internazionale tra Libano e Siria, stanno facendo ritorno nelle loro case i rifugiati siriani. Come mai questo ritorno? Forse i soliti ed arguti osservatori non se ne sono accorti, ma la guerra contro il terrorismo in Siria è quasi terminata. Ora, mi pare che nessun mezzo di comunicazione abbia messo in evidenza questo punto importantissimo. A tale progetto di ricostruzione, hanno lavorato tutte le autorità sia civili che religiose di entrambi i paesi. Mentre in Occidente con una mano piangono le disgrazie del popolo siriano con tanto di risonanza mediatica, e poi, con l'altra continuano ad approvare sanzioni che riguardano i generi di prima necessità e le medicine. Mentre chissà perchè la clausola sullo "scambio di armi”, (non con il governo ma con i “ribelli moderati”) invece è rimasta “non sanzionata”. Chissà perchè…...
Ebbene ricordare che l’Italia dall’inizio del conflitto, ha chiuso la sua ambasciata presso lo Stato Arabo Siriano. Quindi attualmente, non ci sono contatti o scambi ufficiali tra i due paesi. Prima della chiusura dell’ambasciata, la Siria era un partner di primo piano nell’export mady in Italy, che dava lavoro a diverse centinaia di piccole imprese in Italia e in Siria, e che a seguito dell’embargo e delle sanzioni, hanno avuto licenziare i lavoratori. Così non hanno fatto altro che aumentare la disoccupazione e la mancanza di lavoro. Non mi pare di aver notato la presenza delle solite ONG che "lavorano" per l'accoglienza e che sventolano mani e magliette rosse a sostenere il processo di ritorno dei siriani nella loro terra. Le autorità religiose più volte a voce alta, tanto da essere ignorata dal mainstream hanno chiesto di aiutare il paese nella ricostruzione. Soprattutto chiedono di ricostruire le scuole, e le strutture pubbliche che tengono in piedi la struttura sociale, a cominciare dalle abitazioni per finire ai luoghi di svago. Il presidente della Siria, in un recente colloquio con una emittente televisiva araba, ha ribadito che all’opera di ricostruzione della Siria, non parteciperanno gli stati Europei e i paesi del golfo che hanno sostenuto il terrorismo e la guerra in terra siriana. Certo, a pagare un prezzo altissimo, sono stati i bambini, i quali, più volte, sono stati utilizzati come scudi umani, altri sono stati venduti al mercato nero degli organi, e tanto altro. Sì, sono necessari gli aiuti. Sosteniamo quanti sono impegnati a garantire ai bambini un futuro migliore. In questa estate tutte le organizzazioni religiose, laiche e caritative della Siria, hanno garantito ai bambini, diverse attività ricreative e di riconciliazione.Mi pare che nessuno ne abbia parlato. Non sia mai che il perfido e dittatore Assad, possa passare come il difensore dei diritti umani! Ancora un ultima considerazione: mi hanno fatto notare che una giornalista di un noto quotidiano cattolico, ha appena iniziato una serie di articoli sul “regime di Assad”, descrivendo la situazione a Douma, la famosa città che qualche mese addietro è stata protagonista della fakenews più distruttiva che i media abbiamo potuto costruire, per far scoppiare l’intervento unilaterale degli Stati Uniti in quella martoriata terra. Infatti, come è stato ampiamente dimostrato, non solo lì il governo non ha usato i gas, ma gli osservatori indipendenti sono giunti alla conclusione che durante i combattimenti, sono stati i "ribelli moderati”, sostenuti dagli elmetti bianchi ad usare tali armi. Quando le notizie non sono contigue alle loro aspettative allora si viene etichettati come creatori di bufale e sostenitori di un “regime sanguinario”. Sull’informazione siriana, non c’è posto per le voci libere ed indipendenti. Tanti giornalisti sono stati messi alla gogna, solo per aver raccontato la verità e non le storie che i potenti volevano. C’è un apparato mediatico di parte, che cura le aspettative di coloro che hanno interessi da perseguire in Siria, a partire dalla costruzione del gasdotto che passa dall’Iran fino al mediterraneo, fino alle preziosissime risorse naturali che il territorio siriano possiede. L’epicentro dell’attacco è stato a Douma, perché lì c’era la base di comando dei terroristi. Perdendo quella postazione erano certi che la guerra l’avrebbero persa. Ecco perché è stata montata la bufala delgli attacchi chimici. Peraltro come è dimostrato da un video, subito dopo che si era diffusa nel mondo la notizia dell’attacco, le ronde della polizia russa, si sono precipitate a Douma per un controllo, e quasi immediatamente, la popolazione si è fatta avanti dicendo che dalla TV stavano apprendendo che sul posto dove si trovavano era stato appena compiuto un attacco chimico. Ritornando alla giornalista del noto quotidiano, afferma nel suo articolo, che è stata a Douma e che “il regime” di Assad, sta arrestando dozzine di persone tra cui molte donne, perchè nei quartieri ribelli sono tutti terroristi. Mi chiedo: anche nel nostro paese quando vengono scoperti i terroristi, cosa si fa? Gli si offrono caramelle, oppure quando si hanno le prove certe vengono posti all’arresto e se è il caso rimpatriati? Ebbene, attendiamo conferme, ma dalle prime indiscrezioni, hanno fatto sapere che la giornalista non è stata mai vista a Douma. Anzi, è entrata in Siria con un visto turistico per svolgere attività giornalistica. Inoltre sembra che abbia preso spunto da un articolo propagandato dai terroristi per estendere il suo articolo. Ho usato il condizionale nella descrizione di questa faccenda. Mi auguro che le notizie siano smentite e che realmente possiamo aiutare il popolo siriano ad autodeterminarsi, senza imporre le nostre scelte, che come abbiamo potuto tristemente vedere, hanno portato solo morte e distruzione. Con viva cordialità.----
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