di Andrea Giambartolomei | 27 aprile 2018 I da Il Fatto quotidiano
L'ex parlamentare, che non è mai stato indagato né processato, si è sentito tirato in ballo perché è uno di quelli che aveva avuto contatti con l’imprenditore edile Salvatore De Masi, detto “Giorgio”, condannato venerdì scorso dalla Corte d’appello a nove anni per associazione mafiosa e ritenuto il capo della locale di ‘ndrangheta di Rivoli, nell’hinterland di Torino.
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Fa ancora discutere un’operazione antimafia del 2011 con diverse condanne diventate definitive da tempo, la maxi-inchiesta “Minotauro” che rivelò le infiltrazioni della ‘ndrangheta a Torino, i suoi contatti con l’imprenditoria e la politica. Fa discutere perché alcune settimane fa, il 22 febbraio, nel corso della sua requisitoria il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo ha parlato di una presunta “ala deviata del Pd”, frase che – emersa soltanto martedì – ha suscitato malumore nel partito, sebbene i vertici locali abbiano reagito timidamente. Per questo oggi l’ex deputato dem Mimmo Lucà, che si sente tirato di nuovo in ballo...
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