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sabato 28 aprile 2018

A. Franceschini, fondatore Br: « Moro? Non fu interrogato da Moretti . E incontrammo il Mossad»

PS: Kissinger e il Mossad..."avvisano l'Italia, che l'idea di A. Moro di far accedere al governo, anche solo di supporto esterno, il PCI..questo matrimonio non s' ha da fare...!"...da leggere tutto e seguire i video dell'intervista...!

umberto marabese

Alberto Franceschini, uno dei fondatori delle Brigate Rosse: «L’interrogatorio di Moro? Non credo l’abbia fatto Moretti (che si credeva Lenin). E incontrammo il Mossad» |

Link 1° puntata: Puntata 1

Mancano pochi giorni al feroce epilogo di una delle più grandi tragedie italiane, che si consumò 40anni fa, con la strage di via Fani (16 marzo) e con l’assassinio di Aldo Moro (9 maggio). 

Il cofondatore delle Brigate rosse Alberto Franceschini, apertamente dissociato e oggi lontano anni luce dall’organizzazione terroristica, ripercorre, anche in questa seconda puntata dell’intervista al Corriere della Sera, le tappe di una storia di errori e di orrore...


Sono passati alcuni giorni dall’anniversario di due eventi che moltiplicarono l’angoscia diffusa in Italia e nel mondo: il falso comunicato del Lago della Duchessa, compilato dai servizi segreti, con l’annuncio della morte di Moro, affondato nelle viscere del profondo specchio d’acqua nel cuore del nostro Paese. Fu il primo segnale, per dimostrare che a quel punto l’ostaggio doveva morire. E poi la scoperta, tragica e assieme ridicola, del covo di via Gradoli, dove due capi delle BR, indisturbati, avevano ordito la trama assassina. 

Franceschini, come è noto, era in prigione, arrestato anni prima assieme al gruppo originario delle BR. E ora ripercorre i tanti punti oscuri di questa storia esemplare di fatti, porcherie, deviazioni, manipolazioni e silenzi, forse risultato di irriferibili scambi sottobanco, Mario Moretti, il capo militare delle BR, è — a suo avviso — un capo per modo di dire. Lo è nominalmente, ma di lui, delle sue ardite giravolte, dei suoi continui viaggi in Francia, per tanto tempo si è saputo quasi niente. 
L’uomo che si credeva Lenin, vittima di un ego smisurato, culturalmente non certo in grado di tenere testa ad Aldo Moro, probabilmente è soltanto il postino delle domande compilate da altri, nella cosiddetta prigione del popolo. Forse il suggeritore era il professor Giovanni Senzani, autore di numerose nefandezze terroristiche, che la Commissione parlamentare sul sequestro e l’assassinio di Moro ha individuato come collegato ai nostri servizi segreti. 

Senza tentennamenti, Alberto Franceschini denuncia il ruolo della scuola parigina «Hyperion» e del suo conduttore Corrado Simioni. Poi attacca le manovre francesi, i sospetti di quelle inglesi, e la certezza —sono le sue parole — che «le BR hanno avuto rapporti con il Mossad, il servizio segreto israeliano». Circostanza non nuova, se ne parlò anche ai tempi di Carlo Fioroni. In sostanza, mentre nessuno sapeva ufficialmente dove si trovassero, il Mossad raggiunse le BR in tutte le fasi delle loro scorribande terroristiche. Patrizio Pesci, il pentito più noto, ne parlò a lungo con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Franceschini conferma e aggiunge: «Non ci chiesero di uccidere, ma di fare ciò che volevamo. Offrivano armi e assistenza. Il loro obiettivo dichiarato era destabilizzare l’Italia».

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