Da Mastella a Follini, l’appuntamento a Napoli. Da Nusco, dove si è ritirato a fare il sindaco, Ciriaco De Mita ridisegna lo scudo crociato 2.0.
Torna la legge proporzionale e riemerge la Balena Bianca. Da Nusco, dove si è ritirato a fare il sindaco, Ciriaco De Mita ridisegna lo scudo crociato 2.0. Consulta amici e fedelissimi, pone le basi per un ritorno in pompa magna. L’ex premier Dc soffia poche parole che lasciano il segno: «Di fronte alla liquefazione dell’equilibrio politico, abbiamo l’obbligo e il dovere di tornare alle nostre radici».
Tradotto nel linguaggio dell’«intellettuale della Magna Grecia» (copyright Gianni Agnelli), ci sono le condizioni per la nascita di una nuova Democrazia cristiana che recuperi «un pensiero politico perduto».
E proprio per questa ragione venerdì, a Napoli, a Palazzo Caracciolo, De Mita ha organizzato un evento dal titolo suggestivo: «La necessità di una coalizione popolare». L’invito, spiega Giuseppe De Mita, deputato Udc e nipote di Ciriaco, «è rivolto a tutti i popolari per ritrovarsi»...
Ovvero, tutti quei cespugli di centro, dall’Udc di Lorenzo Cesa a Centro democratico di Bruno Tabacci, passando per le creature di Raffaele Fitto, Stefano Parisi e Angelino Alfano. Non è un caso che Paolo Cirino Pomicino sia euforico quando risponde al telefono: «Certo che andrò. Spero che l’iniziativa di Ciriaco possa rimettere al centro il cattolicesimo politico. La crisi dell’Italia sta nell’avere smarrito le grandi culture del passato, ovvero quella popolare e quella socialista. Per quale motivo in Germania, in Francia e in Spagna ci sono partiti che rispondono alla tradizione del cattolicesimo popolare? Qui nessuno più si ricorda nessuno. In Germania esiste un partito che si chiama Forza Germania?». Battute a parte, anche Clemente Mastella, oggi sindaco di Benevento, che fu capo dell’ufficio stampa di De Mita, osserva con interesse i sommovimenti centristi: «Un richiamo alla nostalgia può essere importante». A fargli eco è Marco Follini: «Sono convinto che la proporzionale sottintenda i partiti. E i partiti sottintendano la ricerca di una identità». D’altro canto, aggiunge Mastella, «Mani Pulite» ci mise all’angolo e ci portò alla scomparsa. C’è stato un tempo in cui bastava dichiararsi democristiani e prendersi i peggiori insulti. Dicevano, tu sei un farabutto, tu sei un delinquente. Fu un grande errore».
Ha risposto alla chiamata di De Mita, Lorenzo Dellai, presidente del gruppo parlamentare Democrazia solidale: «La cultura politica del cattolicesimo offre spunti importanti. Uno spazio per una nuova Dc c’è». E già si ragiona sulla percentuale che un nuovo partito di centro simil Dc possa raggranellare. Mastella ritiene che «sia possibile superare quel 10% raggiunto da Mario Monti nel 2013». Anche se, precisa, «la vera questione sarà la leadership». Gerardo Bianco, altro pezzo da novanta della Dc, afferma che «il popolarismo ha un potenziale enorme ma servirebbe un Macron italiano». Eppoi c’è chi, come Calogero Mannino, democristiano doc più volte ministro, si tira indietro. «Il ritorno della Dc? Mi sembra un piccolo paragrafo della ricerca del tempo perduto della politica italiana».---
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