PS: Conte Gentiloni rimandi al mandante cotanta arroganza, ..."Voi avete creato un buco da 3,4 miliardi con le vostre marchette elettorali. E adesso io come faccio a tappare i vostri buchi? Io sono una persona seria e non voglio prendere per i fondelli il popolo, come avete sempre fatto voi. Aumenterò le accise, se sarà necessario, per non causare al popolo danni maggiori a quelli che già avete procurato voi"... ricordandogli che ..."lui"...non è più il Primo Ministro. Se non basta, in un secondo tempo, prenda in prestito la famosa battuta del Senatore Raggi..."amico mio, fatti gli cazzi tua"...!
umberto marabese
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Gentiloni diglielo in faccia a muso duro. I sottoscrittori non mollano: "Votare la manovrina? Vedremo". Questa partita fiscale sembra ormai la chiave principale per determinare la caduta di Gentiloni e la corsa verso il voto. Molto più della legge elettorale o del dibattito sul congresso del Pd. Ma Palazzo Chigi smentisce. L'ex premier chiama il ministro dell'Economia
di GOFFREDO DE MARCHISROMA - Fastidio di Palazzo Chigi. E fastidio del ministero dell'Economia. È il risultato della mozione parlamentare contro il governo Gentiloni promossa da un gruppo nutrito di deputati renziani per il possibile aumento delle accise su benzina e sigarette. Si conferma così l'incrinatura, almeno su questo fronte, tra il premier e Matteo Renzi, in un momento molto complicato per il Pd, alla vigilia della direzione di lunedì......
Al dicastero retto da Pier Carlo Padoan si predica l'understatement ("non entriamo nelle dinamiche parlamentari") ma il giudizio sul documento dei renziani è durissimo: "Fuori dalla realtà". Si ricorda infatti che Padoan è lo stesso ministro che ha sempre sostenuto il calo delle tasse in totale sintonia con Renzi. Ma oggi il bivio è molto chiaro, a prescindere dalla minaccia di una procedura d'infrazione: se si aumenta il deficit si aumenta il debito pubblico. Se sale il debito pubblico aumenta la spesa per interessi che invece, tenuta sotto controllo, ha portato 45 miliardi di risparmi negli anni 2014-2015-2016, ovvero i mille giorni renziani. Una cifra da super manovra economica nemmeno paragonabile ai 3,2 miliardi che ci chiede oggi Bruxelles.
A Gentiloni non è piaciuto l'attacco diretto mentre si trovava a Londra per parlare con Theresa May e intervenire alla London School of Economics attraverso "pensosi documenti sulle imposte", dicono con una certa ironia a Palazzo Chigi. Anche perché le 40 firme sotto la mozione sono un macigno sul lavoro di raccordo con la commissione e sulle misure da adottare per colmare l'extradeficit. Ma l'ufficio stampa di Palazzo Chigi smentisce: "E' infondata e fantasiosa qualsiasi reazione alla mozione Pd attribuita al presidente o alla presidenza del Consiglio".
Renzi, in una telefonata a Padoan, avrebbe chiarito che non si trattava di attacco al governo. L'ex premier, parlando con il ministro, avrebbe ribadito che la manovra correttiva non serve e che la rotta deve essere la stessa seguita dal suo esecutivo: le tasse non si alzano, con l'Ue si tratta fino allo sfinimento.
Roberto Giachetti, deputato gentiloniano, si limita a dire che "una mozione di quella rilevanza che coinvolge direttamente le politiche dell'esecutivo viene di solito promossa dall'intero gruppo parlamentare, non da una serie di parlamentari. Io non l'ho firmata perché non l'avevo neanche vista. Ma di regola firmo o quelle del gruppo o quelle promosse da me". Il capogruppo Ettore Rosato però non fa un dramma del documento presentato da Edoardo Fanucci. E un renziano di peso dice: "I parlamentari sono liberi di prendere l'iniziativa. Volevano marcare una distanza rispetto al messaggio che è uscito sulle accise. E forse far capire al governo che prima di prendere certe decisioni, Padoan si deve confrontare con noi".
Appeso com'è alla direzione di lunedì, il Partito democratico è in stato confusionale. Ma cosa succederebbe se l'esecutivo procedesse sulla strada tracciata da Padoan per la manovrina correttiva? I renziani della mozione voterebbero la correzione dei conti in aula? "Vediamo - dice Anna Ascani -. Se proprio dobbiamo andare avanti con questo governo e io spero al contrario che si voti prima, a giugno, Padoan venga a spiegarci di cosa parliamo. Poi discuteremo e valuteremo".
Il promotore della mozione Edoardo Fanucci prende tempo: "Siccome le tasse su benzina e sigarette cambiano tutta la politica fiscale del Pd ci vuole prima una discussione in Parlamento. Alla fine io farò il soldato e voterò come decide la maggioranza". Ma l'impressione è che questa partita fiscale sia ormai la chiave principale per determinare la caduta del governo e una corsa verso il voto. Molto più della legge elettorale o del dibattito sul congresso del Pd. E che anzi serva a impostare tutto il tono del discorso che Renzi pronuncerà lunedì.
Comunque la mozione sta diventando oggetto di scontro tra le varie anime dem. Francesco Boccia, che chiede da sempre il congresso subito.Comunque la mozione sta diventando oggetto di scontro tra le varie anime dem. Francesco Boccia, che chiede da sempre il congresso subito accanto a Michele Emiliano, parla di un testo "strumentale. È evidente che si tratta di una mozione politica che non entra nelle dinamiche economiche, sarebbe opportuno sapere se è stato il Partito ad ispirarla perché in quel caso sarebbe molto grave.
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