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giovedì 15 settembre 2016

Doping, hacker russi(?) diffondono nuovi dati "verissimi" della Wada...

Doping, hacker russi diffondono nuovi dati della Wada

PS: <<Le informazioni riguardano 25 atleti, tra cui dieci statunitensi, cinque tedeschi e cinque britannici...>> per adesso...! 
Direttore generale Olivier Niggli...il sistema usato per far saltare lo scandalo può "anche" ritenetsi azzardato, ma siccome che porta documenti di ..."carta canta"...come si usa dire qua in Italia, Lei  che ha nascosto tutti fuor una Nazione...è da galera a vita, al "coni" di ogni Nazione con le mani in pasta ergastolo e infine, quei truffaldini dei pseudi atleti....a lavorare per trent'anni in miniera.
umberto marabese
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ROMA - L'Agenzia mondiale antidoping (Wada) afferma che gli hacker russi "Fancy bears" hanno reso pubblico un altro lotto di informazioni riservate di atleti proveniente dal suo database Adams (Anti-doping administration and management system). In un comunicato pubblicato nella tarda serata di ieri sul suo sito web, la Wada spiega che i dati hackerati riguardano 25 atleti di otto paesi tra cui Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna. In particolare, le informazioni diffuse dagli hacker russi riguardano dieci atleti statunitensi, cinque tedeschi, cinque britannici, uno della Repubblica Ceca, uno della Danimarca, una della Polonia, uno della Romania e anche un atleta russo. Come comunicato il 13 settembre - spiega la Wada -, il gruppo ha illegalmente ottenuto l'accesso ad Adams tramite un account del Comitato olimpico internazionale (Cio) creato per le Olimpiadi di Rio 2016, che contiene dati medici confidenziali quali le esenzioni a fini terapeutici fornite dalle Federazioni sportive internazionali (Isf) e dalle Organizzazioni nazionali antidoping (Nado). E che ora il gruppo di hacker sta pubblicando a tranche. «La Wada non ha alcun dubbio che questi attacchi in corso siano una rappresaglia contro l'Agenzia e il sistema anti-doping mondiale, a causa della nostra indagine indipendente che ha mostrato il doping sponsorizzata dallo Stato in Russia», afferma il direttore generale Olivier Niggli.


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