Un rapporto russo all'ONU solleva la questione del futuro della Turchia. Un quadro imbarazzante sulle attività di sostegno di Erdoğan ai jihadisti .
«Sotto i nostri
occhi» - Cronaca di politica internazionale n°169
di Thierry Meyssan.
La Russia ha sollevato la questione del
futuro della Turchia, rimettendo al Consiglio di sicurezza una relazione d'intelligence
sulle attività di sostegno di quel paese a favore dei jihadisti. Il documento
include una decina di rivelazioni che mettono in questione il comportamento del
MIT. Il problema è che ciascuna delle operazioni citate si riferisce ad altre
operazioni in cui gli stessi attori hanno lavorato con gli Stati Uniti o i loro
alleati contro la Russia. Queste indicazioni d'intelligence si aggiungono a
quelle già disponibili sui legami personali del presidente Erdoğan con il banchiere
di Al-Qa'ida e sulla ricettazione da parte di suo figlio del petrolio rubato da
Daesh.
DAMASCO (Siria) - La Russia ha fatto circolare presso i membri
del Consiglio di Sicurezza dell'ONU un rapporto di intelligence sulle attività
della Turchia in favore dei jihadisti che operano in Siria [1]....
Questo documento consegna una decina di fatti che - presi uno per uno -
violano una o più risoluzioni del Consiglio.
Così facendo, la Russia mette il Consiglio davanti alle sue responsabilità
e, per estensione, diverse altre organizzazioni intergovernative. In base al
diritto, il Consiglio dovrebbe chiedere le relative prove di queste
affermazioni e convocare la Turchia per ottenere spiegazioni. Nel caso in cui fosse
stabilita la colpevolezza della Turchia, dovrebbe decidere in merito a delle
sanzioni da adottare ai sensi del capitolo VII della Carta, vale a dire ricorrendo
all'uso della forza. Da parte loro, l'Organizzazione del Trattato del Nord
Atlantico e l'Organizzazione della cooperazione islamica dovrebbero escludere dai
loro ranghi questo Stato canaglia, mentre l'Unione europea dovrebbe far cessare
i negoziati di adesione.
Tuttavia, una lettura attenta del rapporto di intelligence russo dimostra
che i capi d'accusa potrebbero far aprire ben altri fascicoli e mettere in
causa altre potenze. Quindi è più probabile che non si discuterà pubblicamente
questa relazione, ma che si negozierà a porte chiuse il futuro della Turchia.
Il
caso Mahdi Al-Harati
Nato in Libia nel 1973, Mahdi al-Harati è emigrato in Irlanda e lì si è
fatto una famiglia.
Nel maggio 2011, si trova a bordo della Mahvi
Marmara, la nave ammiraglia della "Freedom Flotilla", organizzata
dall'ONG turca IHH per consegnare aiuti umanitari a Gaza. Le imbarcazioni sono
piratate in alto mare da parte dell'esercito israeliano, provocando uno
scandalo internazionale. I passeggeri sono prelevati da Tsahal, sequestrati in
Israele e infine rilasciati [2].
L'allora primo ministro, Recep Tayyip Erdoğan, si reca in un
ospedale per confortare gli attivisti feriti. Il suo ufficio di gabinetto diffonde
una fotografia che mostra uno di loro mentre lo abbraccia come fosse suo padre.
Si tratterebbe di un turco-irlandese, El Mehdi El Hamid El Hamdi, in realtà il
libico-irlandese Mahdi al-Harati.
Nel luglio 2011, la sua casa a Rathkeale (Irlanda) viene svaligiata. La sua
compagna, Eftaima al-Najar, chiama la polizia e dice che i ladri si sono
impadroniti di preziosi gioielli egiziani e libici, oltre a 200.000 euro in banconote
da 500. Contattato al telefono, Mahdi al-Harati ha confermato alla polizia di
aver incontrato le autorità del Qatar, della Francia e degli Stati Uniti e di
aver ricevuto questa somma dalla CIA per aiutare a rovesciare Muammar
al-Gheddafi [3].
Ritornerà ancora sulle sue prime dichiarazioni, nel momento in cui la Resistenza
libica si prenderà cura del caso [4].
Nel periodo luglio-agosto 2011, comanda la Brigata di Tripoli - di cui il
fratello, Hosam al-Najjair, è ugualmente membro -, un'unità di Al-Qa'ida inquadrata
da legionari francesi, incaricata dalla NATO di prendere l'hotel Rixos [5].
Ufficialmente, l'hotel è il centro della stampa internazionale, ma l'Alleanza
è stata informata dal costruttore turco dell'edificio che ricomprende un piano
interrato, accessibile dall'esterno, dove si rifugiano vari membri della
famiglia Gheddafi e dirigenti della Jamahiriya. Per diversi giorni, combatte
assieme ai francesi contro i soldati di Khamis Gheddafi [6].
Nel settembre 2011, la NATO lo nomina come vice di Abdelhakim Belhaj,
leader storico di Al-Qa'ida diventato «governatore militare di Tripoli». Si
dimette l'11 ottobre presumibilmente dopo una lite con Belhaj [7].
Tuttavia, nel novembre 2011, a fianco di Abdelhakim Belhaj, comanda un
gruppo composto da 600-1500 jihadisti di Al-Qa'ida in Libia - ex membri del
Gruppo combattente islamico in Libia (LIFG) - che vengono registrati come
rifugiati e trasportati via mare in Turchia sotto la supervisione di Ian
Martin, ex segretario generale della Fabian Society e di Amnesty International,
diventato rappresentante speciale di Ban Ki-moon.
Arrivati in Turchia, i jihadisti sono trasferiti in autobus, scortati dal
MIT (servizi segreti turchi), verso la Siria. Si stabiliscono a Jabal al-Zouia
dove creano per conto della Francia l'Esercito siriano libero (ESL). Per quasi
due mesi, Abdelhakim Belhaj e Mahdi al-Harati ricevono tutti i giornalisti
occidentali che cercano di coprire l'evento passando dalla Turchia presso quel
che trasformano in un "villaggio Potemkin" [8].
Il gabinetto del primo ministro Erdoğan li mette in contatto con dei
contrabbandieri che li trasportano in moto a Jabal al-Zouia. Là, vedono con i propri
occhi migliaia di persone manifestare «contro la dittatura di Bashar al-Assad e
per la democrazia». Una vota conquistata, la stampa occidentale deduce che ci
sia una rivoluzione, fino a quando un giornalista del quotidiano spagnolo ABC, Daniel Iriarte, constata che i
manifestanti non sono in maggioranza siriani, mentre riconosce i loro capi
libici Abdelhakim Belhaj e Mahdi al-Harati [9].
Poco importa, lo spettacolo della Brigata dei falchi del Levante (Suqour
al-Sham Brigade) ha avuto il suo effetto. Il mito di un ESL composto da «disertori
dell'Esercito arabo siriano» è ormai nato e i giornalisti che lo hanno
alimentato non riconosceranno mai di essere stati ingannati.
Nel settembre 2012, Mahdi al-Harati raggiunge la Libia per ragioni mediche,
non senza aver prima formato con suo cognato un nuovo gruppo di jihadisti, Liwa
al-Umma (la Brigata della Umma) [10].
Nel marzo 2014, Mahdi al-Harati scorta un nuovo gruppo di jihadisti libici
che arrivano in Turchia via mare. Secondo il rapporto dell'intelligence russa,
è preso in consegna dal numero 2 del regime, Hakan Fidan, il capo del MIT (servizi
segreti), che è stato appena reintegrato nelle sue funzioni. Si uniscono a Daesh
dal punto di frontiera di Barsai. Questa decisione fa seguito a un incontro organizzato
a Washington dalla consigliera nazionale di sicurezza Susan Rice, con i capi dei
servizi segreti del Golfo e della Turchia al fine di affidare loro la
continuazione della guerra contro la Siria, possibilmente senza dover
utilizzare Al-Qa'ida e Daesh [11].
Nell'agosto 2014, Mahdi al-Harati è "eletto" sindaco di Tripoli
con l'appoggio del Qatar, del Sudan e della Turchia. Dipende dal governo di
Tripoli, dominato dai Fratelli Musulmani e ripudia quello di Tobruk, sostenuto
dall'Egitto e dagli Emirati Arabi Uniti.
Il percorso di Mahdi al-Harati attesta i legami tra Al-Qa'ida in Libia, Esercito
siriano libero, Daesh e la Fratellanza Musulmana, riducendo a nulla la teoria
di una rivoluzione democratica in Siria. Dimostra anche il sostegno che questa
rete ha beneficiato da parte degli Stati Uniti, della Francia e della Turchia.
Il
trasferimento di combattenti di Daesh dalla Siria allo Yemen
Il rapporto dell'intelligence rivela che i servizi segreti turchi hanno
organizzato il trasferimento di combattenti di Daesh dalla Siria allo Yemen. A
seconda dei casi potrebbero essere stati trasportati in aereo o in nave verso
Aden.
Questa imputazione era già stata formulata, il 27 ottobre 2015, dal
portavoce dell'Esercito arabo siriano, il generale Ali Mayhub. A suo dire,
almeno 500 jihadisti di Daesh erano stati aiutati dal MIT turco a recarsi in Yemen.
Erano stati caricati su due aerei della Turkish
Airlines, uno della Qatar Airways
e uno della Emirates. Arrivati ad
Aden, i jihadisti sono stati divisi in tre gruppi. il primo è andato allo
stretto di Bab el-Mandel, il secondo a Marib, e il terzo è stato inviato in
Arabia Saudita.
Queste informazioni, che erano state largamente sviluppate dai media arabi
filo-siriani, sono state ignorate dalla stampa occidentale. Dal lato yemenita,
il generale Sharaf Luqman, portavoce di soldati fedeli all'ex presidente Saleh,
ha confermato l'accusa siriana e ha aggiunto che i jihadisti in Yemen sono
stati accolti dai mercenari della Blackwater
Academi.
Il trasferimento dei combattenti di Daesh da un teatro operativo all'altro attestano
il coordinamento delle operazioni in Siria e in Yemen. Mette in causa Turchia,
Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Blackwater
Academi.
Il
"villaggio tartaro"
Il rapporto di intelligence russo evoca anche il caso del "villaggio
tartaro", un gruppo etnico tartaro, inizialmente basato ad Antalya, poi trasferito
dal MIT più a nord, a Eskişehir. Anche se specifica che include i combattenti
di Al-Qa'ida e che aiuta i combattenti islamisti in Siria, non spiega né il
motivo per cui questo gruppo sia stato spostato più lontano dalla Siria, né
quali siano le sue specifiche attività.
I tartari costituiscono la seconda minoranza russa e sono molto rari quelli
che aderiscono all'ideologia jihadista dei Fratelli Musulmani o dello
Hizb-ut-Tahrir.
- Tuttavia, nel marzo 2012, islamisti arabi del Tatarstan hanno devastato
una mostra sulla Siria «culla della civiltà» al Museo di Kazan. Poco tempo dopo,
il 5 agosto 2012, dei jihadisti, sia arabi sia tartari, si incontrano segretamente
a Kazan, compresi i rappresentanti di Al-Qa'ida.
- Nel dicembre 2013, gli jihadisti tatari pan-turchisti del movimento
Azatlyk (Libertà), lasciano il teatro siriano per raggiungere l'Ucraina e assicurare
il servizio d'ordine in piazza, nella EuroMaidan di Kiev, in attesa del colpo
di Stato; intanto altri militanti della stessa organizzazione manifestavano a
Kazan.
- Il 1 ° agosto 2015, un Congresso Mondiale di Tatari è organizzato ad
Ankara con il sostegno e la partecipazione dei governi ucraino e turco. È
presieduto da un famoso agente della CIA durante la guerra fredda, Mustafa
Abdülcemil Qırımoğlu (Cemilev), e decide di creare una " Brigata musulmana
internazionale" per "liberare" la Crimea. Cemilev viene senza
indugio ricevuto ufficialmente dal presidente Erdoğan [12].
La Brigata dispone di un'installazione a Kherson (Ucraina). Organizza vari
atti di sabotaggio in Crimea, tra cui un gigantesco black-out (che interrompe
la corrente dall'Ucraina), dopo di che, non riuscendo a entrare massicciamente
in Russia, va a rafforzare le truppe ucraine nel Donbass.
Se il Consiglio di sicurezza si mettesse a scavare sulla questione del
"villaggio tartaro", non mancherebbe di osservare che gli Stati
Uniti, la Turchia e l'Ucraina sponsorizzano i jihadisti tatari in Siria, in
Crimea e nel Tatarstan, compresi membri di Al-Qa'ida e di Daesh.
I
turcomanni della Brigata Sultan Abdulhamid
Anche se la Turchia non ha mosso un dito per soccorrere i turcomanni
iracheni massacrati da Daesh, si è appoggiata sui turcomanni siriani contro la
Repubblica araba siriana. Sono organizzati dai "Lupi grigi", un partito
politico paramilitare turco, storicamente legato ai servizi segreti della NATO
nella loro lotta contro il comunismo (la rete "Gladio"). Sono loro,
per esempio, ad aver organizzato il tentato assassinio di Papa Giovanni Paolo
II nel 1981 [13].
I Lupi grigi sono presenti in Europa, soprattutto in seno ai
socialdemocratici belgi e ai socialisti olandesi. Hanno installato un
coordinamento europeo a Francoforte. In realtà non sono un partito in sé, ma
formano l'ala paramilitare del Partito d'azione nazionalista (MHP Milliyetçi
Hareket Partisi).
Le Brigate turcomanne organizzano con il MIT il saccheggio delle fabbriche di
Aleppo. Esperti turchi vanno a smantellare le macchine utensili che vengono
spedite e riassemblate in Turchia. Contemporaneamente, occupano la zona di
confine della Turchia, dove il MIT installa e controlla i campi di addestramento
dei jihadisti.
Nel novembre 2015, è la star dei turcomanni siriani, il turco Alparslan
Çelik -membro dei Lupi grigi e uno dei comandanti della Brigata Sultan
Abdoulhamid -, a dare l'ordine di abbattere i due piloti del Sukhoi-24 distrutto
poc'anzi dai caccia turchi assistiti da un AWACS saudita. Uno di loro sarà
effettivamente fucilato.
Risulta che, nel 1995, i Lupi grigi avevano organizzato, con la società
immobiliare turco-statunitense Celebiler isaat (che finanzia le campagne
elettorali di Hillary Clinton), un vasto reclutamento di 10.000 jihadisti per
andare a combattere in Cecenia. Una base di addestramento fu installata nella
cittadella universitaria di Top Kopa a Istanbul. Uno dei figli del generale Dzhokhar
Dudayev dirigeva il trasferimento dalla Turchia attraverso l'Azerbaigian a
fianco del MIT.
Il rapporto di intelligence russo ha rivelato che il MIT ha costituito la
Brigata Sultan Abdoulhamid -che comprende le principali milizie turcomanne - e che
essa ha addestrato i propri membri presso la base di Bayır-Bucak sotto la
direzione di istruttori delle forze d'intervento speciale dello stato maggiore
dell'esercito turco e del MIT. Precisa che la Brigata turcomanna collabora con
Al-Qa'ida.
Ogni ricerca un po' più approfondita avrebbe portato il Consiglio di
Sicurezza a riaprire vecchi fascicoli criminali e a constatare collegamenti tra
la Brigata Sultan Abdoulhamid, i Lupi grigi, la Turchia, gli Stati Uniti e Al-Qa'ida.
L'IHH
e İmkander
Il rapporto di intelligence russo rivela il ruolo di tre ONG umanitarie
turche nella fornitura di armi ai jihadisti, IHH, İmkander e Öncü Nesil. La Dichiarazione
finale del Gruppo di sostegno internazionale alla Siria (ISSG), riunito a
Monaco di Baviera l'11 e il 12 febbraio, sembra confermare questa accusa, poiché
stabilisce che d'ora in poi gli Stati Uniti e la Russia vigileranno affinché i
convogli umanitari in Siria trasportino solo materiali umanitari. Fino ad
allora, il governo di Damasco e la stampa accusavano costantemente le ONG di
sostenere i jihadisti, ma non venivano ascoltati. A settembre 2012, una nave da
carico noleggiata dal IHH trasportatova armi alla Siria, a nome dei Fratelli
Musulmani [14].
Conosco soltanto le prime due delle organizzazioni citate.
La IHH è un'associazione fondata e animata dal Partito della Prosperità
turco (Refah) di Necmettin Erbakan, ma senza collegamento statutario o organico
con esso. Fu dapprima registrata in Germania a Friburgo nel 1992 con il nome di
Internationale Humanitäre Hilfe
(HHI), poi in Turchia, a Istanbul, nel 1995, sotto il nome di İnsani Yardım Vakfı. Poiché il suo nuovo acronimo era
İYV e non IHH, ha fatto precedere il suo
nome da İnsan Hak ve Hürriyetleri, vale a dire, in
turco, "Diritti umani e libertà". Sotto l'apparenza di aiuti
umanitari ai musulmani della Bosnia e dell'Afghanistan, li ha riforniti di armi,
cosa che s'inscriveva nella strategia della NATO. Successivamente, ha sostenuto
militarmente l'Emirato islamico di Ichkeria (Cecenia) [15].
Nel 2006, ha organizzato presso la moschea Fatih di Istanbul dei grandi
funerali, senza il corpo ma con decine di migliaia di attivisti, alin onore del
jihadista ceceno Shamil Basayev, che era stato appena ucciso dalle forze russe
dopo il massacro di cui era stato il mandante nella scuola di Beslan [16].
L'IHH ha acquisito una fama mondiale organizzando con l'AKP (successore del
Refah) la "Freedom Flotilla", che doveva portare aiuti umanitari a
Gaza rompendo il blocco israeliano, ancora una volta con l'approvazione della
Casa Bianca che cercava di umiliare il primo ministro Benjamin Netanyahu. Tra i
passeggeri della flottiglia si trovava il sunnominato Mahdi al-Harati. Il
rapporto della Commissione delle Nazioni Unite presieduta da Geoffrey Palmer
conferma che, contrariamente a quanto dichiarato, la flottiglia non trasportava
alcun carico umanitario. Il che porta a concludere che l'IHH sapeva che non
sarebbe mai arrivata a Gaza e solleva la questione degli obiettivi reali di
questa spedizione.
Il 2 gennaio 2014, la polizia turca -che arriva a interpellare i figli di
tre ministri e il direttore di una grande banca per riciclaggio di denaro - intercetta
un camion di armi dell'IHH destinato ai jihadisti siriani [17].
Successivamente, perquisisce la sede dell'IHH. Convoca nei suoi uffici
Halis B., sospettato di essere il leader di Al-Qa'ida in Turchia, e Ibrahim Ş., comandante in seconda dell'organizzazione per il Vicino
Oriente [18].
Il governo riesce a licenziare i poliziotti e fa liberare i sospetti.
İmkander (in turco Fratellanza, con riferimento ai Fratelli Musulmani) è
un'altra associazione "umanitaria", fondata nel 2009 a Istanbul. Si è
specializzata nell'assistenza ai ceceni e nella difesa dei jihadisti del
Caucaso. Così ha organizzato una campagna mediatica in Turchia, quando il
rappresentante di Doku Umarov (l'auto-proclamato "Emiro del
Caucaso"), Berg-Khazh Musaev (detto Emir Khamzat) viene assassinato a
Istanbul. All'epoca, il FSB si considerava in guerra contro gli Stati che
sostenevano militarmente i jihadisti e non esitava a liquidarli in questi paesi
(come Zelimkhan Yandarbiyev in Qatar, e Umar Israilov in Austria). İmkander
organizzò un grande funerale alla moschea Fatih di Istanbul.
Il 12 e il 13 maggio 2012, con l'appoggio del comune di Istanbul, İmkander organizzò
un congresso internazionale - nella
tradizione dei congressi della CIA durante la guerra fredda - per sostenere gli
indipendentisti del Caucaso. Al termine della manifestazione, fu creato in modo
permanente il Congresso dei Popoli del Caucaso che riconosceva l'unica autorità
dell'Emirato del Caucaso di Doku Umarov. I delegati accusarono l'Impero russo,
l'Unione Sovietica e la Federazione russa di aver praticato il genocidio dei
caucasici. In un video, l'emiro Doku Umarov faceva appello a tutti i popoli del
Caucaso affinché si unissero al jihad. La Russia ha reagito vivacemente [19].
Nel 2013, la Russia ha chiesto al Comitato delle sanzioni 1267/1989 del
Consiglio di sicurezza di collocare İmkander sulla lista delle organizzazioni
legate ad Al-Qa'ida. Il Regno Unito, la Francia e il Lussemburgo si sono
opposti [20]. In effetti, se İmkander rivendica di sostenere politicamente Al-Qa'ida
nel Caucaso, la Russia non ha portato prove che fossero ritenute sufficienti da
parte dell'Occidente in merito alla partecipazione alle operazioni militari.
Queste due ONG sono direttamente coinvolte nel traffico di armi nel caso
dell'IHH e nel sostegno politico nel caso di İmkander. Dispongono del sostegno
dell'AKP, il partito che il presidente Erdoğan ha creato per
sostituire il Refah bandito dalla Corte costituzionale.
Che fare del
rapporto di intelligence russo?
È poco probabile che il Consiglio di sicurezza esamini il rapporto di
intelligence russo. La questione del ruolo dei servizi segreti è di solito
trattata in segreto. In ogni caso, gli Stati Uniti dovranno chiarire che cosa
intendano fare del loro alleato turco che è stato preso in castagna nel violare
le risoluzioni del Consiglio.
Questi dati d'intelligence si aggiungono a quelli già disponibili sui
legami personali del presidente Erdoğan con Yasin al-Qadi, il banchiere di Al-Qa'ida
[21], e sul ruolo del figlio Bilal nel
commercio del petrolio rubato da Daesh [22].
Indubbiamente, le spacconate turche che annunciano una possibile invasione
militare in Siria sono solo un diversivo. In ogni caso, se scoppiasse una
guerra tra la Turchia e la Russia, questo rapporto di intelligence sarebbe
sufficiente a privare Ankara del sostegno dell'Alleanza atlantica (articolo 5
della Carta della NATO).
NOTE
[1] «Rapport de renseignement russe sur l'aide actuelle turque à
Daesh», Réseau Voltaire, 18 février
2016.
[2] «Flottiglia della Libertà: il dettaglio
che Netanyahu ignorava», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 27 giugno
2010.
[3] "Tinker raiders,
Soldier, Spy", Sunday World, November 7, 2011.
[4] "Dublin man
denies receiving funds from US to assist overthrow of Gadafy", Mary
Fitzgerald, Irish Times, November 22, 2011.
[5] "Irish Libyans
join rebels trying to oust Gadafy", Paulo Nunes Dos Santos, Irish
Times, August 13, 2011.
[6] Secondo il suo ordine di missione, determinato
in occasione di una riunione segreta dell'Alleanza a Napoli alla quale
partecipava Alain Juppé, Mahdi Al-Harati doveva approfittare della confusione al
Rixos per eliminarmi.
[7] "Libyan-Irish
commander resigns as deputy head of Tripoli military council", Mary
Fitzgerald, Irish Times, October 11, 2011.
[8] Nel XVIII secolo, il ministro russo
Grigori Potemkin fece erigere delle lussuose facciate in cartapesta per
mascherare la povertà dei villaggi in occasione della visita dell'imperatrice
Caterina II in Crimea. Da allora, l'espressione «villaggio Potemkin» designa la
creazione d'un luogo fittizio a fini di propaganda.
[9] «Islamistas
libios se desplazan a Siria para "ayudar" a la revolución», Daniel Iriarte, ABC, 17 de
diciembre de 2011.
[10] "Irish Syrian
fighters pass on lessons of revolution", Mary Fitzgerald, Irish Times,
August 1, 2012.
[11] "Spymasters
gather to discuss Syria", David Ignatius, Washington Post, February
19, 2014.
[12] «L'Ukraine et la Turquie créent une Brigade internationale
islamique contre la Russie»,
par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 12 août 2015.
[13] Si trattava di costringere la Santa
Sede ad abbandonare l'Ostpolitk che il cardinale segretario di Stato Agostino
Casaroli perseguiva nella stessa ottica di Willy Brandt.
[14] "Brotherhood
'buying influence with arms'", Sheera Frenkel The Times,
September 14, 2012.
[15] «The role of
Islamic charities in international terrorist recruitment and financing», Evan F.
Kohlmann, Danish Institute for International Studies, 2006.
[16] "Turkey pays
homage to Basayev", IHH, July 14, 2006.
[17] «La polizia turca ha sequestrato un carico
di armi per la Siria», Rete Voltaire, 5 gennaio 2014.
[18] «La giustizia turca accusa l'IHH di
legami con al-Qaida», Rete Voltaire, 23 gennaio 2014.
[19] «De "la Conférence Internationale sur le Caucase" à
Istanbul», in «Le
briefing d'A.K. Loukachevitch, porte-parole du Ministère des Affaires étrangères
de la Russie, le 18 mai 2012».
[20] "Commentaire du Département de l'Information et de la Presse
du Ministère des Affaires étrangères de la Russie sur une demande russe
adressée au Comité des sanctions du Conseil de sécurité de l'ONU contre
Al-Qaïda", Ministère des
Affaires étrangères de la Fédération de Russie, 12 septembre 2013.
[21] «Erdoğan ha ricevuto
segretamente il banchiere di al-Qaida»; «Al Qa'ida, eterno complemento della Nato», di Thierry Meyssan, Al-Watan
(Siria) , Rete Voltaire, 5 e 6 gennaio 2014.
[22] «Il ruolo della famiglia Erdogan nel
Daesh», Rete
Voltaire, 4 agosto 2015; «La Russia presenta le prove sul
traffico petrolifero dello Stato islamico con la Turchia», di Valentin Vasilescu, Rete
Voltaire, 5 dicembre 2015.
Thierry Meyssan, 20
febbraio 2016.
Traduzione a cura
di Matzu Yagi.
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=125350&typeb=0&ecco-come-la-turchia-sostiene-i-jihadisti
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