PS: <<Già il fatto che, probabilmente si è sempre fatto così....oltre a una buona dose di superbia, pressapochismo, di senso dell'impunità!!! In Piemonte, in provincia di Torino siamo stufi dei soliti personaggi che dedicatesi, bontà loro, alla politica, devono sempre avere un posto da qualche parte: funzionario, consigliere, sindaco....Basta. Fazzone si dimetta e anche gli altri incompetenti responsabili della raccolta delle firme...>>..."noi siamo del Pd...e voi non siete un c...o!"...
umberto marabese
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Un risvolto tutt'altro che remoto dell'inchiesta sulle presunte irregolarità elettorali in Regione è la decadenza della formazione dem di Torino. Fuori, tra gli altri, Laus, Boeti e Gariglio, ma Chiamparino conserverebbe la maggioranza. E a quel punto?
E se decadessero gli otto consiglieri regionali del Pd eletti a Torino, pur rimanendo in piedi la legislatura di Sergio Chiamparino? Fantapolitica? No. Potrebbe essere uno degli scenari che si determinerebbe al termine delle indagini sulle irregolarità nella presentazione delle liste del centrosinistra alle scorse Regionali. Addirittura il più probabile secondo alcune fonti giuridiche autorevoli interpellate dallo Spiffero. Se è vero, infatti, che i giudici amministrativi, valutando ammissibile gran parte del ricorso dellaLega Nord, si sono concentrati sugli effetti di una eventuale decadenza del listino maggioritario (a quel punto verrebbe annullato l’esito delle urne) è altrettanto vero che una delle liste più a rischio è proprio quella provinciale del Pd di Torino, la stessa, tanto per intenderci, che ha eletto gli attuali presidente e vicepresidente del Consiglio Mauro Laus e Nino Boeti, il segretario e capogruppo dem Davide Gariglio, l’assessore al Lavoro Gianna Pentenero, il vicesegretario provinciale del partito Daniele Valle e ancora Raffaele Gallo, Andrea Appiano ed Elvio Rostagno. Pezzi da novanta che potrebbero ritrovarsi estromessi dal parlamentino subalpino, mentre la legislatura va avanti....
Tre sono, allo stato attuale, le contestazioni che vengono mosse nel procedimento penale e che presto potrebbero ribaltarsi anche di fronte al Tar, il quale – va detto – con buona pace di Chiamparino, molto difficilmente emetterà una sentenza il 9 luglio “o giù di lì”, semmai quello sarà il momento in cui il procedimento amministrativo entrerà nel vivo, giacché finora i giudici amministrativi hanno svolto solo una valutazione di carattere preliminare, accertando i tempi dei ricorsi e disquisendo sul numero di sottoscrizioni per ogni singola lista e dei meccanismi di ripartizione dei seggi. Si diceva, le tre contestazioni: 1) Il sottoscrittore ha firmato senza la presenza dell’autenticatore. 2) Il sottoscrittore non ha riconosciuto la propria firma e quindi in questo caso la firma è palesemente falsa. 3) La firma dell’autenticatore risulta falsificata. Quest’ultimo è proprio il caso che riguarda l’ex consigliere provinciale Pasquale Valente, di cui una perizia ha accertato la falsità della propria firma, che peraltro lo stesso ha disconosciuto. Si tratta, solo per il caso-Valente, di 24 elenchi da 25 firme ciascuno: 600 firme, divise più o meno equamente tra la lista provinciale del Pd e il listino di Chiamparino.
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