«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°62
Gli
occidentali piangono la morte di Nelson Mandela con più tristezza di
quanta ne manifestino gli Africani. Questo lutto è un modo di
liquidare l'ideologia coloniale e i crimini che sono stati commessi in
suo nome. Ma è incomprensibile che questo torrente di omaggi finisca
per trascurare la persistenza di uno stato razzista, fondato
storicamente come il Sud Africa, secondo la visione del mondo di
Cecil Rhodes, il teorico dell'«imperialismo
germanico».
L'esempio di Mandela resta da seguire.
La foto in alto:
11
aprile 1975, a Gerusalemme presso la residenza del Primo Ministro. Da
sinistra a destra: Eschel Rhoodie (direttore sudafricano della
Propaganda), Yitzhak Rabin (il primo ministro israeliano), Henrik van
den Bergh (direttore del servizio segreto sudafricano) e Shimon Peres
(ministro della Difesa israeliano).
L'opera
di Nelson Mandela si celebra ovunque nel mondo in occasione della sua
morte. Ma a cosa serve il suo esempio se accettiamo che possa
perdurare in uno Stato - Israele - l'ideologia razziale che lui
aveva sconfitto in Sud Africa?
Il
sionismo non è un frutto del giudaismo, che anzi gli fu a lungo
ferocemente contrario......
È semmai un progetto imperialista nato in seno all'ideologia puritana britannica. Nel XVII secolo, Lord Cromwell rovesciò la monarchia inglese e proclamò la Repubblica. Instaurò una società egualitaria e intese ampliare quanto più possibile la potenza del suo paese. Per questo, sperava di stringere un'alleanza con la diaspora ebraica che sarebbe diventata l'avanguardia dell'imperialismo britannico. Autorizzò quindi il ritorno degli ebrei in Inghilterra, da cui erano stati cacciati quattrocento anni prima, e annunciò che avrebbe creato uno stato ebraico, Israele. Tuttavia, morì senza essere riuscito a convincere gli ebrei a partecipare al progetto.
È semmai un progetto imperialista nato in seno all'ideologia puritana britannica. Nel XVII secolo, Lord Cromwell rovesciò la monarchia inglese e proclamò la Repubblica. Instaurò una società egualitaria e intese ampliare quanto più possibile la potenza del suo paese. Per questo, sperava di stringere un'alleanza con la diaspora ebraica che sarebbe diventata l'avanguardia dell'imperialismo britannico. Autorizzò quindi il ritorno degli ebrei in Inghilterra, da cui erano stati cacciati quattrocento anni prima, e annunciò che avrebbe creato uno stato ebraico, Israele. Tuttavia, morì senza essere riuscito a convincere gli ebrei a partecipare al progetto.
L'impero
britannico da allora non ha smesso di sollecitare la diaspora ebraica
e di proporre la creazione di uno stato ebraico, come fece Benjamin
Disraeli, primo ministro della regina Vittoria alla Conferenza di
Berlino (1884).
Le cose cambiarono con il teorico dell'imperialismo
britannico, il «molto
onorevole» Cecil Rhodes -
il fondatore dei diamanti De Beers e della Rhodesia - che trovò in
Theodor Herzl il lobbista di cui aveva bisogno.
I due uomini si
scambiarono una fitta corrispondenza la cui riproduzione fu vietata
dalla Corona in occasione del centenario della morte di Rhodes. Il
mondo doveva essere dominato dalla «razza
germanica» (ossia secondo
loro gli inglesi, irlandesi inclusi, gli statunitensi e canadesi, gli
australiani e neozelandesi e i sudafricani), che dovevano estendere
il loro impero conquistando nuove terre con l'aiuto degli ebrei.
Theodor
Herzl non solo era riuscito a convincere la diaspora a partecipare a
questo progetto, ma rovesciò il parere della sua comunità
utilizzando i suoi miti biblici. Lo Stato ebraico non sarebbe stato
una terra vergine in Uganda o in Argentina, ma in Palestina, con
Gerusalemme come sua capitale. Ne deriva che l'attuale Stato di
Israele sia il figlio tanto dell'imperialismo quanto dell'ebraismo.
Israele,
fin dalla sua proclamazione unilaterale, si è rivolto verso il Sud
Africa e la Rhodesia, gli unici Stati assieme ad esso che
manifestavano il colonialismo di Rhodes.
Poco
importa da questo punto di vista che gli Afrikaneers avessero
sostenuto il nazismo, perché si erano nutriti con la stessa visione
del mondo. Benché il primo ministro John Vorster fece viaggi
ufficiali nella Palestina occupata solo nel 1976, già nel 1953
l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva condannato «l'alleanza
tra il razzismo sudafricano e il sionismo».
I due Stati lavorarono con una collaborazione stretta tanto in
materia di manipolazione dei media occidentali, quanto nei trasporti
per aggirare l'embargo, o ancora per sviluppare la bomba atomica.
L'esempio
di Nelson Mandela dimostra che è possibile superare questa ideologia
e ottenere la pace civile. Oggi Israele è l'unico erede al mondo
dell'imperialismo alla maniera di Cecil Rhodes. La pace civile
presuppone che israeliani e palestinesi trovino il loro De Klerk e il
loro Mandela.
Thierry
Meyssan, 8 dicembre 2013.
Traduzione a cura di Matzu Yagi.
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