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martedì 8 ottobre 2013
Napolitano sulle carceri : "Il sovraffollamento cronico è incostituzionale"... ...le "iene" (M5S) pronte a dividersi il piatto" Berlusconi", con gli "avvoltoi" (Pd).....
PS: << Carceri, messaggio di Napolitano alle Camere: “Valutare amnistia e indulto”. M5S:"Salvacondotto per Berlusconi". Cancellieri:" E' falso". Il Pd:"Restino esclusi i reati fiscali".
...le "iene" (M5S) pronta a dividersi il piatto" Berlusconi", con gli "avvoltoi" (Pd)...>>
umberto marabese
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Valutare l’amnistia o l’indulto. Lo scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio alle Camere sul tema del sovraffollamento carcerario. Napolitano pone al Parlamento “con determinazione e concretezza la questione scottante” dell’emergenza dei penitenziari, “da affrontare in tempi stretti”, perché il sovraffollamento nei penitenziari “viola i principi costituzionali“. E’ un “intollerabile abisso” che c’è tra le carceri e i principi della Carta. Si tratta, ha aggiunto Napolitano, di una questione “drammatica”. Napolitano aggiunge di aver “dovuto mettere in evidenza come la decisione della Corte di Strasburgo rappresenta la mortificante conferma della perdurante incapacità del sistema italiano di garantire i diritti elementari e la sollecitazione pressante ad imboccare una strada efficace”. Napolitano cita anche i dati ufficiali sulla popolazione carceraria: nel 2011 in carcere si trovavano 64.758 detenuti con una capienza di 47.615 posti. ”L’Italia – ha spiegato il capo dello Stato – viene a porsi in una condizione umiliante sul piano internazionale per violazione dei principi sul trattamento umano dei detenuti”.
Amnistia, indulto, entrambe, ma anche strumenti alternativi......
Napolitano spinge a fondo sulla necessità di utilizzare più strumenti, a partire, con le loro peculiarità, dall’indulto e l’amnistia ma perseguendo anche innovazioni di carattere strutturale e puntando sull’aumento della capienza complessiva degli istituti penitenziari. Tra queste anche una “decisiva depenalizzazione” oltre all’applicazione di pene alternative alla cella: domiciliari o servizi sociali, per esempio. Ma anche “messa alla prova come pena principale”, con la possibilità di iniziare “da subito un percorso di reinserimento” e “riduzione dell’area applicativa della custodia cautelare in carcere”. Per gli stranieri, inoltre, la possibilità di scontare la pena nei loro paesi d’origine.
Resta però che “il combinato disposto di amnistia e indulto potrebbe favorire una significativa riduzione della popolazione carceraria”. Il capo dello Stato chiarisce che l’indulto inciderà sulla popolazione carceraria mentre l’amnistia può accelerare i tempi della giustizia e incidere anche sulla custodia cautelare. Quanto all’amnistia, scrive il Quirinale, “di fronte agli obblighi costituzionali e ad un imperativo morale e giuridico penso sia venuto il momento di rivedere le perplessità sull’adozione di atti di clemenza generali. Sull’amnistia non ritengo che il presidente della Repubblica possa indicare la perimetrazione della legge di clemenza, cosa che rientra nelle esclusive competenze del Parlamento e di chi eventualmente avanzerà una proposta di legge in materia”. “Fermo restando l’esclusione dall’amnistia dei reati di particolare allarme sociale come la violenza contro donne – aggiunge Napolitano – non ritengo che il capo dello Stato debba indicare le singole fattispecie da escludere: la perimetrazione dell’amnistia rientra nelle competenze esclusive Parlamento”.
“Risolvere la questione è una necessità inderogabile”
Ad ogni modo – precisa il presidente – quale che sia, serve un intervento d’urgenza, spiega Napolitano. “Sottopongo all’attenzione del Parlamento – scrive il presidente della Repubblica – l’inderogabile necessità di porre fine ad uno stato di cose che ci rende corresponsabili delle violazioni contestate all’Italia dalla Corte di Strasburgo. Esse si configurano come un’inammissibile allontanamento dai principi e dall’ordinamento si cui si basa l’integrazione europea”. La sentenza pilota della Corte europea da cui è partito Napolitano è quella che nel maggio scorso ha condannato l’Italia a risolvere, entro il maggio prossimo, il problema del sovraffollamento negli istituti di pena e a prevedere i rimborsi per i detenuti vittime del problema. L’Italia non può più opporsi in alcun modo alla richiesta che le viene dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, perché la Corte di Strasburgo ha rigettato il suo appello, confermando il verdetto contro l’Italia che aveva già emesso l’8 gennaio scorso. Nella sentenza i giudici condannano l’Italia per aver sottoposto 7 detenuti del carcere di Busto Arsizio e di Piacenza a condizioni inumane e degradanti: condividevano celle di 9 metri quadri con altri due carcerati e non avevano sempre accesso alle docce dove spesso mancava l’acqua calda. La Corte oltre ad aver condannato l’Italia a risarcirli con quasi 90mila euro, ha dato al governo un anno di tempo per risolvere il problema del sovraffollamento dei penitenziari.
Leghisti scuotono la testa, Cinque Stelle non applaudono
Il messaggio è stato letto nelle Aule del Senato e della Camera dai presidenti Piero Grasso e Laura Boldrini. I deputati della Lega Nord, quando la Boldrini ha letto il passaggio sull’indulto, hanno scosso la testa. Giancarlo Giorgetti, il capogruppo, si è messo le mani alla fronte. Applausi invece dai banchi del Pdl quando la stessa presidente di Montecitorio ha pronunciato la parola amnistia. “E’ iniziata la lettura del messaggio di Napolitano alle Camere – scrive il capogruppo uscente della Camera del Movimento Cinque Stelle, Riccardo Nuti su facebook – è il primo passo verso l’amnistia a Berlusconi con la scusa di risolvere il sovraffollamento delle carceri”. Solo i deputati di M5S non hanno applaudito al termine della lettura del messaggio a Montecitorio. I deputati di tutti gli altri gruppi, invece, hanno battuto le mani.
Primo messaggio alle Camere in 8 anni
Il messaggio sullo stato delle carceri consegnato alle Camere è il primo in 8 anni per il presidente Napolitano. L’inquilino del Quirinale aveva concluso il primo settennato senza alcun messaggio. A pochi mesi dalla sua rielezione al Quirinale ha scelto di inviare al dibattito parlamentare un messaggio su un tema particolarmente che è quello del sovraffollamento delle carceri. Si tratta del suo primo messaggio al Parlamento in quasi otto anni di permanenza al Quirinale. Una mossa inaspettata ma che nasce da lontano. Da tempi non sospetti Napolitano si interessa al degrado carcerario e chiede alle forze politiche di interessarsi al problema nonostante la difficoltà che presenta il varo di un provvedimento – amnistia o indulto – che necessita di una maggioranza di due terzi del Parlamento. Di recente il presidente della Repubblica era tornato con forza sul tema. “Pongo al Parlamento un interrogativo – aveva detto il capo dello Stato durante la visita al carcere di Poggioreale - se esso ritenga di prendere in considerazione la necessità di un provvedimento di clemenza, di indulto e di amnistia”.
Sono 11 anni che le Camere non aprivano un dibattito su un messaggio presidenziale: l’ultimo fu infatti nel 2002 quando Carlo Azeglio Ciampi investì le Camere del tema della libertà di informazione (l’anno successivo rispedì peraltro alle Camere la legge Gasparri sulle telecomunicazioni).
Amnistia, indulto e gli effetti sul caso Berlusconi
Resta da capire come un atto di clemenza potrebbe incidere sulle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi. Per quanto riguarda l’amnistia, disciplinata dall’articolo 151 del codice penale, “estingue il reato, e, se vi è stata condanna, fa cessare l’esecuzione della condanna e le pene accessorie” e, per effetto e nei limiti dell’articolo 210 dello stesso codice, “impedisce l’applicazione delle misure di sicurezza e ne fa cessare l’esecuzione”. Pertanto un’amnistia potrebbe risolvere in parte i problemi giuridici del leader del Pdl, almeno per quanto riguarda la condanna passata in giudicato relativa ai 4 anni per la frode fiscale nel processo Mediaset. Rimarrebbero scoperti però gli altri processi in dirittura d’arrivo. L’indulto invece è “causa generale di estinzione della pena, che condona in tutto o in parte la sanzione inflitta con la sentenza di condanna, ovvero la commuta in pena di specie diversa”. Questo provvedimento quindi non cambierebbe la situazione di Berlusconi per quanto riguarda la decadenza da senatore. Si tratta comunque di due atti di clemenza generali, ad efficacia retroattiva e, come tali, si distinguono dalla grazia che, invece, è un provvedimento individuale.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/08/carceri-napolitano-sovraffollamento-carcerario-viola-principi-costituzionali/736999/
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