Il senatore socialista torinese abbandona la riunione della Giunta
di Palazzo Madama e denuncia la rottura della tregua sul caso
Berlusconi: "Torna il clima avvelenato, dal centrosinistra diktat sui
tempi dei lavori per affossare il Governo"
Già alla vigilia della prima riunione non aveva fatto mistero delle
sue posizioni “garantiste”, al punto da attirarsi le accuse di
“collaborazionismo” con il nemico. Oggi il senatore del Psi Enrico Buemi ha
abbandonato per protesta i lavori dell’ufficio di presidenza della
Giunta che doveva decidere il calendario dei lavori sul caso Berlusconi.
«Il clima si è di nuovo avvelenato - dice - il Pd vuol far cadere il
governo. Non si possono accettare dei diktat sul calendario dei lavori
come quelli che stanno arrivando dal centrosinistra». Una bordata
sparata a palle incatenate contro il Pd, nelle cui liste sono stati
ospitati i reduci del garofano: «Ci sono diktat che provengono
dall’esterno, e non dal centrodestra, che rischiano di riportarci alla
situazione di ieri. Io personalmente valuterò se partecipare ancora ai
lavori di questa Giunta, ben sapendo che è dovere di ciascuno di noi».
Poi la conclusione, altrettanto velenosa: «Lascerò delle memorie da far
leggere ai miei nipoti che intitolerò “Come far cadere il governo che si
sostiene”».
Insomma, a dar retta al senatore torinese sarebbe in atto una trama
tutta interna al centrosinistra per far saltare la tregua, per quanto
fragile, raggiunta ieri sera, pare su indicazione del Colle. E il
mancato accordo sul calendario dei lavori è un siluro diretto ad
affondare l’armistizio. La decisione è stata demandata alla plenaria
della giunta, che si riunirà giovedì alle 15, ma pare prendere piede
l’ipotesi di iniziare proprio giovedì, proseguire con una seduta venerdì
o lunedì per poi votare la relazione di Augello al massimo martedì. I
tempi, insomma, tornano ad accorciarsi, e quel “mese guadagnato£ in cui
confidavano alcuni del Pdl pare svanire.--------------
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