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domenica 4 agosto 2013

Manifestazione Pdl, l'ultimatum di Enrico Letta a Silvio Berlusconi: "Niente ricatti a Napolitano" ...o mi dimetto!

 PS: "Niente ricatti a Napolitano ...o mi dimetto!"....... Capirai che perdita, sopratutto se lo fate in coppia!
 umberto marabese
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Si smetta di tirare in ballo il Quirinale in modo improprio e ricattatorio”. Per questo il premier ascolterà con “grande attenzione toni e contenuti dei discorsi che si terranno alla manifestazione del Pdl”. Altrimenti, Enrico Letta è pronto a trarne le conseguenze. Tanto che non è affatto escluso un incontro al Colle già domani. È un avvertimento pesante quello che il premier lascia trapelare all'Ansa al termine di una giornata drammatica, l’ennesima. È il segnale che c’è un “piano b” se non riesce il contenimento dell’escalation berlusconiana. Chi immagina una discesa in campo contro Renzi, mentre il Pdl trascina il paese ad elezioni anticipate sbaglia, spiegano i fedelissimi. È un governo “per la legge elettorale”, guidato dallo stesso, l’idea su cui il Quirinale avrebbe già allertato palazzo Chigi......

Ecco l’avvertimento. C’è qualcosa che va oltre l’irritazione per le parole incendiarie, ai limiti dell’eversivo di Sandro Bondi: la minaccia di una “guerra civile”, per non parlare della sfida aperta al Colle. Nelle parole di Letta c’è l’exit strategy: “Ha deciso di non farsi logorare – racconta un fedelissimo - e se Berlusconi continua a ricattare è Letta a staccare la spina per primo”. Una posizione nient’affatto tattica. Ma resa necessaria dall’escalation delle ultime ore. Con l’assurda richiesta della “grazia” per Berlusconi. E la minaccia di trascinare il paese in elezioni anticipate se non sarà trovato un modo per salvare Berlusconi.
Letta per tutta la giornata è stato in collegamento costante col Quirinale. È concordato l’avvertimento al Pdl. È concordato il passo successivo. Ed è in un clima di crisi strisciante che il premier informa anche Epifani e soprattutto Angelino Alfano: se Berlusconi – è il suo messaggio - gioca sulla pelle dell’esecutivo è chiaro che il Pd non regge, e che io non mi faccio logorare. Stavolta Berlusconi ha passato il segno. Per tutta la giornata Angelino prova, insieme a Gianni Letta, a raffreddare gli animi, depotenziando il carattere “eversivo” della manifestazione che non a caso viene spostata da piazza Santi Apostoli – più vicina al Quirinale – a via del Plebiscito. Proprio per evitare l’Incidente alla fine si è deciso che i ministri non andranno. È il segnale che le colombe del Pdl sono riuscite a “frenare”.
Ma c’è un motivo se Letta fa sapere la sua posizione quando è chiaro che alla manifestazione non ci saranno i ministri. Il problema è che, vista da palazzo Chigi, non si capisce cosa davvero voglia fare Berlusconi, e se ha puntato sull’escalation. Né le reazioni di Santanchè, ma anche Cicchitto e Brunetta sono all’insegna della tregua.
Ecco la linea, superata la quale, è crisi di governo. Il Quirinale fa sapere al quartier generale berlusconiano che non c’è fretta per l’incontro con i capigruppo del Pdl. Anche perché non è arrivata la richiesta di un incontro “politico”. Semmai è arrivato un nervoso ricatto. E Letta fa sapere che “è pronto” a staccare la spina per primo. Con tutte le conseguenze. Non è un caso che il premier abbia deciso, per la prima volta, di entrare con decisione nel confronto politico da cui è sempre rimasto fuori: “Come quando Grillo parlò di colpo di Stato – dicono a palazzo Chigi – c’è un limite che non si può superare. Attaccare Napolitano significa tradire le ragioni stesse della nascita del governo”. Lo sa bene Gianni Letta, che ha quasi perso la sua proverbiale calma spiegando al Cavaliere che la posizione di Verdini e Santanchè è folle, perché non ci sono garanzie che si voti, e può nascere un governo che può far male davvero, proprio nel momento più difficile, tra domiciliari e servizi sociali: “Mattarellum e conflitto di interessi, i numeri li trovano”.
Anche Letta (Gianni) ha parlato per tutta la giornata del “piano b” di Napolitano. Che a quel punto, e solo a quel punto, potrebbe dimettersi. Non prima.
http://www.huffingtonpost.it/2013/08/03/enrico-letta-pdl-napolitano_n_3701350.html?utm_hp_ref=italy

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