umberto marabese
------------------
In aula tutti d'accordo quando in ballo c'è il portafoglio
Il Consiglio Regionale approva un ordine del giorno in cui chiede che la Corte dei Conti non indaghi sulle spese precedenti il 2013. Ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, ma soprattutto scurdammoce ‘o passato. Così, con un vecchio proverbio napoletano, potrebbe essere sintetizzato lo spirito di un ordine del giorno approvato senza voti contrari questa mattina in Consiglio regionale, per chiedere che le indagini della Corte dei Conti sulle spese dei gruppi non tengano conto di quanto accaduto nel 2012, ma partano dall’anno in corso. Nel documento, gli esponenti di Palazzo Lascaris invitano la giunta ad avanzare un ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione, cercando di scongiurare provvedimenti disciplinari e soprattutto economici su quanto avvenuto l’anno passato.....
La querelle nasce alla fine dello scorso anno, quando il Governo, sull’onda dello scandalo “Batman” nel Lazio e di altre inchieste che avevano acceso i riflettori sulle spese pazze dei consiglieri regionali a carico dei contribuenti, affidò tramite decreto ampi poteri di controllo alla Corte dei Conti sui costi dei gruppi nei vari parlamenti regionali, delegando ai giudici contabili la possibilità di sanzionare, anche in modo pesante, eventuali abusi o infrazioni. Il rischio è che i consiglieri siano costretti a restituire di tasca propria l’eventuale maltolto, una eventualità che preoccupa non poco gli esponenti dell’emiciclo regionale. Per questo è meglio che non si vada a scartabellare su quanto accaduto nel 2012, prima cioè che partisse l’inchiesta anche in Piemonte e quando qualche “disattenzione”, almeno secondo quanto sta emergendo dalle indagini, c’è stata.
Nei giorni scorsi la questione ha aperto una faglia anche all’interno della Corte dei Conti stessa. Dopo che, con apposita delibera, il presidente Luigi Giampaolino aveva sostenuto la stessa tesi ribadita dall’odg approvato stamane in Consiglio. Il documento evidenziava la “disomogeneità delle norme regionali”, sottolineando che per una “corretta attuazione” delle nuove disposizioni sui controlli delle spese dei gruppi consiliari regionali, bisogna attualmente tenere conto della “oggettiva disomogeneità delle norme regionali”. Per questo le nuove norme del 2012, e le annesse sanzioni, “si applicano dall’esercizio 2013”. Tesi contro la quale si sono espressi a stretto giro i giudici della Procura.
Nessun commento:
Posta un commento