PS: I sindacati, ormai ridotti ad un eufemismo, si incavolano per il modello Marchionni solo perchè non invitati ai famosi...tavoli imbanditi....., ma basta invitarli e calano le braghe, le mutante e si inchinano a 90° davanti ai padroni.
umberto marabese
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Dal "modello Marchionne" al "modello Milano": il lavoro sotto attacco.
di Anna Lami
Dopo il "modello Marchionne" arriva il "modello Milano". Nello stesso
giorno in cui vengono rese note le motivazioni per cui lo scorso 3
luglio la Corte Costituzionale dichiarò l'illegittimità dell'art. 19
dello Statuto dei Lavoratori, questione sollevata dalla contrapposizione
giudiziaria Fiat-Fiom, è stato siglato l'accordo tra la società Expo
spa e sindacati confederali che disciplinerà le modalità di assunzione e
di impiego del personale durante l'esposizione universale. C'è dunque poco da festeggiare per i lavoratori di tutto il paese. Salutata come "primo passo" che contiene "buone idee" dal ministro del lavoro Giovannini, addirittura proposta come modello da adottare su scala nazionale dal premier Letta,
presentata come "passo positivo" dalla segreteria Cgil, l'intesa
raggiunta rappresenta un nuovo cavallo di Troia nella direzione della
completa precarizzazione dei rapporti lavorativi in Italia. Guardiamola
brevemente:.....
"La realizzazione dell'Evento espositivo può rappresentare
un'importante opportunità occupazionale, anche tenuto conto della grave
situazione di crisi del Paese, sia verso giovani alla ricerca di una
prima esperienza che a favore di persone espulse dal ciclo produttivo." Si può leggere nel testo dell'accordo.
Detto fatto, ecco sul piatto "la grande opportunità occupazionale" esaltata nientemeno che dal Presidente della Repubblica Napolitano.
Stage a 516 euro al mese, tirocini per imparare nuove figure
professionali quali "operatore grandi eventi", "specialista gestione
grandi eventi", "tecnico dei sistemi di gestione grandi eventi" e,
dulcis in fundo, volontariato di massa. Ma saranno solo in circa 800 a godere del "privilegio" di essere assunti
come stagisti (195 lavoratori stimati), tirocinanti (340) o con
contratto a tempo determinato (300). Dato largamente omesso dalla gran
parte dei mezzi di informazione, infatti, l'Expo 2015 si avvarrà delle prestazioni di altre migliaia di persone inquadrate nella categoria dei "volontari"
che si alterneranno, in circa 475 al giorno per due settimane cadauno,
per tutta la durata dell'evento, principalmente con mansioni di ausilio
ai visitatori. A titolo gratuito.
Sono infatti stati stimati in 18.500 i lavoratori per cui è previsto solo ed eventualmente il rimborso spese.
Non è difficile prevedere che i "volontari" che dovrebbero collaborare
con l'esclusivo scopo di "partecipazione, solidarietà e pluralismo"
saranno in realtà giovani ricattati dalla disoccupazione dalla speranza
di lasciare qualche curriculum vitae alle imprese. E si occuperanno, per
esempio, di "indirizzamento delle persone verso le biglietterie",
"primo orientamento del visitatore", supporto linguistico ai visitatori,
"supporto nella facilitazione degli afflussi e dei deflussi all'interno
delle aree di visita del sito espositivo". Più che la volontà di
"coinvolgere la società civile", come scritto nel testo dell'accordo, si
è palesata la volontà di ridurre all'osso le assunzioni, seppur
temporanee.
Dunque l'Esposizione Universale sarà volano, più che per il rilancio dell'economia, per l'ulteriore precarizzazione dei rapporti lavorativi in tutta la penisola. Lo dice bene Davide Colombo dalle colonne del Sole 24 Ore:
"il modello di Milano ha aperto il sentiero, ora sta alle parti
seguirlo senza perdersi per strada. (..)" perché, prosegue Colombo,
"(..) vale ribadire che il lavoro possibile, dopo la recessione peggiore
del secolo, ha bisogno di pragmatismo, innovazione, sperimentazione e
fiducia reciproca tra gli attori che operano sul mercato. Ecco il
sentiero giusto da seguire, quello del modello Milano".
Pragmatismo ed innovazione che diventano sinonimi di lavoro gratis.
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