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sabato 15 giugno 2013

Rimpasto di giunta-Pd al veleno. Dossier e insulti in Comune a Torino.

Mangone e Lo Russo pronti a entrare nella squadra di Fassino. Il Pd cerca un nuovo capogruppo
beppe minello andrea rossi
Per dire il clima che c’è attorno all’imminente rimpasto della giunta Fassino. L’ipotesi che il consigliere Pd Domenico «Mimmo» Mangone torni di nuovo alla guida dei vigili urbani, come già all’epoca del sindaco Chiamparino, è stata bollata, non dal battagliero Marrone di Fratelli d’Italia o dall’altrettanto puntuta Chiara Appendino dei grillini, ma da alcuni suoi compagni di partito, così: «Mettono a fare lo sceriffo il capo dei banditi». Roba da querela, anche se riferita ovviamente non al livello criminale del soggetto, ma alla guerriglia da lui guidata o quantomeno ispirata su alcuni provvedimenti della giunta....



Il nuovo presidente Gtt
In questo contesto poi, come ignorare il volantino diffuso dal sindacato autonomo Csa che, avendocela sempre con tutti, non poteva non avercela con il ritorno dell’ex-assessore, in carica tra l’altro ai tempi del concorso per dirigenti bocciato da Tar e Consiglio di Stato.
Insomma, prima del 27 giugno, teorica data della fine delle danze, quando cioè l’attuale vicesindaco Tom Dealessandri dovrà dare le dimissioni per entrare nel cda di Iren, lasciando libera la prima delle tante (o poche, va a sapere) poltrone che dovranno essere riempite realizzando il tanto atteso rimpasto, ne vedremo delle belle. Già la nomina di Walter Ceresa alla presidenza di Gtt - anch’esso teoricamente un passaggio propedeutico al mitico rimpasto - ha scatenato la prima vendetta. Ceresa non era nemmeno ancora transitato dalle parti di corso Turati , sede di Gtt, che già volavano dossier sui suoi passati (e presunti) guai giudiziari. Forse infondati, ma intanto martedì Ceresa è già convocato in Comune a dare imbarazzanti spiegazioni.

Lo «snodo» Gtt
Neanche ventiquattr’ore, e le dietrologie sono piovute sull’amministratore delegato Barbieri e sul suo contratto di consulenza, venduto come un trucchetto per aggirare la legge là dove impone robusti limiti agli stipendi dei manager. Insomma, vendette. Il siluro a Ceresa secondo alcuni sarebbe partito dalla componente ex-popolari del Pd che non ha gradito il siluramento di Francesco Brizio, che è un loro uomo. Altrettanto valida la teoria che vede in Gtt uno dei principali snodi delle fibrillazioni che hanno contribuito a spingere il sindaco Fassino a intervenire sulla sua squadra. Ormai lo sanno anche le pietre che Gtt è un importante bacino elettorale dei garigliani - di quell’area cioè che fa capo a Davide Gariglio, avversario di Fassino alle primarie - i quali si sentono defraudati di un loro diritto: quello di essere parte integrante della giunta.

Il nuovo capogruppo Pd
C’era Claudio Lubatti, l’assessore alla Viabilità, il quale però poco dopo la nomina ha salutato gli amici di un tempo ed è passato sotto le insegne dei bersaniani. Ed ecco che si ritorna a Mangone, uomo di Gariglio, che dovrebbe entrare in giunta per eliminare il vulnus che intralcia la strada di Fassino. Che, stando ai colloqui di questi giorni, avrebbe ormai deciso di promuovere a suo vice il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo, assegnandogli le deleghe all’Urbanistica ora in capo a Ilda Curti. Solo ipotesi? Mica tanto, se è vero che nel sempre vulcanico gruppo comunale del Pd si scommette già sul nuovo capogruppo. I bene infornati ieri davano in rialzo le quotazioni di Mimmo Carretta. 

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