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giovedì 30 maggio 2013

Mamma la Turco(dirigente Pd nazionale)! Il ritorno della Livia

PS:<<L'ex ministro ha finalmente trovato lavoro. E' stata nominata al vertice dell'Inmp, istituto da lei stessa fondato quando era al Governo con Prodi. Un modo per colmare i due anni che la separano dal vitalizio. Ma ne aveva proprio bisogno?>>
umberto marabese
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Livia Turco ha finalmente (ri)trovato un mestiere. Dopo la sua spintanea scelta di non ripresentarsi alle elezioni e le polemiche legate alla sua assunzione come dipendente nel Partito democratico, la pasionaria della Granda è stata nominata al vertice dell’Inmp, l’istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà. Che cosa sia è nozione che sfugge ai più, una cosa è certa e ha del grottesco: questo organismo è nato nel 2007 attraverso un provvedimento dell’allora ministro della Salute. Chi era? Ma Livia Turco, naturalmente. Insomma, potremmo definirla una vera e propria polizza sulla vita....

Già tre mesi fa, all’indomani del voto, indispettì militanti ed elettori, la scelta di farsi assumere nel proprio partito dopo la nobile rinuncia alla settima tornata in Parlamento (dal 1987 non saltava un giro, eccezion fatta per il 2006 quando fu nominata ministro dall’allora premier Romano Prodi). Quando si scatenò la bufera cercò di rintuzzare assicurando che avrebbe rinunciato al compenso e quindi tornando a far parte di quel 12,5 per cento di disoccupati che patiscono per via della crisi. Per fortuna (dell’onorevole  signora) uno spiraglio per il suo futuro si è aperto.

Galeotto fu Mario Monti. Perché, come annunciato a suo tempo dallo Spiffero, uno dei primi provvedimenti voluti dal suo governo - e digeriti a fatica dagli stessi partiti che lo sostenevano - fu il giro di vite sui vitalizi: niente pensione fino a 60 anni per deputati e senatori: tra coloro che ci avrebbero rimesso c'era proprio l'ex ministro, che di anni ne ha 58.

Secondo quanto riportato sul sito internet dell’Inmp, questo organismo “nasce nel 2007 con decreto del Ministero della Salute, in applicazione dell’art. 1, comma 827, della Legge 27 dicembre 2006 n. 296. Tale Legge prevedeva un periodo di sperimentazione gestionale della durata di tre anni, a partire dal settembre 2007, durante il quale l’Istituto ha “costruito” un modello socio-assistenziale integrato tra le discipline mediche e le professionalità dell’antropologia, della psicologia a indirizzo etnopsichiatrico e della mediazione transculturale in campo sanitario, con l’impegno di fronteggiare, all’interno del SSN, le sfide sanitarie relative alla salute delle fasce più vulnerabili, attraverso un approccio transculturale e orientato alla persona. L’Istituto era articolato in una sede nazionale, a Roma, e in 3 Centri Regionali (Lazio, Puglia e Sicilia). Alla scadenza della sperimentazione gestionale, le attività dell’Istituto sono state prorogate per un’altra annualità, fino al 28 ottobre 2011. Durante questi anni, l’Istituto è diventato punto di riferimento per le fasce svantaggiate della popolazione italiana per i migranti regolari e irregolari, rifugiati e richiedenti protezione internazionale, persone senza dimora, vittime della tratta e della prostituzione, minori non accompagnati, donne con mutilazioni genitali, vittime di tortura, persone private della libertà personale, ma anche per i soggetti pubblici e privati chiamati quotidianamente a rispondere ai bisogni di salute delle popolazioni vulnerabili, sia per status socio-economico sia per Paese di provenienza. La Legge n. 111/2011 ha autorizzato la proroga delle attività di sperimentazione gestionale fino al 31 dicembre 2013 chiamando l’Istituto a operare in un ambiente esterno rilevante profondamente mutato rispetto a quello originario che pur aveva generato le condizioni della sua esistenza”.

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